Ucraina, con la Russia è guerra di missili ma Kiev non ha un piano B

L'inverno non ha congelato il conflitto in Ucraina, con la Russia che scaglia una pioggia di missili su tutto il Paese invaso. Senza gli aiuti europei, Kiev non ha speranze di vincere. Intanto Zelensky pensa a un nuovo piano di mobilitazione

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Se vengono meno gli aiuti occidentali, l’Ucraina non ha un piano B per affrontare la guerra con la Russia. È la drammatica realtà che viene fuori dal campo di battaglia e dai palazzi del potere di Kiev, certificata perfino dal ministro degli Esteri Dmytro Kuleba.

Intanto la guerra prosegue e si fa più intensa, con l’inverno che non frena il lancio di missili e gli scontri sul fronte orientale (come avevamo anticipato qui). I raid di Mosca si concentrano a ridosso della “linea di fuoco” che deciderà le sorti del conflitto, da Kahrkiv a Zaporizhzhia.

Russia e Ucraina si lanciano centinaia di missili

“Abbiamo dimostrato che la Russia può essere fermata, che la deterrenza è possibile”. Volodymyr Zelensky è convinto che l’Ucraina possa resistere e soverchiare la Russia. Dopo l’incontro con il suo omologo lituano Gitanas Nauseda, nel suo primo viaggio all’estero dell’anno, a Vilnius, il leader ucraino vuole chiudere con un successo la sua missione nei Paesi baltici per ricevere più aiuti militari. La Russia è una potenza industriale e demografica e il tempo gioca a suo esclusivo vantaggio. Zelensky sottolinea come il suo Paese debba ancora rafforzare le difese aeree contro l’intensificarsi degli attacchi missilistici e dei droni della Russia, oltre alla necessità di rifornire le scorte di munizioni.

Nei suoi raid contro siti industriali e militari nemici, Mosca ha utilizzato anche i temibilissimi missili Kinzhal. Gli ultimi attacchi si sono concentrati su Dnipro, Kharkiv e nelle regioni di Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk, Kryvyi Rih e Chmel’nyc’kyj, provocando morti e feriti e danni ingenti. I vettori russi a lunga gittata sono stati lanciati dal mare e da aerei su 108 aree dell’Ucraina e contro 113 postazioni di artiglieria, oltre al sito dove si svolgeva una riunione dei comandanti della 101esima Brigata della difesa terrestre.

Gli attacchi a lungo raggio sono diventati la caratteristica principale dei combattimenti di questo inverno. I massicci bombardamenti russi – più di 500 droni e missili sono stati lanciati tra il 29 dicembre e il 2 gennaio, secondo le autorità ucraine – stanno tuttavia esaurendo le scorte di armi con cui Kiev si difende, senza ormai più contrattaccare con la forza della scorsa primavera. L’escalation sta mettendo a dura prova le risorse di difesa aerea dell’Ucraina e lascia il Paese vulnerabile, a meno che non riesca ad assicurarsi ulteriori forniture di armi.

Secondo il ministro Kuleba, senza aiuti occidentali l’Ucraina non ha un piano B

L’Ucraina non ha un piano di riserva nel caso in cui l’Unione europea non le fornisca in tempo l’assistenza finanziaria necessaria. La dichiarazione del ministro Dmytro Kuleba suona quasi come una condanna, se non militare almeno alla sudditanza del Paese nei confronti del blocco occidentale. Vincere è una sfida da centrare a tutti i costi, così da non lasciare la ricostruzione post-bellica in mani nemiche. Secondo Kuleba, per rimettere in piedi il Paese Kiev attingerà ai beni congelati della Russia.

