Non solo Nato, in Ucraina è presente e attiva anche la Cia

I servizi segreti americani (e britannici) sono in Ucraina da parecchi anni. Dopo l'invasione russa hanno però modificato la loro postura e il loro margine d'intervento nella guerra

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Che in Ucraina siano già presenti militari e funzionari della Nato è noto anche prima della recente conferma da parte del ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski. Che nel Paese invaso dalla Russia ci siano però anche i servizi segreti americani non è forse così noto o scontato. A togliere ogni dubbio ci ha pensato il New York Times, riportando l’attività di ben 12 centri di intelligence occidentale in terra ucraina.

Subito dopo l’invasione russa e l’escalation militare, gli Usa hanno deciso di ritirare gran parte del proprio personale stanziato in Ucraina, lasciando però sul posto un contingente ridotto. Compresi membri delle forze speciali americane.

Le prove della presenza della Cia in Ucraina

Prima dell’inchiesta del New York Times, la presenza della Central Intelligence Agency era stata documentata anche da altri media. Il primo e più importante report in questo senso è stato fornito da Newsweek nel luglio 2022. Secondo l’inchiesta, l’Agenzia federale di spionaggio americana “opera in Ucraina seguendo regole stringenti e con un numero contenuto di uomini“. Questi ultimi avrebbero inoltre “limitazioni nel condurre operazioni clandestine, in ogni caso orientate a obiettivi molto specifici”. Tradotto: in Ucraina la Cia non sarebbe una presenza ingombrante. La conferma arriverebbe anche dalla quantità di uomini dei servizi segreti presenti nel Paese: si parla di circa 100 effettivi. Stando a quanto trapelato dai Pentagon Leaks, i documenti segreti sottratti al Pentagono e diffusi online nella primavera 2023, oltre a militari dell’intelligence americana sono presenti in Ucraina anche uomini delle forze speciali di Regno Unito, Francia, Paesi Bassi e Lettonia. E che, anzi, il contingente più numeroso non proviene dagli Usa ed è composto da 50 britannici.

Risulta tuttavia difficile credere che, nonostante il numero limitato di uomini, i servizi segreti della prima potenza del pianeta non siano attivi in lungo e in largo. Il principio incontrovertibile professato dall’amministrazione Biden di non schierare soldati statunitensi in Ucraina, però, impone di mantenere un profilo basso almeno nelle dichiarazioni. Lo conferma anche uno dei funzionari intervistati dal giornale americano: “Dobbiamo mantenere un equilibrio complicato, la Cia è stata molto attiva nella guerra ma non deve contraddire la promessa centrale della Casa Bianca, e cioè che non ci sono americani boots on the ground“. Nessuna partecipazione dunque a “operazioni letali” anche se, dopo l’invasione russa, la Casa Bianca ha autorizzato i suoi 007 a organizzare anche questo tipo di azioni militari, a patto che venissero condotte “solo su suolo ucraino”. Per ogni altro tipo di intervento diretto, l’intelligence ucraina evita – diciamo così – di fornire troppi dettagli ai loro patron americani, in modo che Washington possa dirsi “estranea” almeno sulla carta a qualunque atto ostile contro la Russia. Come ad esempio è successo per la distruzione parziale del Ponte di Kerch, unica strategica via d’accesso terrestre alla Crimea, per i quali gli ucraini hanno ricevuto aiuto “non dichiarato” dalle intelligence occidentali.

Cosa ci fanno gli 007 americani in Ucraina

Se non fanno la guerra diretta alla Russia, ma allora cosa ci fanno gli 007 occidentali in Ucraina? Lo scopo principale risponde al principio esattamente opposto: evitare che il conflitto subisca un’escalation definitiva, mantenendo dunque le ostilità sui livelli di stallo attuali. Una tattica che risponde alla strategia americana di voler congelare la guerra nel Paese invaso, nell’ottica di aprire presto un tavolo di negoziati coi russi. Zelensky permettendo. La Cia è però anche impegnata nell’orientare le operazioni belliche ucraine, soprattutto dopo il fallimento della controffensiva e dopo i successi russi registrati al principio del terzo anno di guerra. La Cia e altre agenzie di intelligence americane forniscono informazioni per il lancio di missili, tracciano gli spostamenti delle truppe russe e aiutano a sostenere le reti di spionaggio.

