Arriva la legge anti-pezzotto: multe e stop, come funziona

La legge 93/2023, quella anti-pezzotto, è realtà e il Governo mette alle strette pirati e clienti: ecco cosa rischiano e le multe, più potere all'Agcom

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Era già stata discussa alla Camera, ora col via libera al Senato è diventata realtà: dall’8 agosto è entrata in vigore la legge anti-pezzotto. Il Governo, infatti, ha deciso di accelerare e mettere alle strette il mondo della pirateria, con nuove misure per contrastare la riproduzione illegale di partite di calcio in diretta, film e altri eventi protetti dal diritto d’autore su siti e piattaforme che non sarebbero autorizzati a trasmetterle.

Con l’avvento della legge arrivano quindi importanti novità, che spaziano dalle multe ai tempi di intervento, ma anche e soprattutto il blocco immediato dei siti per tutti coloro che vengono beccati a utilizzarli commettendo quello che è a tutti gli effetti un vero e proprio illecito. Ma come funziona la nuova legge anti-pezzotto?

Pezzotto, i numeri del danno

Prima di tutto va chiarito cosa si intende per pezzotto, termine che è entrato nel parlato quotidiano tanto che i politici chiamano formalmente la legge appena varata come quella dell’anti-pezzotto, anche se nello specifico si tratta della legge contro la pirateria numero 93 del 2023.

Quando si parla di pezzotto si fa riferimento allo streaming illegale di contenuti protetti da copyright tramite decoder che permettono di intercettare segnali che i sistemi interni alle televisioni non captano. Tramite l’utilizzo di questo sistema, collegato alla tv, e con un abbonamento pirata a cui appoggiarsi, vengono decodificati i segnali digitali pirata in arrivo dalla rete internet attraverso il sistema Iptv. Si tratta quindi di un prodotto fisico che funziona come “apri pista” per l’accesso a servizi illegali che inviano flussi di video simili a quelli di una trasmissione in streaming sul web.

Il pezzotto negli anni è diventato via via sempre più popolare perché ha fatto risparmiare centinaia di euro ai clienti che si sono appoggiati a questo sistema. Secondo un’indagine svolta da Ipsos per conto di Fapav (Federazione per la tutela delle industrie dei contenuti audiovisivi e multimediali) nel 2022 sono stati individuati circa 345 milioni di illeciti, con un eccesso di ben 30 milioni rispetto all’anno precedente.

L’incremento è stato registrato soprattutto negli ambiti chiave dell’industria audiovisiva: ad esempio, per quanto riguarda gli eventi sportivi live la percentuale è salita del 26% di anno in anno, per un totale di 41 milioni di atti, e del 178% rispetto al 2016; per i programmi televisivi è stato registrato un +20% sul 2021 e su fiction e serie tv un +15% di pirateria.

Cosa cambia con la legge anti-pezzotto

Ma l’arrivo della legge 93/2023 mette freno a questo sistema ed è una vera e propria minaccia per venditori e clienti. A rischiare, infatti, non è più soltanto il titolare della piattaforma che decodifica il segnale, ma anche chi ne usufruisce.

In base alla legge i gestori dei siti che trasmettono i contenuti illegalmente rischiano una pena fino a tre anni di carcere, mentre le persone che ne usufruiscono possono ricevere una sanzione fino a un massimo di 5.000 euro, mentre fino a qualche giorno fa il massimo era di 1.000 euro. Secondo la legge poi l’Agcom avrà più possibilità rispetto al passato di agire in modo tempestivo quando riceve la segnalazione di una violazione, imponendo il blocco del sito o della piattaforma quasi nell’immediato.

Se prima serviva aprire un’istruttoria e i tempi andavano per le lunghe, ora i siti, i motori di ricerca e i fornitori dei servizi internet che riceveranno il provvedimento dell’Agcom avranno 30 minuti di tempo per agire. Ma non solo, perché le società di telecomunicazioni avranno anche il dovere di bloccare gli indirizzi IP attraverso i quali vengono resi disponibili illegalmente i contenuti, non consentendo quindi il reindirizzamento verso altri siti pirata.

A mandare le segnalazioni all’Agcom potranno essere solo i detentori dei diritti di riproduzione degli eventi che vengono trasmessi illegalmente (per esempio Sky, Lega o Dazn) e per settembre è attesa l’apertura della piattaforma dove verranno raccolte tutte le segnalazioni.