Ucraina, Zelensky cambia il capo dell’esercito: via Zaluzhny, dentro il generale Syrsky

Il presidente ucraino rivoluziona il vertice delle Forze Armate, silurando il comandante in capo col quale la tensione era alle stelle da mesi. Tutti i perché e come cambia la guerra contro la Russia

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Il cambio al vertice delle Forze Armate dell’Ucraina era nell’aria da tempo, e alla fine è giunto. Dopo mesi di tensioni e divergenze, il presidente Volodymyr Zelenksy ha silurato il generale Valery Zaluzhny, sostituendolo con il colonnello generale delle forze di terra Oleksandr Syrsky.

Una mossa con cui il leader ucraino vuole spazzare via tutte le polemiche e il malcontento popolare per la gestione della guerra, imputando Zaluzhny come principale responsabile del fallimento della controffensiva contro la Russia.

Il cambio (annunciato) alla guida delle Forze armate ucraine

“Ho nominato il colonnello generale Syrsky comandante in capo delle Forze armate ucraine”, ha dichiarato Zelensky in un discorso video. Si esprime come sempre in russo il presidente ucraino, ma non dice una parola di più sulle motivazioni profonde che hanno portato al cambio di vertice militare. Zelensky ha definito Syrsky “il generale più esperto d’Ucraina”, ricordando che ha condotto la difesa di Kiev all’inizio dell’invasione russa, ormai due anni fa, e che ha guidato la controffensiva dell’autunno 2022 che liberò la regione di Kharkiv dall’occupazione degli invasori.

Prima di certificare la decisione finale, Zelensky ha avuto decine di colloqui con comandanti di vario livello, in particolare con i generali di brigata Andriy Hnatov, Mykhailo Drapaty, Igor Skybyuk e i colonnelli Pavel Palisa e Vadym Sukharevsky. “Tutti loro sono presi in considerazione per posizioni di comando nell’esercito”, ha assicurato. La rimozione di Zaluzhny è stato un argomento molto discusso nel Paese invaso negli ultimi 10 giorni, dopo un incontro della scorsa settimana in cui Zelensky avrebbe chiesto a Zaluzhny di dimettersi. Il generale capo aveva però rifiutato, portando la tensione col potere politico a livelli ormai insostenibili.

Nel suo consueto intervento audiovisivo serale, Zelensky ha annunciato il nuovo gruppo dirigente che assumerà la guida delle Forze armate. “Voglio che i nostri soldati a Robotyne o Avdiivka, e nello Stato Maggiore e nello Stavka, abbiano la stessa visione della guerra”. Sul cambio ai vertici si è pronunciato anche il ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov: “Il generale Zaluzhny ha avuto uno dei compiti più difficili: guidare le forze armate dell’Ucraina nella guerra contro la Russia. Ma la guerra non è sempre la stessa. La guerra cambia e le esigenze cambiano. Le battaglie del 2022, 2023 e 2024 sono tre realtà diverse. Il 2024 porterà nuovi cambiamenti, per i quali dobbiamo essere pronti. Sono necessari nuovi approcci, nuove strategie. Oggi è stata presa una decisione sulla necessità di cambiare la leadership delle Forze Armate dell’Ucraina”.

Perché Zaluzhny è stato silurato: i “veri” motivi

Chi conosce un poco la storia lo sa: nelle guerre che si prolungano nel tempo, arriva sempre un momento in cui la relazione tra potere politico e potere militare arriva ai ferri corti. Noi italiani lo sappiamo bene, in quanto eredi infelici della vicenda Cadorna durante la Prima Guerra Mondiale.

Appena qualche giorno fa, Zelensky aveva ribadito la necessità per l’Ucraina di continuare a ricevere gli aiuti occidentali, proprio nel periodo in cui gli Stati Uniti annunciano uno stop alle forniture, scaricando il barile sulle spalle degli Stati Ue. “Per quanto riguarda la guerra sul terreno c’è stallo“, ha ammesso il presidente ucraino. E ha rincarato la dose: “Perché? Perché è mancato qualcosa. Ci sono stati ritardi negli equipaggiamenti e i ritardi significano errori. Noi combattiamo contro terroristi che hanno uno dei più grandi eserciti del mondo servono mezzi tecnici moderni”. Agitando la minaccia di un’aggressione russa anche all’Europa. L’ammissione di Zelensky segue quella scandita nelle ore precedenti dai vertici militari ucraini, i quali avevano parlato di una “situazione operativa tesa”.

Proprio la questione degli aiuti occidentali ha rappresentato uno dei pomi della discordia gettati sul ring dello scontro di potere tra Zelensky e Zaluzhny. Nel novembre 2023 il generale era arrivato a pubblicare un documento ufficiale senza passare dal governo di Kiev, proprio a rimarcare la differenza di vedute sulla gestione bellica. Nel testo si proponeva una ricetta alternativa ai piani di Zelensky per rompere lo stallo sul campo di battaglia e riprendere le redini di una controffensiva andata male. Senza più mandare i soldati incontro a morte certa per difendere a oltranza, per espressa volontà di Zelensky, il centro abitato di Bakhmut, assolutamente ininfluente dal punto di vista strategico al prezzo di tali perdite umane e di mezzi. Uomini e mezzi mancanti che avrebbero determinato i successivi insuccessi contro i russi.

Il documento conteneva anche un’analisi dell’aspetto logistico e industriale della guerra di liberazione, identificando nella forza militare l’unico modo per ripristinare la sovranità territoriale e lanciando accuse pesanti nei confronti delle organizzazioni internazionali sulla carta impegnate nel supporto all’Ucraina. Pur confermando l’importanza fondamentale del sostegno della Nato, Zaluzhny non ha mancato di sottolineare la necessità per il suo Paese di “fare da sè” nel campo delle forniture militari, ponendo anche le basi per la difesa futura e la ricostruzione. Non contare, insomma, in tutto e per tutto da un Occidente visibilmente stanco e disamorato sulla causa ucraina.

Il generale era ormai diventato scomodo anche perché estremamente popolare tra i cittadini e gran parte degli osservatori. Una minaccia politica troppo grande in vista delle ipotetiche elezioni che il presidente ha congelato in virtù della legge marziale in vigore, e che a molti è apparsa come una negazione del normale corso democratico di un Paese che ha abbracciato i valori occidentali. La costante e pressante intromissione diretta di Zelensky nelle questioni militari ha inoltre sorpassato di sana pianta Zaluzhny, addirittura tramite canali paralleli di comunicazione tra il presidente e i comandanti dei singoli reparti dell’esercito.

Come sarà il nuovo esercito ucraino del generale Syrsky

Anche la riluttanza di Zelensky a sostenere la richiesta di Zaluzhny di mobilitare fino a mezzo milione di persone, avanzata lo scorso dicembre, è una delle ragioni principali dell’aumento delle tensioni tra i due. Da parte sua anche il nuovo comandante Syrsky ha confermato la superiorità numerica delle forze russe, evidenziando che “il nemico continua a condurre assalti ad alta intensità e porta costantemente nuove riserve”. E ha spiegato che “per risolvere questioni problematiche di fondamentale importanza per la stabilità della difesa, sono state impartite le istruzioni necessarie ed è stata compiuta la redistribuzione delle forze e delle risorse”.

Le priorità principali per il nuovo generale capo restano l’efficace conduzione dell’intelligence, l’uso coordinato di tutti i mezzi di protezione antincendio, la protezione delle unità attraverso la guerra radio elettronica e la salvaguardia della vita dei militari.