Bollette luce e gas, perché chi è passato al mercato libero paga di più

Cos'è accaduto a chi è già passato al mercato libero e cosa ci aspetta nel 2024? Ecco cos'è cambiato rispetto al 2021-22 e tutte le informazioni del caso

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Il passaggio dal mercato tutelato a quello libero, per quanto riguarda le forniture di luce e gas, continua a far discutere. C’è grande timore per quelli che saranno i costi nel 2024 ma, intanto, i dati proposti da Arera spingono a una riflessione. Si registra infatti un aumento generale della spesa per chi ha già optato per il mercato libero. Una statistica in controtendenza rispetto a quanto rilevato negli anni passati.

Rischio aumenti

A remare contro gli italiani è di certo la disinformazione, principalmente responsabilità propria ma anche di chi governa. Facile.it ha evidenziato come tre quarti dei cittadini abbia scarne, se non nulle, informazioni in merito al passaggio dal mercato tutelato a quello libero. In molti non conoscono la differenza e, addirittura, non hanno idea del tipo al quale i propri contratti di fornitura fanno riferimento attualmente.

Il momento è però quasi giunto e dal 10 gennaio 2024 ci sarà il passaggio per le forniture gas, mentre dal 1° luglio (e non più 1° aprile) per l’elettricità. Il rischio concreto è quello di vedere le bollette raggiungere delle pericolose vette, in grado di minacciare le capacità di risparmio degli italiani, già messe a dura prova.

Nessuna proroga è stata concessa dal governo di Giorgia Meloni e per 4,5 milioni di famiglie italiane la scelta è già inevitabile. Si tratta del 50% del Paese, di fatto, con l’altra metà che non sarà coinvolta in questo processo. Anche questo è un tema che in molti ignorano e che va sottolineato. Metà dei nuclei non avrà di che preoccuparsi, considerando la presenza di soggetti con più di 75 anni d’età al loro interno, così come soggetti vulnerabili come portatori di disabilità. A ciò si aggiunge un’analisi delle condizioni economiche che, qualora evidenzino uno stato di indigenza, escluderanno automaticamente l’addio al mercato tutelato.

Mercato libero: quanto costa di più

I dati Arera parlano chiaro: il passaggio al mercato libero non conviene. Una notizia pessima, considerando come metà degli italiani non abbia scelta a riguardo. Le statistiche proposte evidenziano come appena il 5% nel 2023 abbia speso meno della controparte tutelata. Il 95%, invece, paga di più. Poco o molto che sia, non riesce a ottenere un vantaggio.

Ciò giunge come una sorpresa, considerando quello che era il trend negli anni scorsi. Tra il 2021 e il 2022, infatti, il mercato libero aveva portato a una generale convenienza, con risparmi anche del 30%.

La domanda che è naturale porsi è quindi la seguente: conviene passare? Risposta negativa per chi rientra in quel 50% che non sarà obbligato al passaggio al mercato libero. Per tutti gli altri, invece, semplicemente non ci sarà scelta.

Effettuare un passaggio oggi e optando per un contratto a prezzo fisso, potrebbe però consentire ancora di ottenere un ottimo affare. Sarebbe il caso di tentare di pareggiare la quota pagata con il mercato tutelato. Il sogno sarebbe quello di restare al di sotto della soglia, ovviamente, ma anche poco al di sopra andrà bene.

Il motivo è che nel 2024, soprattutto nel secondo semestre, i costi dovrebbero salire in maniera notevole. Ciò vuol dire che i “costi alti” di oggi del mercato libero saranno valutati di colpo positivamente. A patto che non siano già attualmente enormemente distanti dalle fasce del mercato tutelato.

Se non ora, quando. È tempo di andare a caccia della miglior offerta possibile, magari combinando le due forniture. Le differenze di proposte sono notevoli, come evidenzia Arera, che riporta la media offerte annue del mercato libero a prezzo fisso: 4.205, a fronte dei 1.769 del mercato tutelato. Spulciare le proposte, dunque, non avrebbe senso in quest’ottica, ma ecco la buona notizia. La miglior offerta del mercato libero è pari a 1.755.

Discorso molto simile per il prezzo variabile, che però vede crollare la media annuale fino a quota 2.378. La miglior offerta libera è però a 1.760 euro, a fronte dei 1.769 del tutelato. In questo scenario, cambiare per il 50% delle famiglie conviene anche soltanto a parità di spesa.