Partecipate pubbliche: toto poltrone da record

Secondo l'Ufficio Studi CoMar, nei prossimi mesi riguarderà 694 persone, per 154 Organi sociali (CdA e Collegi sindacali) di 122 Partecipate

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Redazione

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Il valzer delle poltrone presso le partecipate statali deve ancora iniziare, ma si preannuncia con numeri record: nei prossimi mesi riguarderà 694 persone, per 154 Organi sociali (89 CdA e 65 Collegi sindacali) di 122 Partecipate. Delle 122 Società, 19 sono a controllo diretto e 103 a controllo indiretto. Fra le 694 persone da nominare, 424 sono Consiglieri e 270 Sindaci. E’ quanto merge dalla Settima edizione dell’analisi del Centro Studi CoMar sul governo di tutte le Partecipate dello Stato.

Quali sono le controllate dirette

Fra le controllate dirette e indirette del MEF si segnalano Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e Invitalia, oltre a Invimit, Rai, FS Italiane, Anas, GSE – Gestore dei Servizi Elettrici, Cinecittà, Eur SpA, Fintecna, Open Fiber. Vi sono poi una serie di società “quotate”, come STMicroelectronics, Banca MPS, Enel, Eni, Saipem, Leonardo (Telespazio) e Poste Italiane. Al momento, sono già stati rinnovati i CdA di Infrastrutture Milano-Cortina 2020-2026 e di Sogei.

L’elezione con il fiocco rosa

Per le nomine uno dei criteri per la scelta sarà senza dubbio l’equilibrio di genere. Sui 694 componenti degli Organi sociali uscenti nei prossimi mesi, le donne sono 226, pari al 32,5% del totale.

Percentualmente, le donne sono presenti maggiormente nelle Società controllate direttamente dal MEF (47 donne Amministratrici su 114 Amministratori totali pari al 41,2%) rispetto alle indirette (179 Amministratrici su 580 Amministratori totali pari al 30,8%); così come sono percentualmente di più nei Collegi sindacali (99 donne Sindaco su 270 Sindaci totali – 36,6%) rispetto ai CdA (127 donne Consigliere su 424 Consiglieri totali – 29,9%).

La riorganizzazione dello “Stato imprenditore”

Negli ultimi cinque anni, si è assistito a una riorganizzazione dello “Stato imprenditore”, che ha portato alla nascita di nuove società, come DRI d’Italia, Giubileo 2025, Green.It, Holding Reti Autostradali, la Milano-Cortina 2020-2026, ITA Airways, PSN-Polo Strategico Nazionale, Renovit o, l’ultima, Autostrade dello Stato, la cui costituzione è stata preannunciata dal Consiglio dei Ministri del 9 aprile scorso con lo scorporo da ANAS delle tratte “a pedaggio”.

In altri casi vi sono state acquisizioni, anche parziali, come Agile Lab, Ceramiche Dolomite, Corneliani, GPI, LIS Holding, Maticmind, Nuova Sistemi Urbani, Pernigotti, Snaidero Rino, Titagarh Firema, anche attraverso investimenti in società definite strategiche, come nel caso dello scorporo della rete di TIM.

Vi sono casi in cui il MEF ha acquisito la maggioranza, subentrando ad altri azionisti pubblici, come per Sviluppo Lavoro Italia (ex Anpal Servizi), Acque del Sud (ex EIPLI-Ente Irrigazione Puglia Lucania Irpinia), Società Stretto di Messina, Sace (da CDP, nel 2022) e casi in cui ha ceduto la sua quota, come per PagoPA che è stata ceduta a Poste Italiane.

Sotto il profilo della strategicità, alcune società sono state interessate in progetti come RepowerEu e Piano Mattei. Sempre da questo punto di vista, la Legge 28/2024 ha previsto, per le Partecipate che gestiscano impianti di tale rilievo, l’ammissione immediata all’amministrazione straordinaria e la concessione di finanziamenti, come avvenuto per l’Ilva.

Fra le dismissioni si segnalano: Bonifiche Ferraresi, FSI Sgr, Quattror Sgr, Rocco Forte Hotels, Banca MPS (in via parziale) ITA Airways e Poste Italiane (per ora solo pianificate). E a proposito di “privatizzazioni”, l’ultimo DEF ha sostanzialmente confermato quanto già previsto con la Nadef 2023: un piano di dismissioni per incidere sul rapporto debito/PIL, con proventi per un valore cumulato vicino all’1% del PIL nel triennio 2024-2026 (circa 20 miliardi di euro).