La scuola annuncia un concorso straordinario per l’assunzione di 6.400 professori di religione cattolica. Un’autentica “sanatoria” nata dall’intesa raggiunta e firmata dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e dal presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), il cardinale Matteo Zuppi.
A vent’anni esatti dal primo e ultimo (ancora per poco), svoltosi nel 2004, arriva dunque il secondo concorso della storia dell’istruzione italiana per docenti di religione. Questi ultimi, fino a oggi, hanno continuato a lavorare da precari nella scuola.
Qui abbiamo parlato dell’altro bando per la scuola: aggiunti 14mila posti.
Come funziona il concorso per professori di religione
La pubblicazione ufficiale del bando è prevista per inizio febbraio. I concorsi saranno in pratica due: uno ordinario e uno straordinario, destinato ai precari con almeno 36 mesi di servizio. In tutto saranno 6.400 i docenti che entreranno definitivamente nella scuola. Il 70% otterrà il posto tramite le selezione straordinaria, mentre il restante 30% diventerà di ruolo tramite la selezione ordinaria. Per partecipare si dovrà compilare e inoltrare il modulo per il concorso (pubblicato anche il bando per il concorso Sna).
Il primo requisito necessario per partecipare al concorso straordinario è il possesso della certificazione dell’idoneità all’insegnamento della religione cattolica “rilasciata dal Responsabile dell’Ufficio diocesano competente, nei 90 giorni antecedenti alla data di presentazione della domanda di partecipazione”. Un altro requisito riguarda l’anzianità di servizio: bisogna infatti aver prestato servizio per almeno 36 mesi presso le scuole statali. Si dovrà provare infine il possesso dei titoli di studio previsti per l’insegnamento della materia.
Nel comunicato di Ministero e Cei, si legge che il concorso “è bandito, nel rispetto dell’Accordo di revisione del Concordato lateranense stipulato tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana il 18 febbraio 1984 e dell’Intesa tra il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sottoscritta il 28 giugno 2012″. “Al di là dell’atto formale, richiesto dalla legge, il presente accordo riconosce e riafferma il valore degli insegnanti di religione nelle nostre scuole“, ha commentato il cardinale Zuppi.
Come si svolgono le prove per insegnare religione a scuola
La prova didattico-metodologica per diventare insegnante di religione sarà unica e orale. Le commissioni giudicatrici potranno assegnare un massimo di 250 punti così ripartiti: 100 da attribuire per la prova orale, 100 per il servizio prestato e i restanti 50 per i titoli in possesso del candidato. Non è previsto un punteggio minimo per accedere all’orale e, come già sottolineato, il posto in graduatoria è dunque assicurato.
In precedenza il concorso per diventare insegnante di religione era aperto soltanto a chi vantava un servizio di almeno quattro anni negli ultimi dieci, mentre i titoli erano gli stessi previsti da questo secondo bando. Nel 2004 le prove furono però due, scritta e orale. Le commissioni, inoltre, potevano assegnare in tutto 50 punti: 15 per ciascuna delle due prove e 20 per i titoli. Si risultava idonei se si superava la prova scritta e il colloquio con un minimo di 11 punti su 15.