Gianfranco Fini condannato, quanto guadagna oggi tra pensione e vitalizio

A più di 10 anni dalla fine della sua carriera politica, ecco quanto percepisce oggi Gianfranco Fini dalle casse dello Stato italiano

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Si è tornati a parlare di Gianfranco Fini in seguito alla condanna a 2 anni e 8 mesi nel caso dell’ormai famoso appartamento a Montecarlo. La decisione del Tribunale di Roma ha rigettato luce sul celebre personaggio politico, al punto che in molti si chiedono cosa faccia oggi, lontano dal Parlamento.

Gianfranco Fini oggi

Figura di rilievo della seconda Repubblica, tanto appoggiata quanto aspramente criticata, presidente di Alleanza Nazionale dal 1995 al 2008 e non solo. La carriera politica di Gianfranco Fini è ben nota, così come la sua fine, sancita di fatto dall’addio a Silvio Berlusconi e dallo 0,4% di Futuro e Libertà.

Attualmente in pensione, non è iscritto a nessun partito della politica. Ciò non vuol dire che abbia smesso di interessarsene e commentarla. Ben noto il suo parere positivo sulla figura di Giorgia Meloni: “Non sono invidioso. Vedere oggi un governo dichiaratamente di destra dà una legittima soddisfazione. Arriverà tranquillamente al termine della legislatura”.

Quanto guadagna Gianfranco Fini

Quella di Gianfranco Fini è stata una lunga carriera politica, che lo ha visto anche segretario di Fronte della Gioventù e del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale. È stato deputato dal 1983 al 2013, senza interruzioni. Otto legislature si sono alternate in questo lasso di tempo, il che ha ovviamente avuto un netto impatto sulla sua pensione e sul vitalizio maturato. Al calcolo complessivo occorre inoltre aggiungere il periodo trascorso come europarlamentare, per un totale di tre legislature, dal 1989 al 2004.

Considerando indennità nette, diaria, rimborsi di vario genere e non solo, il compenso di Fini al tempo della sua carriera politica non era di certo basso. Basti pensare che nel 2009 ha dichiarato 142.243 euro di imponibile. Una cifra considerevolmente più elevata di quella dell’anno precedente e, al tempo stesso, inferiore (e di molto) rispetto alla dichiarazione dei redditi del 2011: 201.115 euro.

Deputati e senatori hanno inoltre diritto a un assegno di fine mandato, di circa 260mila euro nel suo caso. Che dire invece del vitalizio di Fini, che ha oggi 72 anni e lo percepisce dall’età di 63. Equivale al 3,5% della retribuzione per ogni anno e sotto questo aspetto i numeri non sono così chiari. Libero Quotidiano nel 2013 suggeriva una somma netta mensile di 6.200 euro per l’ex di Alleanza Nazionale. Un po’ più bassa la ricostruzione del Corriere della Sera, che negli anni scorsi ha indicato questa somma netta: 5.882 euro.

Nel 2018 era divenuto centrale il tema del taglio ai vitalizi, che garantiva un risparmio di 40 milioni di euro annui. Gli assegni degli ex onorevoli sono stati ricalcolati, attuando il metodo contributivo, dunque in proporzione a quanto effettivamente versato, garantendo una soglia minima di 980 euro per una legislatura e 1.470 euro per due.

In merito Il Sole 24 Ore ha proposto un’analisi dettagliata, evidenziando come tale metodo avrebbe addirittura garantito un aumento dell’assegno per Gianfranco Fini. Il risultato? Situazione invariata nel suo caso, al netto di una cifra pari a 10.631 euro lordi. Il vitalizio corre però su binari paralleli a quelli pensionistici. Sotto quest’aspetto, il suo assegno mensile garantito sarebbe di 2.600 euro netti.