La morte di un familiare o di una persona cara comporta oltre alla gestione del dolore anche quella di una serie di incombenze burocratiche come ad esempio la richiesta del certificato di morte. Si tratta di un documento molto importante in quanto serve a regolare i rapporti tra privati o con le Pubbliche Amministrazioni.
La comunicazione dell’avvenuto decesso di una persona è infatti spesso richiesta per disdire i contratti per le utenze domestiche attive a suo nome, per bloccare il pagamento della pensione erogata dall’INPS o ancora per la successione ereditaria. Trattandosi di un momento difficile e molto delicato abbiamo pensato che fosse utile raccogliere le principali informazioni in merito.
In questo articolo ti spieghiamo quando occorre presentare il certificato di morte, le diverse modalità per richiederlo con le relative tempistiche ed anche i casi in cui questo documento può essere sostituito da una semplice autocertificazione. Prenditi qualche minuto di tempo e leggi l’articolo per evitare di commettere errori e per assicurarti di inviare la richiesta all’ente adeguato.
Indice
Cos’è il certificato di morte?
Il certificato di morte è un documento che viene rilasciato su richiesta dall’Ufficio di Stato Civile del Comune di residenza del defunto o del Comune in cui è avvenuto il suo decesso. Il certificato di morte contiene, oltre alle generalità del defunto, due informazioni fondamentali che ne attestano ufficialmente il decesso:
- nome, cognome e stato civile del defunto;
- data e luogo in cui è avvenuto il decesso;
- numero di protocollo associato alla registrazione dell’atto di morte, da cui risulta il decesso.
Qual è differenza tra certificato di morte e atto di morte?
Certificato e atto di morte sono due documenti diversi, anche se nella pratica spesso vengono confusi ed i due termini vengono utilizzati in modo improprio. Conoscere la differenza tra i due documenti è importante per evitare disguidi e problemi nella presentazione delle diverse pratiche. L’atto di morte è appunto un atto redatto da un ufficiale di stato civile, presente sul luogo del decesso, che certifica l’autenticità di una dichiarazione di morte di un soggetto.
Se il decesso si verifica presso un’abitazione privata, l’atto di morte può essere richiesto da un familiare o dall’agenzia funebre che si occuperà del funerale. Se invece la morte si verifica presso un ospedale o una casa di cura, l’atto di morte viene richiesto da un medico o da un direttore sanitario. Nel documento sono contenute le seguenti informazioni:
- luogo, data ed ora in cui è avvenuto il decesso;
- nome e cognome del defunto;
- luogo e data di nascita del defunto;
- residenza e cittadinanza del defunto;
- nome e cognome del coniuge del defunto;
- generalità del dichiarante (nome, cognome, luogo e data di nascita).
Per ricavare il certificato di morte occorre l’atto di morte. La differenza sta proprio nella natura dei due documenti: il primo dipende dal secondo. Senza l’atto di morte il Comune non può dunque redigere e consegnare il certificato di morte.
A cosa serve il certificato di morte?
Il certificato di morte assolve molteplici funzioni. Nella maggior parte dei casi viene richiesto per motivi di successione ereditaria. Gli eredi interessati sono tenuti infatti a presentare entro 12 mesi dalla morte del defunto la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate. Tra i documenti richiesti per la pratica è presente anche il certificato di morte.
Inoltre il certificato in questione è utile per il disbrigo di altre pratiche come ad esempio la sospensione del pagamento della pensione erogata dall’INPS o ancora per la disattivazione dei contratti di fornitura di servizi (acqua, luce, gas, internet etc) a nome del defunto. Infine il certificato di morte è necessario per richiedere dei giorni di permesso a lavoro. In caso di morte di un familiare, il lavoratore ha diritto ad un permesso retribuito (permesso per lutto) che gli consente di assentarsi dal lavoro per qualche giorno (3 giorni l’anno).
Il certificato di morte può essere richiesto da tutti i soggetti che abbiano la necessità di dichiarare la morte di una persona. Dunque non soltanto i parenti ma tutti quei soggetti che conoscono i dati anagrafici del defunto.
Dove e come si richiede il certificato di morte?
Per ottenere il certificato di morte il richiedente deve rivolgersi al Comune. In questo caso vige il principio di competenza territoriale ed il certificato va richiesto al:
- Comune di residenza del defunto quando il decesso è avvenuto nel comune in cui risiedeva il defunto o è avvenuto altrove ma il decesso è stato trascritto nei registri di stato civile del comune di residenza del defunto;
- Comune nel quale è avvenuto il decesso.
Una volta individuato il Comune di interesse per presentare la richiesta il richiedente non deve fare altro che compilare e consegnare l’apposito modulo all’URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico), all’Ufficio di stato civile o all’Ufficio Anagrafe.
