A gennaio servono 508mila lavoratori, ma la metà dei posti rischia di rimanere scoperta

Secondo il report di Unioncamere e Anpal, nel primo mese del 2024 le imprese sarebbero pronte ad assumere mezzo milione di persone, ma mancano i candidati

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Nelle aziende di tutta Italia sono disponibili già a gennaio mezzo milione di posti di lavoro, ma nella metà dei casi mancano i candidati adatti ai profili ricercati. È quanto emerge dal bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, secondo cui le imprese hanno programmato per il primo mese del 2024 circa 508mila assunzioni, delle quali quasi 250mila rischiano di andare a vuoto.

Il report

Secondo il report dell’Unione italiana delle camere di commercio e dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, a gennaio 2024 si stimano oltre 4mila posti in più rispetto allo stesso mese del 2023, in crescita dello 0,9%, e +69mila profili ricercati se si prende in considerazione il primo trimestre dell’anno (+5,3%), durante il quale si prevedono potenzialmente 1,4 milioni assunzioni.

L’analisi sottolinea però un divario rilevante tra domanda e offerta nel mercato del lavoro italiano, causata nel 31% dei casi dalla mancanza di candidati, per il 14,3% dalla preparazione inadeguata e per il 3,8% da altri motivi.

Sono le piccole e medie imprese, in generale, le realtà maggiormente alla ricerca di personale in questo primo mese del 2024: +3.300 lavoratori ricercati dalle ditte con meno di 50 impiegati, +3.800 richieste dalle aziende fino a 250 dipendenti e +1.900 per le società oltre questa soglia.

La tendenza per le microimprese, invece, risulta in calo di -4.500 assunzioni rispetto allo stesso mese del 2023.

Buona parte delle posizioni aperte a gennaio riguarda il settore dei servizi alle persone, nel quale si calcolano 70mila nuovi posti (+10,0% rispetto a gennaio 2023), e i comparti del commercio (68mila assunzioni in salita del 13,7% su base annua) e le costruzioni (51mila richieste pari al +1,8%).

Al contrario scende l’offerta di posti di lavoro nelle imprese del turismo e manifatturiere, rispettivamente -12,1% e -2,3% rispetto all’anno precedente, così come in generale nel comparto industriale, dove sono si stimano in questo inizio anno 172mila assunzioni (-1,1% su 12 mesi), 121mila delle quali nelle fabbriche e nelle public utilities (qui abbiamo parlato del piano del governo per le assunzioni nelle Pa degli under 24).

I profili più richiesti

Il bollettino del Sistema informativo Excelsior traccia, inoltre, l’elenco i profili più difficili da reperire sul mercato: gli specialisti nelle scienze della vita, farmacisti, biologi e altre professioni comprese nella categoria sono introvabili nel 91,4% dei casi, mentre rimangono vacanti il 72,8% dei posti per operai addetti a macchinari dell’industria tessile e delle confezioni, il 72,6% riservati ai fonditori, saldatori, montatori di carpenteria metallica, il 71,8% agli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni e  il 70,6 % ai tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi.

Sulla base dei titoli di studio, il 19% delle ricerche di personale è rivolto a laureati (97mila unità), il 30% a diplomati (155mila unità) e il 32% a chi è in possesso di una qualifica/diploma professionale (163mila unità), mentre sono circa 7mila le richieste per i diplomati ITS Academy.

Dal punto di vista geografico, il maggior numero di assunzioni si concentra del Nord-ovest e del Nord-est, rispettivamente oltre 174mila e oltre 118mila, seguite dalle regioni del Sud (oltre 110mila) e del Centro (circa 105mila). Tra le regioni è la Lombardia a proporre più posti di lavoro (circa 123mila), Lazio (oltre 53mila), Veneto (oltre 48mila), Emilia-Romagna (circa 48mila), Piemonte (oltre 38mila) e Campania (circa 35mila).