Come previsto, la Russia ha aumentato la pressione militare sull’Ucraina prima che i sistemi missilistici a lungo raggio e le nuove armi e munizioni fornite dall’Occidente entrino in funzione a pieno regime. Al fronte la situazione per il Paese invaso è ancora disperata e anzi sta peggiorando, coi soldati schiacciati dalla superiorità militare degli invasori.
Oltre ai pesanti e continui bombardamenti sulle infrastrutture energetiche e sulle città ucraine, i russi hanno messo a segno importanti conquiste tattiche e avanzano nell’Est del Paese. Si tratta di un’avanzata lenta ma apparentemente inesorabile, che rosicchia terreno alla resistenza ucraina ma che lede anche il già bassissimo morale di truppe e popolazione.
L’avanzata russa e le difficoltà ucraine
I “quotidiani successi tattici”, secondo la Cnn, registrati dai russi sul suolo ucraino gettano una pesante ombra sulla possibilità di ribaltare l’andamento del conflitto. In quest’ottica la presa della cittadina di Avdiivka, avvenuta a febbraio, ha segnato un deciso cambio di passo nella guerra in corso da circa due anni. Da allora, le truppe di Mosca hanno sfruttato la loro superiorità numerica e la parallela carenza di armi e munizioni delle forze avversarie per condurre un’avanzata lenta, ma costante. Se da un lato è vero che le recenti conquiste territoriali russe sono generalmente modeste – vanno da poche centinaia di metri a un chilometro -, dall’altro avvengono quasi simultaneamente in diversi punti del fronte, tenendo sotto costante e logorante pressione le già scarne difese ucraine. Ai soldati viene imposto di non sprecare proiettili e sempre più trincee vengono abbandonate al nemico.
Il ritiro ucraino a nord-ovest di Avdiivka, ad esempio, ha consentito agli invasori avanzare di diversi chilometri sino a occupare l’importante snodo ferroviario di Ocheretyne. Contemporaneamente, il Cremlino ha lanciato missili e razzi Mlrs, bombardando a tappeto il territorio ucraino a Est del fiume Dnepr. Ogni giorno si contano centinaia di colpi e attacchi con sciami di droni. Se dovesse arrivare a prendere Kharkiv, la guerra registrerà un’ulteriore svolta. Più di 110 insediamenti nelle regioni di Chernihiv, Sumy, Kharkiv, Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk, Kherson e Mykolaiv sono il fuoco costante dell’artiglieria. Da ultimo, Mosca ha annunciato di aver preso il controllo dell’insediamento di Novobakhmutovka, nell’autoproclamata Repubblica del Donetsk, a una decina di chilometri da Avdiivka. Si tratta della terza località a cadere in poche settimane, cui si aggiunge un’ulteriore avanzata proprio nella regione settentrionale di Kharkiv, dove Kiev è corsa ai ripari posizionando carri armati e sistemi d’artiglieria.
Nel complesso “la situazione è peggiorata”, ha ammesso il capo delle Forze armate ucraine Oleksandr Syrsky. Le forze armate russe hanno inoltre attaccato 10 aree di confine e insediamenti dell’oblast di Sumy, provocando più di 100 esplosioni. Sono state prese di mira le comunità di Khotin, Yunakivka, Bilopillia, Krasnopillia, Velyka Pysarivka, Esman, Shalyhyne, Seredyna-Buda, Shostka e Novo Sloboda. Da mesi i residenti della regione subiscono quotidianamente minacce di bombardamenti, provocando evacuazioni su larga scala.
La situazione al fronte
“Il terrore russo è possibile solo perché abbiamo meno armi e soluzioni per proteggere la vita di quanto la Russia abbia la capacità di distruggere”, ha sintetizzato Volodymyr Zelensky. “Tutti sanno quanto siano efficaci i Patriot e altri moderni sistemi di difesa aerea. Ne abbiamo bisogno qui in Ucraina. Meno il Cremlino ottiene con il terrore, più sarà interessato a trovare la pace. Dobbiamo costringere la Russia a farlo insieme”, ha ribadito. Sembra insomma che Kiev non possa far altro che attendere l’arrivo degli aiuti americani ed europei per frenare l’avanzata russa. Difficilissimo che possa respingerla. Con ogni probabilità, le truppe russe continueranno a ottenere guadagni tattici a Est nelle prossime settimane, e i comandanti ucraini potrebbero decidere di effettuare ulteriori ritirate se Mosca arrivasse a minacciare altre posizioni tattiche di particolare rilevanza.
La prossima linea di insediamenti difendibili nell’area è distante qualche decina di chilometri dal fronte difensivo di Kiev che le forze russe hanno attaccato a febbraio. Per scongiurare un’ulteriore rottura del fronte e rallentare l’avanzata nemica, gli ucraini potrebbero essere in grado di utilizzare strutture difendibili nei campi immediatamente a ovest dell’attuale linea del fronte. Il completo ritiro ucraino in posizioni fortificate più a ovest di Avdiivka, secondo l’Isw, dovrebbe consentire ai russi di avanzare rapidamente. Secondo gli analisti, i vertici militari di Mosca potrebbero in alternativa decidere di avanzare verso nord nell’area di Ocheretyne, lungo l’autostrada H20, per fare pressione sulle forze ucraine che difendono la zona di Toretsk e anche sulla retroguardia operativa a ovest di Chasiv Yar. Da tempo il Cremlino mira a conquistare quattro grandi città che formano una cintura di fortezze nell’oblast di Donetsk: Slovyansk, Kramatorsk, Druzhkivka e Kostyantynivka. In altre parole: per l’Ucraina il tempo stringe.
Verso una grande offensiva russa in estate?
Secondo fonti di intelligence occidentali, la strategia militare di Mosca punta a creare le condizioni per una nuova offensiva prevista in estate. Il primo obiettivo, lo abbiamo ribadito, è quello di guadagnare (e dunque rafforzare) posizioni proprio in vista dell’arrivo dei miliardi di dollari di aiuti militari americani, nello specifico sistemi missilistici Patriot, munizioni di artiglieria e batterie anti-droni. Anche attraverso la distruzione di depositi di armamenti in aeroporti ucraini. Per questo, nel breve termine i russi potrebbero strappare altro territorio a est nell’area di Avdiivka, e puntare alla conquista della nevralgica Chasiv Yar, situata più a nord. Politico ha rivelato che, a dicembre 2023, il leader ucraino, incontrando lo speaker della Camera statunitense Mike Johnson, aveva sottolineato che senza l’aiuto militare americano gli ucraini sarebbero stati in grado di reggere “fino a marzo o aprile”. Tuttavia, secondo l’Institute for the Study of War, è improbabile che le forze russe compiano “una penetrazione più profonda e operativamente significativa nell’area nel breve termine”.
“Fra gli ucraini sta crescendo il panico al fronte”, specialmente su quello del Donbass, ha detto provocatoriamente il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov: “Occorre mantenere la pressione sul nemico”. In questo quadro Mosca, rivela ancora Politico citando gli 007 Usa, sta dislocando nuovamente sul campo di battaglia migliaia di militari mercenari inquadrati nel Gruppo Wagner. “Un gruppo legato alla Guardia nazionale è già in Ucraina e sta subendo perdite. Altri due operano al comando dell’intelligence militare, mentre un quarto gruppo si sta riorganizzando in Africa“, ha rivelato l’intelligence di Washington.