Due sono le possibili alternative per presentare la richiesta del certificato di morte: recarsi personalmente al Comune di competenza territoriale oppure avvalersi degli strumenti telematici o altre modalità messe a disposizione dal Comune. Se non hai modo e tempo per consegnare la richiesta di persona, puoi scaricare l’apposito modulo sul sito istituzionale del Comune di riferimento ed inviare la richiesta nei seguenti modi:
- via posta all’indirizzo indicato dal Comune. Solitamente la richiesta va inviata all’Ufficio Anagrafe o all’Ufficio di stato civile;
- via fax, al numero indicato dal Comune;
- via Pec, all’indirizzo di posta elettronica indicato dal Comune;
- usufruendo dei servizi online predisposti dal Comune.
Se scegli una delle 4 opzioni su indicate, ricorda di:
- compilare correttamente tutti i campi presenti sul modulo;
- firmare il modulo;
- allegare una fotocopia del tuo documento di identità.
Per quanto riguarda i tempi, generalmente il certificato di morte viene rilasciato seduta stante nel caso in cui si faccia la richiesta presso il Comune ed in 2 giorni lavorativi per le richieste via fax, via pec oppure online. Tempi più lunghi sono previsti per la richiesta inviata a mezzo posta. Il certificato ottenuto ha validità illimitata.
A prescindere dalla modalità di richiesta del certificato di morte, il rilascio del documento è sempre gratuito.
Autocertificazione di morte: cos’è e quando si può utilizzare?
Con il termine autocertificazione si indica una dichiarazione scritta dal richiedente con la quale si certifica una determinata situazione o condizione. Si tratta di un documento che può sostituire in specifici casi il certificato di morte. Il vantaggio di poter utilizzare l’autocertificazione è senza dubbio il notevole risparmio di tempo.
In questo modo infatti il soggetto interessato non dovrà preoccuparsi di recarsi presso il Comune d’interesse o di recuperare le informazioni per le altre modalità di richiesta previste ma ha subito disponibile un documento con tutte le informazioni che sarebbero state riportate nel certificato di morte. Quando è possibile utilizzare l’autocertificazione e come si redige? Ecco tutto quel che occorre sapere in merito.
I casi di utilizzo dell’autocertificazione di morte
L’autocertificazione di morte può essere utilizzata per tutte le comunicazioni che hanno come destinatari gli uffici della Pubblica Amministrazione o i gestori di pubblici servizi. L’articolo 15 della legge n 183 del 2011 stabilisce che gli organi della P.A. ed i gestori dei pubblici servizi non possono più richiedere la consegna dei certificati che sono stati sostituiti dalle autocertificazioni. Per le comunicazioni tra privati la questione è diversa.
I soggetti privati infatti non hanno l’obbligo di accettare le autocertificazioni, pertanto possono sempre richiedere anche la consegna di un certificato di morte, anzi più precisamente è un loro diritto. Volendo fare un esempio pratico: in alcuni casi per la successione basta presentare l’autocertificazione di morte alle Agenzie delle Entrate (Modello T9) mentre per richiedere un permesso per lutto, sia per i dipendenti privati che pubblici, occorre necessariamente consegnare il certificato di morte.
Come si scrive la dichiarazione sostitutiva del certificato di morte?
Generalmente il modello dell’autocertificazione è reperibile e scaricabile sui siti istituzionali degli Uffici della P.A. e dei gestori dei servizi pubblici. Puoi anche scrivere l’autocertificazione di tuo pugno e dovrai inserire le seguenti informazioni:
- generalità del dichiarante: nome, cognome, luogo e data di nascita;
- grado di parentela che intercorre tra il dichiarante ed il defunto (discendente, ascendente, coniuge);
- generalità del defunto: nome, cognome, luogo e data di nascita;
- informazioni sul decesso: giorno e luogo in cui è avvenuto.
Ricorda che l’autocertificazione se non corrispondente alla realtà dei fatti comporta le conseguenze penali previste dal nostro ordinamento giuridico per le dichiarazioni non veritiere e mendaci. Per questo motivo ricorda sempre di inserire nell’autocertificazione, subito dopo le tue generalità, il seguente testo: “consapevole delle sanzioni penali di cui agli articoli 75 e 76 del D.P.R. n. 445 del 2000, previste in caso di dichiarazioni mendaci o non veritiere” .
Anche la certificazione non prevede costi, non è infatti necessario apporre marche da bollo. Ricordiamo inoltre che alla dichiarazione sostitutiva del certificato di morte va sempre allegata la fotocopia di un documento di riconoscimento. Sia che si decida di consegnare di persona l’autocertificazione sia che si invii a mezzo posta, fax, email.