In questi giorni a l’Aja si sta svolgendo un vertice Nato che gioca tra dichiarazioni incendiarie e trattative diplomatiche. Mentre Donald Trump da una parte rivendica la distruzione del programma nucleare iraniano con un linguaggio netto e, come ci ha abituati, teatrale, l’intelligence statunitense e israeliana invita invece alla cautela.
All’Aja in queste ore si discute di spese militari record e strategie comuni, ma non mancano divisioni tra i Paesi membri e tensioni interne all’Unione Europea.
Giorgia Meloni spinge per una difesa condivisa che resti però sotto l’ombrello della Nato, mentre in Italia il dibattito politico si accende tra chi vede nella pace una priorità assoluta e chi considera inevitabile il riarmo. Sullo sfondo, la questione ucraina e la possibile stretta di mano tra Trump e Zelensky.
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Trump insiste: “Programma nucleare iraniano distrutto”
Donald Trump non arretra di un millimetro. Dopo l’operazione congiunta che ha colpito i centri strategici di Fordow, Natanz e Isfahan con bombardieri B-2 e missili Tomahawk, il presidente americano ha dichiarato che l’Iran non sarebbe più in grado di ripristinare il proprio programma nucleare.
“L’Iran può ricostruire il programma nucleare? No, assolutamente. Quei posti sono stati demoliti, sono andati”, ha affermato davanti alla stampa nei pressi dell’Aja.
Una ricostruzione, quella offerta da Trump, che secondo diverse fonti di intelligence americana non troverebbe piena corrispondenza nella realtà. Come riportato dalla Cnn, i funzionari del Pentagono e del CentCom hanno stilato una prima valutazione secondo cui le infrastrutture più sensibili non sarebbero state completamente distrutte perché già smantellate molto tempo prima. Infatti, i depositi di uranio arricchito sarebbero stati trasferiti altrove prima dell’attacco.
Una linea prudente viene confermata anche dal Times of Israel, che cita le prime analisi degli 007 israeliani. Secondo queste fonti, i raid congiunti tra Stati Uniti e Israele non avrebbero compromesso del tutto le capacità nucleari iraniane. Il programma, seppure colpito, sarebbe stato semplicemente rinviato di “diversi anni”.
Un ulteriore indicazione in tal senso arriva dal Washington Post, che riferisce di un documento classificato in cui si specifica come Teheran abbia rimosso parte delle scorte di uranio dai siti bersaglio, anticipando l’attacco.
Trump all’attacco: “La Cnn è spazzatura”
Il presidente non ha gradito il trattamento riservato dai media alla vicenda. “Quando vedo che la Cnn prova a dire ‘forse non è stato distrutto’… credo che la Cnn dovrebbe scusarsi con i piloti, questi network sono perdenti veri, sfigati… Io sono costretto a guardare la Cnn, non ho scelta, ma è spazzatura…”, ha dichiarato Trump, tornando a puntare il dito contro l’informazione televisiva americana.

All’Aja clima da guerra fredda
In questi giorni di vertice Nato, la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni ha citato una massima latina che ben riflette l’atmosfera del vertice: “Si vis pacem, para bellum”. Il summit, ospitato al World Forum dell’Aja, ha visto i 32 paesi membri confrontarsi sull’incremento più consistente degli stanziamenti per la difesa dal crollo del Muro di Berlino. L’obiettivo condiviso è arrivare al 3,5% del Pil per la spesa militare e all’1,5% per la sicurezza in senso esteso.
Meloni, giunta nei Paesi Bassi con i ministri Tajani e Crosetto, ha confermato l’impegno dell’Italia su questa linea dell’aumento della spesa militare anche in Aula, prima di partire per Bruxelles, dove sarà presente al Consiglio europeo.
La moral suasion di Trump e le frizioni europee
Trump, protagonista anche a distanza, ha ricevuto un inatteso riconoscimento: un messaggio da Mark Rutte, segretario generale Nato, che lo ringraziava per il contributo alla pacificazione con Teheran e per aver spinto l’Europa a rafforzare le difese. Il messaggio, che suona ironico ma è in realtà molto serio, è stato anche condiviso da Trump su Truth Social.
Non tutti gli alleati, si sono mostrati altrettanto entusiasti: in particolare la Spagna, rappresentata da Pedro Sánchez, ha manifestato riserve sul traguardo da raggiungere. Da Roma, invece, Meloni ha dichiarato che il percorso è stato reso sostenibile, flessibile e credibile.
Difesa comune: Meloni chiede concretezza
Nel suo intervento a Palazzo Madama, Meloni ha respinto l’idea di una difesa europea alternativa alla Nato: “Io voglio una colonna europea della Nato”, ha affermato. Secondo la premier, serve più cooperazione, non sovrapposizioni. Ha inoltre sottolineato l’importanza di investire non solo di più, ma anche meglio, privilegiando tecnologie come droni e sistemi robotici, senza dimenticare il ruolo delle imprese italiane.
Una linea adottata da tutto il centrodestra, ma invece respinta dall’opposizione, a comimciare da Elly Schlein e Conte.
Ucraina, vertice cruciale e incognita Zelensky
Oltre alla crisi iraniana, al centro del vertice resta il dossier ucraino. Secondo Rutte, l’ingresso di Kiev nella Nato è ormai un percorso avviato. Nel pomeriggio di oggi è previsto un incontro congiunto tra i leader di Italia, Francia, Regno Unito, Germania, Polonia e Ucraina.
Possibile, ma non confermato, un confronto diretto tra Zelensky e Trump, saltato al G7 a causa della crisi in Medio Oriente.