Tipologie del contratto di stage, obblighi, durata e retribuzione

Sono molti i giovani che lavorano con un contratto di tirocinio o stage. Ecco tutto quello che c'è da sapere su questa tipologia di contratto

Spesso, per un giovane che si affaccia al mondo del lavoro, il primo approccio è rappresentato dal contratto di stage. Tuttavia, tra definizioni (stage formativo, tirocinio formativo, stage non retribuito) e normative varie non è facile orientarsi. Lo stage è una formula d’inserimento in azienda molto utilizzata, ma è – come tutti i contratti di lavoro – regolata da diritti e doveri, che chi intende entrare nel mondo del lavoro è bene che conosca.

Innanzitutto, qual è l’età massima per uno stage? Su questo punto vi è un grande equivoco: non esistono limiti d’età entro cui uno stage formativo va effettuato. Ci sono però alcune Regioni che stabiliscono che, se dal conseguimento dell’ultimo titolo di studio sono passati meno di 12 mesi, l’azienda può “assumere” un giovane per un tirocinio formativo e di orientamento, se il tempo trascorso supera invece i 12 mesi dovrà attivare un tirocinio di inserimento o re-inserimento lavorativo.

Tirocinio formativo: le linee guida che le aziende sono tenute a rispettare

Per capire che cos’è il contratto di stage bisogna capire innanzitutto cosa si intende per tirocinio formativo. Come stabilito dalla Legge 148/2011, il contratto di tirocinio formativo (stage) e di tirocinio d’orientamento (non curriculare) sono riservati ai neodiplomati e ai neolaureati entro 12 mesi dal conseguimento del titolo di studio e non possono durare più di 6 mesi.

Sul fronte del compenso, l’Italia si è pronunciata pubblicando le Linee guida su stage e tirocini, cosicché in tutto il Paese vi fossero minimi qualitativi e procedure standardizzate. Sono queste linee guida a stabilire ad esempio la retribuzione del tirocinio formativo, che ora non può più essere svolto gratuitamente pena una sanzione – per l’azienda – compresa tra i 1000 e i 6000 euro. Sempre le linee guida stabiliscono che datori di lavoro pubblici e privati con sedi in diverse Regioni possono scegliere quale normativa adottare per la regolamentazione di stage e tirocini.

Ma quali sono dunque le regole di un contratto di stage? Innanzitutto, lo stagista non può percepire un compenso minimo mensile lordo inferiore ai 300 euro e non può essere chiamato dall’azienda a sostituire lavoratori a tempo determinato nei periodi di massima produttività né dipendenti assenti (per malattia, gravidanza o ferie).

L’azienda non può applicare il contratto di stage ai lavoratori che abbiano bisogno di una formazione preliminare, e non può avere più di un tirocinante se i dipendenti a tempo indeterminato sono massimo cinque. Il limite massimo è fissato a due tirocinanti per aziende con un numero di dipendenti compreso tra 6 e 20, mentre per quelle che superano i 20 dipendenti gli stagisti non possono superare il 10% dei lavoratori a tempo indeterminato.

Stage e tirocinio: come funzionano e qual è la durata massima

Altri non è, lo stage formativo, che un percorso formativo volto all’inserimento nel mondo del lavoro, al re-inserimento nel medesimo oppure all’orientamento della persona. I soggetti coinvolti nel contratto di stage sono l’ente promotore (l’università, la scuola superiore, i centri per l’impiego o di formazione professionale, i consulenti del lavoro, le cooperative sociali), il soggetto ospitante (imprese, aziende, studi professionali, fondazioni, cooperative, enti pubblici) e il tirocinante.

Lo stage è quindi un percorso formativo con una durata massima prefissata, obiettivi e obblighi del tirocinante, e per l’azienda l’obbligo di assolvimento ai fini INAIL contro gli infortuni sul lavoro e l’obbligo di seguire il tirocinante per tutta la durata dello stage per mezzo di un referente o di un tutor.

Se, come detto, il tirocinio formativo e di orientamento non può eccedere i 6 mesi, nel caso di tirocinio di inserimento e reinserimento al lavoro può arrivare ai 12. Stesso limite per i tirocini a favore di soggetti disagiati, mentre sono 24 i mesi massimi in caso si tratti di uno stagista con disabilità. Se poi durante lo stage il tirocinante dovesse incorrere in una malattia prolungata o in una gravidanza che lo costringano ad assentarsi per più di un terzo del tirocinio (nel primo caso) o per più della sua metà (nel secondo caso), può sospendere il periodo di formazione che, a quel punto, avrà una durata complessiva maggiore.

Le diverse tipologie di stage

Ma quali sono, dunque, le diverse tipologie di stage (tirocinio formativo a parte)? Innanzitutto c’è lo stage curriculare, riservato a chi frequenta un percorso di studi scolastico o universitario e volto al conseguimento di crediti formativi; il tirocinio di inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro si rivolge invece a disoccupati, inoccupati e lavoratori in mobilità ed è disciplinato dalle singole Regioni.

Ci sono poi stage a favore delle categorie disagiate (tossicodipendenti, alcolisti, soggetti in trattamento psichiatrico, condannati che possono usufruire di misure alternative alla detenzione), stage riservati alle persone con disabilità e quelli a favore degli immigrati. Tutti tirocini, questi, con le loro peculiari caratteristiche. Con una precisazione: non rientrano nelle linee guida i tirocini curriculari, il praticantato professionale e d’accesso agli ordini di professionisti, i tirocini organizzati in ambito comunitario, i tirocini estivi e quelli per extracomunitari.