Caratteristiche del contratto di lavoro a tempo parziale

Scopri con QuiFinanza tutto quello che c'è da sapere sul contratto part time

Per un lavoratore con contratto part-time indeterminato sono previste meno ore di lavoro rispetto a quelle previste da un contratto a tempo pieno. Il contratto part-time prevede per i lavoratori gli stessi diritti e tutele di quello full-time, in proporzione al tempo di lavoro svolto. Quindi la retribuzione viene stabilita al momento del contratto e lo stipendio mensile sarà in base alle ore di lavoro. Quando si stipula il contratto di assunzione, viene specificato che si tratta di un part-time e vengono indicate il numero di ore di lavoro settimanali da svolgere.

Esistono tre diversi tipi di part-time: orizzontale, verticale e misto e sono soggetti a regole e differenze. Le ore di lavoro minime, per un part-time, equivalgono a 16 ore a settimana, anche se le tipologie più diffuse sono da 20 o 30 ore settimanali.

Tipi di lavori part-time

I diversi tipi di lavoro part-time si differenziano in base alla distribuzione delle ore di lavoro.

  • Part-time orizzontale: Un contratto part-time è orizzontale quando la diminuzione dell’orario lavorativo fa riferimento all’orario giornaliero. Comprende contratti in cui il dipendente svolge il suo lavoro tutti i giorni, ma con un numero di ore ridotto, che sono solitamente 4 o 5.
  • Part-time verticale: Un contratto part-time è verticale quando il dipendente deve lavorare solo in giorni specifici della settimana, in questi casi però di solito è previsto lo stesso orario della giornata lavorativa previsto dal full-time. A volte il contratto può anche fare riferimento a lavori previsti solo in alcune settimane o mesi dell’anno.
  • Part-time misto: Un contratto part-time misto è molto flessibile, permette di combinare gli altri due contratti part-time descritti. Quindi potrebbe richiedere al dipendente di lavorare dei giorni a tempo pieno e altri con orario ridotto.

Retribuzione

Per quel che riguarda i diritti sullo stipendio e sulle ferie il lavoratore part-time ha gli stessi diritti di un lavoratore full-time. Lo stipendio viene calcolato sulla base delle ore di lavoro svolte. L’importo degli assegni familiari rimane invariato rispetto a un contratto a tempo pieno se sono state svolte almeno 24 ore di lavoro settimanale, come ad esempio nel contratto part-time a 30 ore settimanali, in caso contrario sarà ridotto e proporzionato alle ore lavorative.

Ferie

Anche se il dipendente part-time ha gli stessi giorni di ferie di un lavoratore full-time per diritto, ci sono delle differenze per quel che riguarda i giorni di congedo, ferie e permessi tra part-time verticale, misto e orizzontale. Nel caso di un contratto orizzontale i giorni di ferie sono uguali a quelli di un contratto a tempo pieno, nel caso di un contratto verticale o misto, invece, sono misurati in base alle ore di lavoro svolte, e solo se si lavora per un minimo di 15 giorni si maturerà un rateo di ferie.

Più contratti part-time

È possibile avere più contratti part-time poiché non esiste un limite. Il lavoratore può quindi avere un altro impiego e, a meno che questo non sia presso un’azienda concorrente, il datore di lavoro non può impedirlo.

Lavoro supplementare e straordinario

A un dipendente a contratto part-time, che prevede un numero ridotto di ore lavorative rispetto a un full-time, può venire richiesto di lavorare per delle ore aggiuntive, non previste dal contratto. È importante comprendere le differenze tra lavoro supplementare e straordinario.

  • Il lavoro supplementare nel part-time equivale nel lavorare per un numero di ore maggiore rispetto a quelle stabilite nel contratto, ma le ore in più dovranno essere comprese nei limiti del normale orario di lavoro che solitamente è di 40 ore settimanali. Ad esempio, è un orario di lavoro part-time supplementare se da contratto si devono svolgere 20 ore settimanali e invece se ne fanno 25.
  • Per lavoro straordinario ci si riferisce ad un numero di ore di lavoro che supera quelle che sono previste per il lavoro full-time, questa possibilità non è consentita per contratti a part-time orizzontale, ma lo è solo per contratti di lavoro a part-time verticale o misto

Part-time e lavoro supplementare

In generale, il lavoro supplementare non può andare oltre il 25% delle ore di lavoro settimanali presenti nel proprio contratto individuale. Inoltre, di solito la retribuzione per il lavoro supplementare è maggiorata almeno del 15% rispetto a quella delle ore previste da contratto. Al fine di rendere più facile disporre del lavoro supplementare, il Jobs Act ha introdotto per i part-time le clausole elastiche.

