Trump pronto ad andare in Ucraina per fermare la guerra in 24 ore. Zelensky: “Venga a Kiev e lo faccia”

Volodymyr Zelensky si dice pronto a invitare Donald Trump a Kiev, ma solo se è in grado di fermare la guerra in 24 ore, come aveva sostenuto

Foto di Giorgio Pirani

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Durante un comizio nel New Hampshire, Donald Trump ha dichiarato: “Ho familiarità con Putin e Zelensky. Affronterò la questione prima ancora di assumere ufficialmente l’incarico“. Nel corso del suo intervento, Trump ha elogiato Viktor Orban come un notevole leader europeo e ha rassicurato sul fatto che eviterà lo scoppio di una terza Guerra mondiale. L’ex presidente degli Stati Uniti, attualmente coinvolto nelle primarie del partito repubblicano per cercare un nuovo mandato alla Casa Bianca nelle elezioni presidenziali di novembre, ha suscitato una reazione immediata da parte del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Zelensky ha replicato: “Se è davvero in grado di fermare la guerra in un solo giorno, lo sfido a venire a Kiev e a farlo”. Di fronte all’ennesima affermazione di Trump, in cui si è mostrato sicuro di avere la soluzione per “raggiungere un accordo in 24 ore” sulla questione della guerra, il leader di Kiev lo ha invitato a raggiungerlo nel paese attualmente coinvolto nel conflitto con la Russia, affermando: “Forse ha effettivamente un’idea valida e può condividerla con me”.

Rapporti Zelensky-Trump: quali conseguenze può avere una vittoria del tycoon

La polemica tra Zelensky e Trump non è una novità e si protrae da diversi mesi. Tuttavia, la sfida lanciata dal leader ucraino comporta dei rischi, considerando che le recenti dichiarazioni di Trump, seppur attualmente confinate agli slogan da campagna elettorale, rivelano un evidente disinteresse per la resistenza ucraina. Il partito di Trump ha già posto ostacoli ai finanziamenti destinati agli aiuti militari per l’Ucraina nel Congresso degli Stati Uniti.

Zelensky ha espresso il desiderio di conoscere la presunta “formula” di Trump per porre fine alla guerra, se egli la possiede. Nonostante l’interesse di Kiev nel coltivare legami con il leader repubblicano e i suoi alleati in vista delle elezioni presidenziali americane di novembre, l’attuale presidente ucraino ha motivi validi per diffidare di Trump. Il candidato repubblicano ha infatti dato l’impressione di non voler sostenere ulteriormente la resistenza dell’Ucraina contro l’offensiva russa, elogiando Putin per la sua “intelligenza” nell’occupare un’ampia area con molte persone, subendo solo impatti relativamente minori dalle sanzioni internazionali.

La visione di realpolitik di Trump non è gradita a Zelensky, che nel frattempo deve affrontare una guerra entrata in una fase di stallo. Il capo militare ucraino, Valery Zaluzhny, ha scritto su The Economist che, simile alla prima guerra mondiale, l’Ucraina si trova ora in una situazione di stallo a causa di un livello tecnologico raggiunto.

Nonostante l’Ucraina abbia resistito all’offensiva russa per oltre 20 mesi, Zaluzhny ha sottolineato che senza un notevole avanzamento tecnologico per superare l’impasse, è probabile che non si verifichi una svolta significativa. In questo contesto, Zelensky ha invitato Trump a Kiev, inserendosi in uno scenario di incertezza e necessità di soluzioni per sbloccare la situazione attuale.

Il parere di Zelensky sulla rielezione di Trump

Durante un intervento a Davos all’inizio di questa settimana, Zelensky ha cercato di dissipare le preoccupazioni riguardo a una potenziale diminuzione dei finanziamenti militari in caso di ritorno di Trump, affermando che “un uomo non può cambiare un’intera nazione”. La posizione ufficiale dell’Ucraina rimane aperta, con il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba che ha sottolineato l’intenzione di Kiev di “lavorare con qualunque realtà si presenterà dopo le elezioni” americane. Tuttavia, è evidente che una vittoria repubblicana porterebbe un cambio di scenario nel conflitto, lontano dagli impegni solidi e le promesse di supporto incondizionato di Biden e Zelensky.