Zelensky avverte l’Italia: “La Russia non si fermerà, la guerra può arrivare da voi”

Per il presidente ucraino gli eserciti europei non sono pronti ad una guerra. Parole positive per l'Italia: "Siete dalla nostra parte"

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

“La guerra può arrivare da voi perché abbiamo a che fare con Putin”. Esordisce così al Tg1 il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un’intervista andata in onda ieri sera. Zelensky ha espresso preoccupazioni riguardo alla preparazione degli eserciti europei, sottolineando che, se il conflitto dovesse dilagare, nessuno sarebbe pronto a fronteggiarlo. Ha sollevato dubbi sulla tempestività di reazione della NATO e ha evidenziato la necessità di una garanzia in tal senso.

Zelensky: “L’Italia è dalla nostra parte”

Riguardo ai rapporti con l’Italia, Zelensky afferma di avere un atteggiamento “molto positivo” nei confronti dell’ex premier Mario Draghi e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Mario ci ha aiutato molto per la candidatura all’Ue. Meloni è una persona molto seria e molto forte”, ha “influenzato la decisione di aprire i negoziati di adesione all’Ue. L’Italia è dalla nostra parte”, ha dichiarato.

Inoltre, la premier italiana, in un’intervista al Yomiuri Shimbun durante l’incontro con il primo ministro Fumio Kashida, ribadisce il forte sostegno dell’Italia all’Ucraina fin dall’inizio dell’aggressione russa. “Questo impegno ha molteplici dimensioni e non è un caso che sia al centro della Presidenza italiana del G7, in continuità con la grande attenzione riservata anche dalla Presidenza giapponese nel 2023. L’arma più grande disposizione è l’unità della nostra azione”, ha detto la premier.

Per il presidente ucraino, l’attuale Ucraina è più orientata verso l’Europa e ha un esercito potenziato con mezzi occidentali, sottolineando la sua determinazione nel non concedere alla Russia l’opportunità di prevalere attraverso strumenti di potere. Secondo Zelensky, la Russia non ha intenzione di fermarsi e per loro la pace equivale a una sconfitta. L’obiettivo principale di Putin è privare l’Ucraina della sua indipendenza, cercando di incorporarla nel suo impero. Sebbene il presidente ucraino riconosca eventuali errori personali come essere umano, sottolinea che sono stati compiuti più passi avanti nella situazione.

Gli aiuti dell’Unione Europea: quanto ha dato l’Italia

I 50 miliardi di euro stanziati dall’Unione Europea per l’Ucraina rappresentano un aiuto di fondamentale importanza, e desidero esprimere gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito. Zelensky sottolinea che senza questi fondi, la difesa sarebbe praticamente impossibile e che la mancanza di risorse finanziarie potrebbe mettere a rischio ciò che l’Ucraina ha ottenuto finora.

Dei 50 miliardi Ue per l’Ucraina, la quota dell’Italia è il 12-13%, quindi sui 6 miliardi di euro. In quasi due anni, dall’inizio dell’invasione di Putin, la Ue ha già dato complessivamente all’Ucraina circa 85 miliardi (quasi 35 miliardi sono stati per aiuti militari): di questi, l’Italia ha già versato circa 10 miliardi che adesso, con l’ultima decisione di Bruxelles, diventano in totale 16 miliardi.

Riguardo alla situazione sul terreno, ammette uno stallo e rileva che la controffensiva ha comportato perdite significative per la Russia, soprattutto nel mar Nero. Sottolinea che la Russia non vuole la pace, poiché per loro rappresenta una sconfitta, e Putin ha l’obiettivo di privare l’Ucraina dell’indipendenza. Zelensky fa notare inoltre che, nonostante il 26% del territorio ucraino sia ancora occupato, l’esercito russo non è riuscito a progredire significativamente.

Rielezione di Trump e cambi nelle forze armate, cosa ha detto Zelensky

Volodymyr Zelensky ha poi parlato di altri argomenti; come quello legato alla rielezione di Donald Trump e la politica statunitense verso l’Ucraina, con il presidente ucraino che esprime la speranza che, in caso di vittoria di Trump, la linea politica nei confronti dell’Ucraina rimanga invariata.

Ma anche della necessità di un “reset” e di un “nuovo inizio” riguardo alla leadership dell’Ucraina e in merito alle notizie sui media di una possibile destituzione del comandante delle forze armate ucraine, generale Valery Zaluzhny. Afferma che si tratta di un cambiamento più ampio che coinvolge diversi settori e non si limita solo al settore militare.

Infine, concorda con Papa Francesco sull’osservazione che c’è il rischio di abituarsi alla guerra. Avverte che, sebbene la gente possa adattarsi alla situazione, quando la guerra colpisce direttamente il proprio territorio, diventa impossibile e inammissibile abituarsi. Sottolinea che l’abitudine alla guerra comporterebbe la perdita della guerra stessa e dell’identità nazionale.