Chi era e cosa ha fatto Massimo Bochicchio, il broker delle truffe morto carbonizzato

Secondo le accuse pendenti aveva truffato per milioni di euro anche gli ex commissari tecnici della Nazionale Antonio Conte e Marcello Lippi

Pubblicato: 20 Giugno 2022 20:00

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

La notizia della morte di Massimo Bochicchio, broker della Roma bene accusato di aver truffato decine di personaggi noti del mondo dello sport, ha fatto subito il giro dei media. C’è chi infatti sospetta che dietro il decesso del 56enne ci sia più di un incidente stradale. Durante la giornata di lunedì 20 giugno si sarebbe dovuta tenere la sentenza del processo che lo vedeva accusato per riciclaggio e per attività finanziaria abusiva.

L’incidente in cui è morto il broker Massimo Bochicchio

L’incidente è avvenuto intorno alle 12 di domenica 19 giugno, in via Salaria, a Roma. Secondo quanto si è appreso finora, il broker avrebbe perso il controllo della propria moto, una BMW, schiantandosi poi contro un muro. Il ciclomotore ha preso fuoco, e il corpo dell’uomo – che sarebbe morto nell’impatto – è stato arso dalle fiamme. Sul sinistro continuano a esserci però molte ombre.

Gli inquirenti stanno cercando di capire l’esatta dinamica dell’incidente avvenuto nel centro della Capitale. Secondo alcune testimonianze non ancora depositate ma riportate dalla stampa, infatti, la moto avrebbe preso fuoco prima dello scontro. A causare l’incidente sarebbe stato dunque il fuoco che usciva dal veicolo, dovuto forse a un guasto. Ma tutte le piste rimangono aperte, anche quella di un attentato ai danni dell’uomo, che si era creato non pochi nemici negli ultimi anni, o semplicemente un malore alla guida.

Di cosa era accusato Massimo Bochicchio: le truffe ai vip

Massimo Bochicchio si trovava infatti agli arresti domiciliari in attesa di giudizio – era in via Salaria perché avrebbe ottenuto un permesso da parte delle autorità giudiziarie. Per lui era scattato inoltre il sequestro di beni per 70 milioni di euro, compresa una casa vacanze a Cortina d’Ampezzo, in provincia di Belluno, una proprietà a Londra e un immobile a Capalbio, in provincia di Grosseto.

Le accuse che pendevano sulla sua testa erano di abusiva attività finanziaria e riciclaggio internazionale. Avrebbe infatti raccolto, dal 2011, circa 500 milioni di euro da personaggi famosi, tra cui i mister della Nazionale di calcio Antonio Conte, attraverso il fratello Daniele, e Marcello Lippi. Quest’ultimo, proprio il giorno dopo della morte del broker, sarebbe dovuto apparire in tribunale davanti ai giudici romani di piazzale Clodio.

L’ex banchiere e consulente finanziario di vip e sportivi avrebbe ingannato anche il calciatore Stephan El Shaarawy, ma anche l’architetto e designer Achille Salvagni e l’ambasciatore italiano a Londra Raffaele Trombetta. In tutto si sarebbero fatte avanti 34 vittime di Massimo Bochicchio, che ora rischiano di non vedere difesi i propri diritti. L’iter giudiziario adesso prosegue, con il rinvio a settembre, perché il corpo carbonizzato del broker non è stato ancora identificato.

Come spiegato anche dal legale difensore del 56enne, neanche il fratello di Massimo Bochicchio sarebbe riuscito a identificare con sicurezza il cadavere. E prima di compilare il certificato di morte ufficiare da portare in tribunale sarà necessario con tutta probabilità procedere con l’esame del dna, che richiederà diverso tempo.