“Non abbiamo un piano B”, ha dichiarato il ministro degli Esteri ucraino al quotidiano spagnolo El Pais. “Si può vedere e pensare in modo diverso, si puà parlare di piani A, B e C e pubblicare articoli e materiali analitici, ma qui dobbiamo indirizzare tutte le nostre energie e il nostro potere intellettuale verso una cosa sola: far funzionare il piano A“. Il capo della diplomazia ucraina ha poi affermato che il ministero delle Finanze dovrà “dimostrare capacità di gestione” se il pacchetto di aiuti europei sarà ritardato. E ha inoltre espresso fiducia sul fatto che l’Ucraina riceverà i beni russi immobilizzati in Occidente e che saranno sufficienti per finanziare la ricostruzione del Paese. “Secondo le nostre stime, l’ammontare dei beni congelati russi equivale a oltre l’80% delle nostre necessità di recupero”, ha sottolineato Kuleba.

Nel frattempo, gli alleati non hanno chiesto a Kiev di tenere colloqui con la Russia su un possibile congelamento del conflitto. Secondo Kuleba, le autorità russe non vogliono “né un conflitto congelato né la pace”. L’Ucraina ha già “tentato” la via del dialogo con Mosca tra il 2014 e il 2022, durante il conflitto nel Donbass, con “negoziati interminabili” che però “si sono conclusi con l’invasione su vasta scala” voluta da Putin nel febbraio del 2022. “Ci sono guerre in cui una parte deve vincere e l’altra deve perdere. E l’aggressione russa contro l’Ucraina è quel tipo di guerra. L’Ucraina deve vincere e la Russia deve perdere. E tutto il pensiero politico dovrebbe concentrarsi sul raggiungimento di questo obiettivo”, ha proseguito Kuleba.

A che punto sono gli aiuti occidentali all’Ucraina

Intanto l’Ue sta cercando di raggiungere un accordo su 20 miliardi di euro (pari a 21,9 miliardi di dollari) di sostegno militare all’Ucraina e intende includere altri 50 miliardi di euro nel bilancio comunitario per fornire assistenza macrofinanziaria a Kiev per i prossimi quattro anni. La Nato, dal canto suo, ha annunciato che “continuerà a fornire all’Ucraina importante assistenza militare, economica e umanitaria” e che molti alleati “hanno delineato piani per fornire miliardi di euro di ulteriori capacità nel 2024”.

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Il nuovo progetto di mobilitazione dell’Ucraina

Oltre agli aiuti esterni, Kiev punta forte anche sul senso patriottico dei suoi cittadini, chiamati alla guerra dalla legge marziale (lo abbiamo spiegato qui). L’Ucraina anti-russa è tenuta insieme dal fatto che fa la guerra alla Russia. Fonti interne al governo Zelensky hanno fatto trapelare i dettagli di un nuovo progetto di mobilitazione militare, che potrebbe vedere presto la luce. Al momento è in discussione presso la Verkhovna Rada, il Parlamento monocamerale ucraino. Secondo i deputati ucraini, gli incontri si sono tenuti a porte chiuse con la partecipazione del comandante in capo delle Forze armate Valerij Zaluzhny, del capo di Stato maggiore Serhiy Shaptala e del ministro della Difesa Rustem Umerov. Ecco di seguito i punti principali del provvedimento:

  • i poteri di mobilitazione vengono assegnati agli enti locali e alle imprese;
  • tutte le persone obbligate al servizio militare devono presentarsi autonomamente agli uffici di registrazione e arruolamento militare, indipendentemente dalla ricezione di una convocazione;
  • viene tolto il differimento per alcune categorie disabili e per gli ex deputati;
  • viene introdotto il servizio militare di base per cinque mesi per tutti i cittadini di età inferiore a 25 anni;
  • l’età minima per la mobilitazione viene ridotta da 27 a 25 anni;
  • a coloro che prestano servizio militare all’estero verrà rilasciato il passaporto solo dietro presentazione dei documenti di registrazione militare;
  • è previsto l’invio di mandati di comparizione elettronici;
  • viene introdotta una serie di sanzioni per la renitenza alla leva, compreso il divieto di transazioni con beni immobili e oggetti di valore e l’ottenimento della patente di guida, prestiti e benefici.