Aziende italiane con un miliardo di ricavi, la classifica: tante a controllo pubblico o straniero

Ai primi tre posti ci sono imprese che si occupano di energia che superano i 100 miliardi di fatturato all’anno

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Per conto del Corriere della Sera Economia, Special Affairs ha elaborato una graduatoria delle imprese con un fatturato superiore al miliardo di euro. Complessivamente, sono 306 le aziende considerate, limitandosi a quelle attive nell’industria e nei servizi, escludendo quindi cooperative, banche, assicurazioni e SGR. Solo tre imprese superano la soglia dei cento miliardi di euro, un traguardo mai raggiunto in Italia fino ad ora. Tutte e tre sono a controllo pubblico e operano nel settore dell’energia: Enel, Eni e GSE, il gestore dei servizi energetici.

Le aziende con il maggior fatturato

La classifica generale del 2022 vede al primo posto Enel con un fatturato di 140,5 miliardi di euro, seguita da Eni al secondo posto con 132,5 miliardi e GSE – Gestore dei servizi energetici al terzo posto con 121,9 miliardi. Al quarto posto si trova Edison nel settore energetico con 30,5 miliardi, mentre al quinto posto c’è Stellantis Europe con 24 miliardi.

A2A si colloca al sesto posto con 22,9 miliardi, seguita da Hera al settimo con 20,1 miliardi. Al 8° posto troviamo Prysmian con 16,1 miliardi, mentre Kuwait Petroleum Italia si posiziona al 9° posto con 15,9 miliardi. Chiude la top 10 Telecom Italia con un fatturato di 15,8 miliardi.

Saras – Raffinerie Sarde si trova all’undicesimo posto con 15,8 miliardi, seguita da Esso al 12° posto con 14,5 miliardi. Leonardo si piazza al 13° posto con 14,3 miliardi, mentre Ferrero si colloca al 14° posto con 14 miliardi. Engie Italia si trova al 15° posto con 13,7 miliardi, mentre Ferrovie dello Stato è al 16° posto con 13,1 miliardi. Axpo Italia si posiziona al 17° posto con 12,9 miliardi, mentre Isab è all’18° posto con 10,5 miliardi. Parmalat si colloca al 19° posto con 10,1 miliardi, e chiude la classifica dei venti Saipem con un fatturato di 10 miliardi.

Ecco la classifica delle prime 10:

  • Enel: 140,5 miliardi di euro
  • Eni: 132,5 miliardi di euro
  • GSE – Gestore dei servizi energetici: 121,9 miliardi di euro
  • Edison: 30,5 miliardi di euro
  • Stellantis Europe: 24 miliardi di euro
  • A2A: 22,9 miliardi di euro
  • Hera: 20,1 miliardi di euro
  • Prysmian: 16,1 miliardi di euro
  • Kuwait Petroleum Italia: 15,9 miliardi di euro
  • Telecom Italia: 15,8 miliardi di euro

Quali sono quelle con sede in Italia

Nonostante siano di provenienza italiana, la maggior parte delle prime 20 società della lista sono prevalentemente a controllo pubblico o straniero, poiché o hanno la sede legale o fiscale al di fuori dell’Italia o sono sotto il controllo di entità estere. L’ultima ad essere passata in mani straniero è la Saras, società attiva nel settore della raffinazione, della famiglia Moratti, comprata dall’azienda olandese Vitol.

Per quanto riguarda le società a controllo italiano, la prima posizione è occupata da Edizione con un fatturato di 9,3 miliardi di euro. Al secondo posto si posiziona Api Holding (Gruppo italiana Petroli) con un fatturato di 9,1 miliardi di euro. Al terzo posto troviamo Marcegaglia Holding con un fatturato di 8,9 miliardi di euro. Esselunga si colloca al quarto posto con un fatturato di 8,6 miliardi di euro, mentre al quinto posto troviamo Eurospin Italia con un fatturato di 7,8 miliardi di euro. Finarvedi si piazza al sesto posto con 7,8 miliardi di euro, seguita da Webuild (gruppo Salini) al settimo posto con 7,7 miliardi di euro.

Sorgenia si posiziona all’ottavo posto con 6,1 miliardi di euro, mentre al nono posto troviamo Aurelia con 5,5 miliardi di euro e infine Riva Forni Elettrici si colloca al decimo posto con 5,3 miliardi di euro.

Questa la classifica:

  • Edizione: 9,3 miliardi di euro.
  • Api Holding (Gruppo italiana Petroli): 9,1 miliardi di euro
  • Marcegaglia Holding: 8,9 miliardi di euro
  • Esselunga: 8,6 miliardi di euro
  • Eurospin Italia: 7,8 miliardi di euro
  • Finarvedi: 7,8 miliardi di euro
  • Webuild (gruppo Salini): 7,7 miliardi di euro
  • Sorgenia: 6,1 miliardi di euro
  • Aurelia: 5,5 miliardi di euro
  • Riva Forni Elettrici: 5,3 miliardi di euro
  • Cremofin: 5 miliardi di euro

Secondo il rapporto di Special Affairs, la fuga all’estero di numerosi marchi del Made in Italy spesso è attribuibile a una legislazione societaria, a volte anche prima che fiscale, che non facilita né la crescita né la difesa stessa dell’italianità. Analizzando le 306 società italiane con un fatturato superiore al miliardo e due milioni di occupati nel periodo 2020-2022, c’è un aumento del 86%, aiutato sia dai prezzi dell’energia per alcuni che dall’inflazione per altri. La marginalità media nel medesimo periodo è stata del 12,25%.

I gruppi a controllo pubblico sono solo 24 (l’8%), ma generano il 40% dei 1.373 miliardi di ricavi complessivi. Le 136 aziende a controllo estero rappresentano il 36%, mentre le 147 società private italiane, sebbene in numero maggiore, contribuiscono solo al 25% del volume di ricavi, confermando il loro status quasi marginale.