Quanto guadagna un infermiere?

Quanto guadagna un infermiere al mese a seconda della categoria d’appartenenza e del ruolo ricoperto nel settore pubblico e in quello privato

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

 

Lavorare in ospedale è bello e appagante, ma com’è lo stipendio? Vi siete mai chiesti quanto guadagna un infermiere? Per rispondere a questa domanda è anzitutto necessario sapere che gli infermieri possono lavorare sia nel settore pubblico sia in quello privato. Anche negli ospedali, inoltre, non è raro trovare personale assunto tramite cooperativa. La stessa professione ha inquadramenti contrattuali diversi ai quali – a volte – non corrisponde lo stesso salario. Ma quanto guadagna in genere un infermiere? Il contratto collettivo nazionale della Sanità stabilisce le linee guida per la professione e la remunerazione. Per quanto riguarda gli infermieri inquadrati nel pubblico, lo stipendio dipende dalla categoria di appartenenza.

Come si diventa infermieri in Italia: il percorso universitario

Per diventare infermiere è necessario completare un corso universitario di laurea triennale in Infermieristica, attraverso il quale sviluppare le competenze cognitive, comunicative, gestuali e tecniche di base. Può iniziare a lavorare solo chi è iscritto all’albo professionale, cioè all’Ordine delle Professioni Infermieristiche.

Esistono anche delle lauree specialistiche della durata di due anni, che instradano lo studente verso il dottorato di ricerca e il coordinamento, e master di specializzazione. Attraverso il master l’infermiere può diventare un infermiere di sanità pubblica, un infermiere pediatrico, un infermiere psichiatrico, un infermiere geriatrico o infermiere di area critica. Può inoltre diventare caposala, ferrista o triagista attraverso percorsi universitari o di formazione permanente.

Quali sono le mansioni di un infermiere e cosa fa in ospedale

Il decreto 739/94 sulla determinazione del profilo professionale dell’infermiere disegna un professionista intellettuale, competente, autonomo e responsabile. Il campo di azione di questa figura si può sintetizzare nel prendersi cura della persona e della collettività. Si muove cioè nei seguenti ambiti:

  • Promozione di uno stile di vita sano.
  • Prevenzione delle malattie.
  • Assistenza al paziente. Questa può essere di tipo tecnico, relazionale o educativo.
  • Riabilitazione.

Le mansioni dell’infermiere sono le seguenti:

  • Identifica o partecipa all’identificazione dei bisogni di salute del singolo e della collettività.
  • Formula e pianifica l’intervento assistenziale infermieristico in completa autonomia, con i relativi obiettivi.
  • Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-sanitarie.
  • Collabora con gli altri operatori sanitari, come i medici, e sociali e si avvale del personale di supporto, come gli oss.

Stipendio infermiere

Quanto guadagna un infermiere nel settore pubblico

In media un infermiere che lavora nel settore pubblico ha uno stipendio di 29.233 euro all’anno, che può essere più alto o più basso a seconda dell’esperienza che ha maturato e dei compiti che svolge all’interno del presidio sanitario. Grazie all’ultimo rinnovo del contratto CCNL Sanità, gli infermieri possono contare su un aumento in busta paga di circa 175 euro al mese.

Oggi un infermiere ha una una retribuzione annua compresa tra i 24.157,28 euro e i 32.081,46 euro lordi, a seconda del luogo in cui svolge la professione, ad esempio in ambulatorio, in sala operatoria o in terapia intensiva. A tali cifre bisogna aggiungere anche gli straordinari, l’indennità per i turni notturni e la tredicesima. Ma ci sono anche altri extra per i 277 mila infermieri che operano nel pubblico da prendere in considerazione, come l’indennità di specificità infermieristica e l’indennità professionale specifica.

Nella categoria infermieristica i livelli retributivi partono dal livello più basso D (o D0) e arrivano al D6. Per i coordinatori e i dirigenti infermieristici esiste un’altra scala di qualifica contrattuale che parte invece dal DS (o DS0) e arriva al DS6. Di seguito lo stipendio lordo (in euro) per ogni livello e l’aumento previsto (sempre in euro) dall’ultimo rinnovo del contratto nazionale della categoria.

Livello Stipendio lordo Aumento
D 2.013,11€ 90,24€
D1 2.084,45€ 91,15€
D2 2.148,42€ 90,98€
D3 2.212,80€ 91,60€
D4 2.277,66€ 92,21€
D5 2.347,54€ 96,50€
D6 2.429,43€ 96,92€
DS 2.165,23€ 91,57€
DS1 2.247,03€ 92,01€
DS2 2.331,04€ 92,53€
DS3 2.417,55€ 93,06€
DS4 2.492,49€ 96,75€
DS5 2.567,73€ 97,77€
DS6 2.673,46€ 101,67€

Allo stipendio lordo bisogna aggiungere, come già detto alcuni extra.

  • A chi rientra nel profilo di infermiere, infermiere pediatrico, infermiere senior e infermiere pediatrico senior, è corrisposta una cifra mensile di 72,79 euro come indennità infermieristica.
  • L’indennità notturna corrisponde 4 euro all’ora per il servizio svolto dalle 22 alle 6.
  • L’indennità economica per i servizi di pronta disponibilità (che hanno un tetto mensile di 7), è di 1,80 euro all’ora.

Quanto guadagna un infermiere nel settore privato

Queste sono le cifre che riguardano il settore pubblico. Non troppo diverso è il privato, dove gli infermieri guadagnano circa 1.500 euro netti al mese, con un range che va dai 1.100 euro ai 2.500 euro. Gli stipendi sono pressoché simili, anche se differenze considerevoli possono essere trovate da un’azienda all’altra. Ad esempio, chi lavora nelle Onlus e nelle cooperative può prendere anche solo 1.000 euro al mese, mentre gli infermieri in pronto soccorso e in sala operatoria possono arrivare ai 2 mila euro netti. Chi occupa posizioni dirigenziali viene pagato circa 3 mila euro al mese.

Anche il lavoro sanitario può essere svolto come libero professionista. Iscrivendosi a Enpapi e aprendo una partita Iva, è possibile mettersi in proprio e creare da soli un tariffario, attenendosi ovviamente alle linee generali. Sono sempre di più le persone che scelgono questa soluzione, anche a fronte della difficoltà di lavorare per le cooperative.