Occhio alla maxi truffa per vedere a 10 euro i big dello streaming

Rischiano anche gli utenti che usano il "pezzotto" oltre a chi crea contenuti e piattaforme illegali? Sì, anche il carcere: meglio stare attenti

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Redazione

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Sky, Dazn, Netflix. Tutti in un solo abbonamento a 10 euro. Un sogno? No, una truffa. Scoperta dal Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, che ha eseguito perquisizioni su tutto il territorio nazionale, nell’ambito di una vasta operazione di polizia giudiziaria chiamata The Net, disposta dalla Procura della Repubblica di Milano, con lo scopo di contrastare il diffuso fenomeno della pirateria audiovisiva portata avanti con le Iptv.

Le indagini avevano portato già a settembre 2020 a un primo intervento per individuare e annullare tutta una serie di nuovi accessi alle piattaforme digitali che consentivano di riprodurre contenuti illegalmente ed erano utilizzati da oltre 500 mila utenti.

Maxi truffa per vedere a 10 euro i big dello streaming: le indagini

Le forze dell’ordine hanno effettuato perquisizioni all’interno delle abitazioni di 20 diversi individui, tutti indagati per la violazione della legge sul diritto d’autore e residenti tra la Toscana, l’Emilia Romagna, la Campania e la Calabria.

Avevano creato una sottorete di flussi Iptv, un sistema di trasmissione di segnali televisivi su reti informatiche, che permetteva ad almeno mezzo milione di utenti di guardare le tv in abbonamento a costi ridotti. Illegalmente.

Le fiamme gialle sono risalite al provider CyberGroup, una società molto nota nel mondo della pirateria, che era gestita da un amministratore della provincia di Salerno, ma residente a Dubai. Il 25enne produceva diversi sistemi illeciti per guardare senza abbonamento i contenuti delle pay tv.

Sempre in Campania operava un altro individuo, il cui ruolo era quello di procacciare nuovi utenti e gestire i pagamenti relativi agli abbonamenti pirata. Un flusso di denaro destinato ad attività di stampo criminale. Contemporaneamente, in Toscana, un altro indagato, usando oltre 50 smartphone, pensando di non essere rintracciato, distribuiva illegalmente contenuti audiovisivi del palinsesto Sky, permettendone la visione agli utenti.

Maxi truffa per vedere a 10 euro i big dello streaming: chi rischia

Ma cosa rischiano, dunque, gli almeno 500 mila utenti che guardavano Sky, Dazn e Netflix illegalmente? Contrariamente a ciò che si crede, ad avere conseguenze di tipo legale non è solo che mette a disposizione sistemi di pirateria o contenuti contraffatti, ma anche il fruitore finale del servizio.

Possedere il “pezzotto”, cioè un sistema con cui guardare l’Iptv, non è illegale di per sé. Lo diventa nel momento in cui si guardano, senza pagare, segnali altrimenti venduti legalmente su abbonamento.

La violazione del diritto d’autore, per legge, è un reato punibile da 6 mesi a 3 anni di carcere e con sanzioni pecuniarie da 2.582 a 25.822 euro.

La legge colpisce chi produce, pone in vendita, importa, promuove, installa, modifica, utilizza per uso pubblico e privato apparati o parti di apparati atti alla decodificazione a scopi fraudolenti di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato effettuate via etere, via satellite, via cavo, in forma sia analogica sia digitale.

Dunque, meglio evitare di guardare illegalmente contenuti a pagamento o cercare metodi convenienti per vedere Sky, Dazn e Netflix. Risparmiare pochi euro non conviene più nel momento in cui si riceve una multa salata o, peggio, si rischia la galera. Magari approfittando dei bundle, come l’abbonamento unico ad Amazon Prime e Sky Q Now di cui vi parliamo qua.

O approffitare del decoder tv che Poste Italiane dà gratuitamente, seguendo queste istruzioni. Attenzione anche a non pagare il canone Rai, come spiegato qui, considerando che anche in quel caso si rischia molto.