Laureati introvabili per le aziende: mancano 768mila professionisti, dagli ingegneri elettronici agli infermieri

Da quanto emerge dalla rilevazione del Sistema informativo Excelsior, nel 2023 le aziende non sono riuscite a realizzare le 768mila assunzioni programmate, per mancanza di offerta

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Un buco di 768mila lavoratori che nel 2023 le aziende non sono riusciti a colmare. È la quota di laureati, tra ingegneri elettronici, informatici e infermieri, che le imprese italiane hanno messo in programma di assumere, ma in un caso su due non hanno potuto per la mancanza di sufficiente offerta. Il divario è stato certificato dall’indagine Sistema informativo Excelsior, di Unioncamere e Anpal che ha analizzato il dato relativo alla domanda di lavoro programmata dai datori di lavoro nello scorso anno.

L’analisi

Dal report emerge che, a fronte di quasi 1,6 milioni di diplomati e circa 2 milioni di tecnici, le aziende non hanno trovato i laureati che cercavano su un totale di 5,5 milioni di ingressi previsti (tra i quali rientrano anche i trasferimenti di persone già occupate).

In circa il 62,9 per cento dei casi il motivo è perché non ci sono abbastanza lavoratori con specifiche competente e un titolo di studio universitario.

Rispetto a due anni fa, quando tra i laureati sono state programmate 783mila assunzioni, nel 2023 si è registrato un leggero calo della domanda dopo l’impennata del +23,5 per cento tra il 2021 e il 2022 (qui abbiamo parlato dei professionisti mancanti nel mercato del lavoro a gennaio 2024).

“Il 14 per cento della domanda di lavoro delle imprese era destinato lo scorso anno ai laureati – ha commentato il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli – Una quota elevata, che riflette l’upgrading tecnologico che stanno affrontando le aziende”.

“Però, il nostro Paese, è nelle posizioni basse della classifica europea per la percentuale di giovani che hanno completato un percorso di istruzione terziaria” ha rimarcato il rappresentante delle imprese, sottolineando che “in Italia i laureati tra i 25 e i 34 anni sono il 29,2 per cento mentre a livello europeo sono il 42 per cento“.

I laureati più ricercati

Come rilevato dal report del Sistema informativo Excelsior, anche per il 2023 le lauree più richieste sono state ancora una volta quelle di indirizzo economico, con quasi 223mila assunzioni, per una quota del 29 per cento dei laureati, seguite dai percorsi di studio in Ingegneria, per 162mila ingressi previsti, il 21,1 per cento della domanda totale, suddivisi nei seguenti corsi di studi: Ingegneria industriale (53mila), Ingegneria civile e architettura (49mila), Ingegneria elettronica e dell’informazione (45mila) e Altri indirizzi di ingegneria3 (quasi 15mila).

Scendendo in classifica, tra le lauree più ricercate rientrano anche gli indirizzi di Insegnamento e formazione (117mila inserimenti, pari al 15,2% della domanda totale), i titoli di studio del settore Sanitario e paramedico (quasi 62mila, 8,1% del totale) e di quello Scientifico, matematico, fisico e informatico (56mila inserimenti, pari al 7,3% del complesso delle richieste) (qui avevamo parlato della scarsità di donne nelle lauree a indirizzo Stem).

Scendendo nel dettaglio, tra i professionisti richiesti dalle aziende mancano in particolare gli ingegneri elettrotecnici (90,6%) e dell’informazione (80,7%), infermieri e ostetriche (80,3%), mentre nel 70 per cento delle richieste a scarseggiare sono i tecnici gestori di reti e di sistemi telematici, i farmacisti, gli specialisti in terapie mediche, i medici generici e i progettisti e amministratori di sistemi.

Non sono da meno gli analisti e progettisti di software, i tecnici programmatori, gli ingegneri energetici e meccanici, introvabili nel 60 per cento dei casi.