Clausole di elasticità e flessibilità

Le clausole di elasticità e flessibilità fanno in modo che il datore di lavoro possa spostare a un dipendente i giorni lavorativi oppure le ore sulla base delle esigenze aziendali o anche di aggiungere ore di lavoro a quelle previste inizialmente, deve però comunicare la variazione almeno 2 giorni prima che questa entri in vigore. Il lavoratore è libero di accettare oppure no queste clausole e se non lo fa non può essere licenziato. Nel caso in cui vengano aumentate le ore lavorative queste dovranno essere pagate di più.

Part-time e lavoro straordinario

Per lo svolgimento del lavoro straordinario è necessario l’accordo tra il datore di lavoro e il dipendente. È possibile svolgere un numero di ore maggiori rispetto a quelle previste per i lavoratori a tempo pieno entro il limite di 250 ore all’anno. I contratti possono anche prevedere che i lavoratori in caso di straordinari possano disporre di riposi compensativi.

Contributi

La retribuzione di un contratto part-time è inferiore rispetto a un contratto a tempo pieno e questo incide sull’importo della pensione per via del sistema contributivo. La pensione contributiva si ottiene moltiplicando il coefficiente di trasformazione, che varia in funzione dell’età del lavoratore al momento della pensione, con il montante contributivo che per un part-time equivale al 33% della retribuzione, molto inferiore a quella del full-time.

Innanzitutto chiariamo che al compimento dei 70 anni di età è possibile ritirarsi dal mondo del lavoro a prescindere. L’incidenza sull’età pensionabile di un lavoro part-time cambia in base al fatto che si tratti di un lavoro nel settore pubblico oppure privato. Nel settore privato il tempo passato in contratto part-time viene conteggiato come quello svolto in full-time a patto che sia stato osservato il minimale INPS per il lavoro dipendente (circa 205 euro a settimana). Nel settore pubblico non c’è questo vincolo e gli anni di servizio ad orario ridotto sono da considerarsi sempre utili per intero.

Per chi si è inserito nel mondo del lavoro in seguito al 1995 allora per l’accesso alla pensione l’assegno previdenziale deve essere pari minimo a 1,5 volte l’assegno sociale (650 euro mensili circa). Per raggiungere questa soglia con un contratto part-time è possibile che si debba prolungare la carriera lavorativa.

Obiettivo

Con l’assunzione part time a tempo indeterminato si può aumentare l’occupazione di alcune categorie di lavoratori, come ad esempio i giovani. È uno strumento altamente flessibile e garantisce soluzioni sia per le aziende, quando non è necessario un lavoro a tempo pieno, sia per i lavoratori che trovano l’opportunità di un impiego che vada incontro a determinate necessità di studio, famiglia o altro ancora.

Trasformare contratti full time in part-time

Un contratto che nasce inizialmente come full-time indeterminato può essere trasformato in un contratto a tempo indeterminato part-time con un accordo tra il dipendente e il datore di lavoro che deve risultare da un atto scritto. Nel caso in cui la richiesta venga effettuata dal datore di lavoro, il dipendente può rifiutarla e questo non può essere motivo di licenziamento. I lavoratori a tempo pieno, nel caso in cui il datore di lavoro abbia intenzione di effettuare assunzioni in part-time, hanno la precedenza su nuove assunzioni. È quindi dovere del datore di lavoro comunicare ai dipendenti quest’intenzione in modo che essi possano esercitare tale diritto. Per quel che riguarda la legge, essa prevede il diritto di trasformazione del contratto da full-time a part-time solo per alcuni casi specifici, come:

  • per persone con patologie ontologiche o con parenti affetti da queste patologie;
  • dipendenti con parenti con invalidità che necessitano assistenza;
  • lavoratori con figli fino ai 13 anni oppure portatori di handicap.

È anche possibile trasformare il contratto da tempo parziale a tempo pieno, per farlo non è necessario ricorrere a obblighi di forma e dipende dalla volontà del datore di lavoro. Anche in questo caso i dipendenti già assunti hanno la precedenza sulle nuove assunzioni.

Part-time in Italia

Il contratto part-time, come abbiamo visto, può portare vari vantaggi e accomodare necessità di aziende e lavoratori. Negli ultimi anni questo tipo di contratto sta avendo una grande crescita in Italia, ma soprattutto per ragioni involontarie. Il part-time involontario fa riferimento ai lavoratori occupati con orario ridotto che hanno accettato un lavoro con contratto part-time in assenza di opportunità di lavoro a tempo pieno e quindi non per loro scelta.