Imprese a caccia di 531mila lavoratori: le figure che mancano

Tra figure specializzate, candidati non in linea e mancanza totale di application, le aziende sono in difficoltà: ecco i numeri e le figure più ricercate

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Con la fine dell’estate sono numerose le persone che tornando al lavoro avvertono la sensazione e la voglia di cambiare aria, forse perché insoddisfatti del luogo o delle mansioni svolte, altre ancora per scelte personali. Una voglia di cambiamento che mette in atto un turnover nel mondo del lavoro, con ricerche di nuovi posti e nuove posizioni aperte. E se a farlo sono i lavoratori, non sorprende più di tanto che anche le imprese, al ritorno dalle vacanze, si mettano alla ricerca di nuovi impiegati per arricchire la propria squadra di lavoro. Ma non sempre le cose vanno come pianificato e spesso capita che, nonostante le tante offerte di lavoro, le aziende abbiano difficoltà a trovare lavoratori qualificati per una posizione o addirittura soffrano la “mancanza di candidati”.

Quali figure mancano

È questo infatti il quadro che emerge dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere con Anpal, che fotografa una situazione in cui le imprese si trovano in difficoltà nel trovare lavoratori nonostante le tante offerte sul mercato. Secondo i dati, infatti, sarebbero oltre 531.000 le posizioni aperte da settembre a novembre, ben 7.000 in più del 2022, ma con una difficoltà nel trovare i giusti candidati che fa suonare il campanello d’allarme.

Secondo le stime, tra settembre e novembre, le assunzioni previste dovrebbero superare di poco gli 1,4 milioni, con un aumento dell’1,9% rispetto allo stesso periodo del 2022. Ma a emergere è una criticità non di poco conto, perché, continua a crescere la difficoltà nel reperire il personale che coinvolge il 48% delle assunzioni programmate delle imprese. Si tratta di un aumento di 5 punti percentuali rispetto ad un anno fa, situazione che per settori specifici, come quelli che coinvolgono figure tecnico-ingegneristiche e di operai specializzati, arriva anche a quote comprese tra il 60% e il 70%.

Ma quali sono i lavoratori maggiormente richiesti? Si tratta di oltre 252.000 assunzioni, la cui causa predominante è la “mancanza di candidati” (31,7%), mentre la “preparazione inadeguata” riguarda il 12% dei casi. In generale c’è carenza di operai specializzati (64,2%), di conduttori di impianti fissi e mobili (53,2%) e di professioni tecniche (49,5%).

Le figure più difficili da trovare, secondo il Bollettino del Sistema Informativo Excelsior, sono in particolare gli attrezzisti, gli operai e gli artigiani che trattano il legno (74,1% con un picco dell’87,7% nel Nord Ovest). Poi, ancora, gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (73,6%), i meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse e mobili (73,1%) e i fabbri ferrai costruttori di utensili (72%).

Particolare difficoltà viene poi registrata anche nel reclutare i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi, i tecnici in campo ingegneristico, i tecnici della salute e i tecnici della distribuzione commerciale. Insomma, una situazione che non sorride alle imprese che, nonostante tutta la buona volontà con l’apertura delle posizioni, si trovano in difficoltà.

La differenza tra Nord e Sud

A livello territoriale le maggiori difficoltà di reperimento riguardano le imprese del Nord Est (53,4%) con una quota superiore a quella registrata nel Sud e Isole (43,5%).

La situazione al Centro non cambia granché (45,9%), mentre il valore nel Nord Ovest (47,4%) si mantiene vicino alla media nazionale.