Quando si insedia il nuovo Governo? Le tappe e le date

Dalle elezioni al giorno del giuramento, tutte le tappe per la formazione del nuovo Governo col passaggio fondamentale delle consultazioni

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Il 25 settembre 2022 è stata la data del grande ritorno alle urne per le elezioni politiche che, come avevano sottolineato i sondaggi, hanno premiato il centrodestra. Il ritorno al Governo della coalizione formata da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi è stato netto, con l’esito della tornata che ha premiato il partito di Giorgia Meloni come il più votato in assoluto nel Paese.

I dati sono chiari, ma prima di vedere il nuovo Esecutivo al lavoro ci sarà ancora da aspettare. Infatti il calendario politico verso l’insediamento del nuovo Governo e ricco e ancora Giorgia Meloni non può cantare vittoria come premier.

Cosa succede dopo le elezioni

Come da prassi, infatti, la palla passerà al presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, nelle prossime settimane, sarà chiamato ad affidare l’incarico di formare il nuovo Governo a una figura politica che emergerà dal Parlamento. Prima di fare ciò, però, serve proprio l’insediamento di deputati e senatori che, nelle prossime ore, riceveranno la comunicazione di elezione. Al termine dello spoglio infatti, dopo aver comunicato l’assegnazione dei collegi, i neo deputati e senatori riceveranno anche la convocazione a Roma per la prima seduta comune.

Camera e Senato, secondo i programmi, dovrebbero accogliere i neo eletti lunedì 10 ottobre e il giovedì, 13 ottobre, dovrebbe andare in scena la prima seduta che permetterà di eleggere i presidenti che andranno a sostituire gli uscenti Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati. Dalle due nuove figure, infatti, il Presidente Mattarella si attende un consiglio in vista delle consultazioni.

Consultazioni, quando saranno

Se i programmi verranno rispettati, il Quirinale potrebbe accogliere i presidenti di Camera e Senato a partire da lunedì 24 ottobre. Dopo aver sentito il parere dei due neo eletti, il presidente della Repubblica darà il via alle consultazioni che, come sottolineato dal Corriere della Sera, non dovrebbero durare più di 3 giorni.

Al termine degli incontri Mattarella darà il mandato esplorativo al possibile premier che, come da prassi, dovrà sondare il campo per capire se la formazione del nuovo Governo sotto la sua guida sarà possibile o meno. Una volta sciolta la riserva, dunque, il nuovo esecutivo potrà giurare davanti al Capo dello Stato.

Meloni premier? I possibili ministri

Una volta sciolta la riserva e in attesa del giuramento, però, il lavoro del presidente del Consiglio non è finito. Si tratta infatti di un vero e proprio inizio, in quanto il premier dovrà mettere mano alla sua agenda per cercare di formare il Governo con i nomi dei ministri. Solo dopo aver compilato la lista con i nomi sarà possibile presentarsi al cospetto di Mattarella per far partire la nuova avventura di Governo.

E se la premier fosse Giorgia Meloni? I risultati delle urne indicano la leader di Fratelli d’Italia come candidata principale alla massima poltrona di Palazzo Chigi, ma tutto è rimandato alle mani di Mattarella e delle altre forze politiche. Se la politica romana classe 1977 dovesse essere incaricata col mandato esplorativo e successivamente sciogliere la riserva, ecco che partirà il toto-ministri.

Tra i possibili ministri della squadra di Meloni potrebbero esserci i fedelissimi Guido Crosetto, Ignazio La Russa e anche alleati della coalizione come Antonio Tajani e Licia Ronzulli. Non è esclusa la presenza di alcuni tecnici come Fabio Panetta ed Elisabetta Belloni per i ministeri di Economia ed Esteri, mentre è avvolto nel mistero il possibile ruolo di Matteo Salvini. Uscito dalla tornata elettorale ridimensionato e deluso per un risultato al di sotto delle aspettative, l’ex ministro dell’Interno potrebbe essere distante dal ritorno al Viminale, con Meloni che ha le redini ben salde in mano in vista della possibile decisione clamorosa.