Quanto guadagna un assistente sociale e cosa deve studiare

Come si diventa assistente sociale e quanto guadagna questa figura di primo piano per i cittadini che si rivolgono ai servizi pubblici e privati?

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Esistono operatori specializzati nei servizi per la comunità: si tratta degli assistenti sociali. Questi professionisti si occupano dei minori, di gruppi specifici in condizioni di disagio, di disabili e di famiglie in difficoltà o che hanno bisogno di accedere a prestazioni di welfare erogate dallo Stato e dagli enti pubblici. Ma come si diventa assistente sociale e quanto guadagna questa figura indispensabile per i cittadini? Vediamo quale percorso di laurea è necessario e qual è l’iter per l’abilitazione e l’inizio della professione.

Cosa fa l’assistente sociale e di cosa si occupa

L’assistente sociale si occupa di tutti i cittadini che si trovano in condizioni di vulnerabilità e disagio. Analizza le criticità che gli vengono segnalate – sia dall’utente che si rivolge al servizio sociale su base volontaria, sia dalle autorità competenti – e progetta interventi di aiuto, monitorandone l’andamento e il raggiungimento degli obiettivi.

Le mansioni sono molteplici. A titolo di esempio si possono citare:

  • contenimento della dispersione scolastica;
  • gestione dello sportello aperto al cittadino;
  • inserimento di migranti e stranieri;
  • organizzazione di gruppi di volontariato e associazioni;
  • pianificazione di servizi territoriali dedicati alle varie fasce di popolazione;
  • programmazione delle risorse destinate al welfare;
  • reinserimento di ex detenuti;
  • supporto alle famiglie in difficoltà a livello economico o educativo;
  • supporto ad anziani e disabili, anche di tipo burocratico per l’accesso alle misure;
  • tutela dei minori a rischio e gestione delle pratiche di affido e di adozione.

Dove lavora un assistente sociale e con chi

Un assistente sociale può operare in diverse realtà, quali:

  • enti di ricerca e di formazione, come università, fondazioni e scuole;
  • enti di integrazione socio-sanitaria, come le ASL;
  • enti di risocializzazione, come comunità di accoglienza e il Tribunale per i Minorenni;
  • enti locali, che possono essere Comuni, Province, Regioni, cooperative e centri per l’impiego.

Collabora a stretto contatto con le amministrazioni locali, le forze dell’ordine e le istituzioni, i rappresentanti della giustizia, le associazioni. Può lavorare in équipe con altri professionisti come operatori sanitari (medici, infermieri, OSS), educatori, psicologi e psichiatri, e fornire supporto a giudici e legali.

retribuzione assistente sociale
Qual è lo stipendio di un assistente sociale?

Che studi bisogna fare: i corsi di laurea

Quale università occorre frequentare per diventare assistente sociale? In base al tipo di ruolo che si vuole ricoprire è necessario conseguire un tipo di laurea diverso.

  • L’assistente sociale deve completare un corso di laurea triennale in Servizio Sociale (classe L-39).
  • L’assistente sociale specialista deve anche completare un corso di laurea magistrale in Servizio sociale e Politiche sociali (classe LM-87).

Si tratta di figure con mansioni distinte e inquadrate diversamente a livello contrattuale e burocratico, come spiegato nella sezione relativa all’Ordine.

Durante gli studi sono previsti dei periodi di tirocinio che servono allo studente ad avvicinarsi alla professione e acquisire esperienza sul campo. Non si tratta tuttavia di lauree abilitanti, dato che è necessario sostenere un Esame di Stato per potersi iscrivere all’Ordine e iniziare a lavorare.

Iscrizione all’Ordine e differenze tra Sezione A e B

Tra i requisiti per diventare assistente sociale c’è l’iscrizione all’Ordine degli Assistenti Sociali della regione di appartenenza, che è possibile solo dopo aver superato le prove di valutazione, diverse in base alla sezione scelta e ai titoli in proprio possesso.

Dal 1993 solo gli iscritti all’albo professionale possono svolgere l’attività, anche se si tratta di liberi professionisti o dipendenti di aziende ed enti privati. Chi lavora senza abilitazione può essere denunciato per esercizio abusivo della professione.

L’Albo Unico prevede due sezioni in base ai titoli conseguiti e alle mansioni che l’assistente sociale può svolgere.

  • Sezione A: assistente sociale specialista, in possesso di laurea magistrale, che può ricoprire incarichi dirigenziali e e di coordinamento, oltre ad avere le competenze e poter ricoprire le mansioni dei colleghi della Sezione B.
  • Sezione B: assistente sociale, in possesso della laurea triennale, che può ricoprire incarichi operativi.

Quali sono le prove dell’Esame di Stato

Per l’iscrizione alla Sezione B per gli assistenti sociali sono previste quattro prove suddivise in:

  • due esami scritti;
  • una prova orale;
  • una prova pratica.

L’Esame di Stato per l’iscrizione alla sezione A per gli assistenti sociali professionisti consiste in tre prove suddivise in:

  • due esami scritti;
  • una prova orale.

Quanto guadagna un assistente sociale

Ma quanto guadagna dunque un assistente sociale? Tanto dipende dal tipo di contratto, dall’ente, dalla cooperativa o dall’azienda privata che assumono, dal ruolo e delle mansioni, dalle responsabilità e dall’anzianità di servizio. Non è detto poi che le amministrazioni abbiano necessità o la possibilità di assumere questa figura full time.

Un assistente sociale che lavora a tempo pieno nel settore pubblico, ad esempio negli enti locali, nei servizi sanitari, negli istituti scolastici o nei penitenziari, può aspettarsi questi stipendi:

  • 1.477,85 euro al mese, cioè 17.734,17 euro all’anno, a inizio carriera;
  • 2.699,18 euro al mese, cioè 32.390,20 all’anno, per ruoli dirigenziali.

Nel settore privato, con contratti stipulati da cooperative, associazioni e fondazioni, le cose cambiano, con stipendi leggermente inferiori:

  • 1.254,62 euro al mese, cioè 15.055,44 euro all’anno, a inizio carriera;
  • 2.542,83 euro al mese, cioè 30.513,96 all’anno, per ruoli dirigenziali.

Allo stipendio vanno aggiunte anche la tredicesima e l’indennità di funzione.

L’assistente sociale può anche decidere la strada del lavoro autonomo al posto di quella da dipendente. In questo caso i guadagni variano in base alla parcella o agli accordi presi con le varie realtà o al numero di assistiti. Bisogna considerare ovviamente che una partita Iva deve pagare le tasse in base alle proprie entrate e affrontare spese per il lavoro come quella del commercialista.