Il New York Times rivela poi dettagli da film. I servizi segreti americani hanno costruito un bunker altamente operativo in una base militare ucraina abbandonata dopo essere stata distrutta dalle forze russe. Dall’esterno appare una struttura inerme, annientata dai missili, un mucchietto di macerie senza importanza. In realtà, attraverso un passaggio segreto nel terreno, nasconde un quartier generale segreto in cui i soldati ucraini – coadiuvati dagli occidentali – seguono i satelliti spia russi e intercettano le conversazioni (tra le 200mila e le 300mila al giorno) tra civili e reparti nemici all’esterno e all’interno del Paese grazie a due “centri di ascolto”. Schermi, radar e attrezzature sono sintonizzati sui droni ucraini che colpiscono obiettivi di Mosca. La base è finanziata e gestita in tutto e per tutto proprio dalla Cia, come confermato dal generale Serhii Dvoretskiy, uno dei massimi comandanti dell’intelligence.

L’intervento e l’installazione dei servizi segreti Usa in Ucraina non è tuttavia recente. Ben prima dell’invasione russa del febbraio 2022, addirittura ai tempi dello scoppio della guerra del Donbass seguita alla rivolta di Euromaidan, gli apparati americani hanno deciso di riformare e riorganizzare le forze di intelligence ucraine, giudicate totalmente compromesse dalla Russia, trasformandole nel loro esatto contrario: il partner più efficace nell’opposizione al Cremlino. Dopo l’invasione

La “battaglia segreta” della Cia contro la Russia

Dal 2015 ha insomma luogo una battaglia segreta della Cia contro la Russia che si avvale di 12 basi “oscure” sparse nelle foreste al confine ucraino. Un progetto che agli Usa è costato decine di milioni di dollari, ma che ha permesso di raccogliere informazioni preziosissime sui metodi del Cremlino. Come il bunker sopra descritto, anche gli altri 11 avamposti realizzati dalla Cia si camuffano nelle foreste alla frontiera tra i due Paesi in guerra, spesso sfruttando la “copertura” di basi ucraine già distrutte dai russi. Il tutto evitando ogni escalation con Mosca, che ovviamente è al corrente di tutto questo sistema “occulto” statunitense.

Per riuscire nello scopo, i servizi segreti americani hanno riorganizzato la Sbu (i Servizi di sicurezza ucraini) addirittura fin dal 2004. Nel 2015 ha ad esempio formato la Quinta Direzione dell’agenzia di Kiev, appositamente separata dal resto del bureau, con tanto di quartier generale dedicato all’interno della Direzione principale dell’intelligence (Gur) dell’Ucraina, sotto il controllo del Ministero della Difesa. La Cia ha inoltre messo su l’Unità 2245, un commando militare d’élite specializzato in operazioni di sabotaggio, e la Direzione per lo spionaggio elettronico (sempre presso il Gur). Gli 007 di Washington hanno infine addestrato nei Paesi europei agenti segreti in grado di raccogliere informazioni sensibili in Russia senza essere scoperti.

Secondo il Washington Post, nel “pacchetto Cia” per l’esercito ucraino sono compresi anche sistemi di sorveglianza, programmi di addestramento, formazione ed equipaggiamento militari che hanno permesso a Kiev di condurre con successo campagne mirate di sabotaggio e anche omicidi nelle repubbliche separatiste filorusse di Donetsk e Lugansk e successivamente anche negli oblast annessi unilateralmente da Mosca. In tutto, nei 12 bunker “nascosti” nel fitto dei boschi frontalieri ucraini, sono impiegati oltre 800 ufficiali dei servizi segreti ucraini.