Per gli 007 americani, Navalny non è stato ucciso su ordine diretto di Putin

Secondo l'intelligence americana, non ci sono prove concrete che il presidente russo abbia disposto la morte dell'oppositore, avvenuta in una colonia penale oltre il Circolo Polare Artico

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Le agenzie di intelligence degli Usa sembrano confermare ciò che Putin ha spesso affermato: il Cremlino non c’entra nulla con la morte di Alexei Navalny. Di più: secondo gli 007 americani, il presidente russo non avrebbe ordinato direttamente la morte del dissidente all’interno della colonia penale dell’Artico dove era detenuto da dicembre 2023.

Un’affermazione impossibile secondo i sostenitori di Navalny: “Ci può credere solo chi non conosce la realtà della Russia moderna”. “Putin è capace di tutto”, tuonò Yulia Navalnaya quando è deceduto suo marito. Ma, come nel caso delle altre uccisioni attribuite al Cremlino, la diretta volontà di Putin non si è trasformata in diretta responsabilità. Almeno sulla carta, il presidente russo non ha insomma lasciato tracce di ordini o comunicazioni sul far fuori l’oppositore russo divenuto un beniamino in Occidente. E, difatti, i servizi segreti statunitensi non li hanno trovati.

“Putin non ordinò la morte di Navalny”

Le valutazioni degli 007 americani, condivise anche dalla Cia e pubblicate dal Wall Street Journal, sono basate su una serie di informazioni alcune strettamente riservate e sull’analisi dei fatti pubblici, compresa l’ora della morte e l’ombra che il decesso ha gettato sulla rielezione di Vladimir Putin alle presidenziali. Per contro, non è chiaro se il governo statunitense abbia un’idea di come sia morto Navalny. La sua morte è tuttavia apparsa come “l’ultimo colpo di una lunga campagna condotta da Mosca per uccidere o costringere all’esilio ogni possibile alternativa a Putin”. Una campagna che include anche i giornalisti contrari al sistema, come dimostrato dal fermo del russo Konstantin Gabov con l’accusa di “estremismo” per aver partecipato alla realizzazione di video destinati al canale YouTube del gruppo legato a Navalny.

Una settimana prima del decesso dell’oppositore russo, il presidente americano Joe Biden e il cancelliere tedesco Olaf Scholtz stavano valutando una proposta per uno scambio di prigionieri che avrebbe portato alla liberazione di Navalny e degli americani in carcere in Russia Evan Gershkovich e Paul Whelan. In cambio il Cremlino avrebbe chiesto Vadim Krasikov, la spia russa incriminata in Germania per la morte di un dissidente della Georgia. Putin ha ammesso in marzo di aver accettato l’idea dello scambio, a condizione che Navalny non fosse mai tornato in Russia. Cosa che, poi, ha invece fatto.

Lo scetticismo sulla versione degli 007 Usa

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, la conclusione degli 007 di Washington non esonera comunque Putin dalla responsabilità del decesso del suo più convinto oppositore in un Paese in cui la repressione del dissenso è diventata sistematica. Le conclusioni americane sono state accolte con scetticismo da diversi Paesi europei, da Mosca e dagli alleati di Navalny. “Ho visto l’articolo. Non lo descriverei come un articolo di alta qualità che merita attenzione. Sono solo speculazioni inutili”, ha tagliato corto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. E ancora: “Sembra che l’obiettivo fosse quello di dare al pubblico mondiale qualcosa da leggere nel fine settimana“.

Alcune agenzie di intelligence europee non sono convinte della versione del quotidiano statunitense perché “è difficile che Putin non sia stato coinvolto direttamente nella morte del dissidente”. In un sistema strettamente controllato come quello della Federazione Russa, secondo gli europei è improbabile che il capo del Cremlino non ne fosse stato a conoscenza. Le conclusioni degli 007 americani sono state criticate anche dagli alleati di Navalny: chi afferma che Putin non sapesse nulla “chiaramente non capisce come funziona la Russia moderna. L’idea che Putin non fosse informato e non abbia approvato l’uccisione di Navalny è ridicola”, ha dichiarato Leonid Volkov, alleato di lunga data dell’oppositore.