Ricariche telefoniche ingannevoli: Agcom richiama Tim, Vodafone e Wind

Le società telefoniche fanno pagare offerte non richieste nelle ricariche di piccolo taglio

Le società telefoniche finiscono di nuovo sotto la lente dell’Agcom per pratiche scorrette. In questo caso succede per le ricariche di piccolo taglio, quelle da 5 e 10 euro che accreditano sui telefoni degli acquirenti un importo inferiore rispetto a quello promesso. C’è una spiegazione a tutto questo ma non è presentata in modo chiaro, pertanto l’Agcom ha deciso di richiamare le società coinvolte.

Si tratta di Tim, Vodafone e Wind, le principali società telefoniche, che decurtano un euro nelle ricariche da 5 e 10 euro, che diventano di 4 e 9, facendo pagare con quell’euro alcuni bonus come gigabyte extra sul traffico dati oppure chiamate gratis per 24 ore. Peccato, però, che gli utenti che ricaricano il telefono non sempre richiedano questi servizi, anzi spesso nemmeno si accorgono dell’addebito. Finiscono per ritrovarsi sul credito del telefono un euro in meno rispetto a quanto hanno pagato.

Alla poca chiarezza di queste offerte aggiuntive si affianca anche la difficile se non impossibile reperibilità di ricariche di piccolo taglio standard, ovvero senza bonus extra di un euro. Presso i rivenditori autorizzati (bar, tabaccherie, ricevitorie, edicole), infatti, non sono più disponibili, così gli utenti si trovano costretti ad acquistare la ricarica con il bonus.

Da qui la segnalazione del caso all’Agcom (Autorità garante delle comunicazioni), anche da parte delle associazioni di consumatori. L’Autorità ha dato loro ragione e il 19 dicembre ha pubblicato sul proprio sito web tre delibere, ciascuna per società, Tim, Vodafone e Wind, contenenti una diffida ai tre operatori a non far pagare costi aggiuntivi sulle ricariche di piccolo taglio.

Con il bonus extra di un euro, inserito obbligatoriamente in ogni piccola ricarica, gli operatori hanno di fatto reintrodotto il costo fisso per la ricarica che era stato abolito dal decreto Bersani (d.l. 31 gennaio 2007, n. 7, convertito con modificazioni in legge 2 aprile 2007, n. 40). Il decreto aveva vietato agli operatori telefonici l’applicazione di costi fissi sulla ricarica, aggiuntivi rispetto al costo del traffico telefonico. Pertanto l’Agcom ha sollecitato Tim, Vodafone e Wind al rispetto di questa norma di legge.

Tim è stata diffidata per l’offerta Ricarica+ che toglie 1 euro dalle ricariche di 5 e 10 euro per l’attivazione di un servizio che consente minuti e giga illimitati per 24 ore, voucher per andare al cinema e la partecipazione all’estrazione di un concorso a premi.

Vodafone è stata diffidata per l’offerta Giga Ricarica che sui tagli da 5 e 10 euro decurta in automatico 1 euro per l’attivazione di un servizio che consiste in 3 Gbyte di traffico dati da utilizzare entro un mese dalla ricarica.

Wind è stata diffidata, invece, per l’offerta Ricarica Special che anche in questo caso prevede in automatico la decurtazione di 1 euro, dai tagli da 5 e 10 euro di ricarica, per l’attivazione di traffico dati e voce illimitato per 24 ore.

In tutti questi casi si tratta di servizi non richiesti dagli utenti, che si rivolgono ai rivenditori autorizzati esclusivamente per ricaricare il loro telefono con il credito per telefonate, sms e traffico dati. Inoltre, ed è quello che è più grave, si colpiscono gli utenti più deboli e con ridotta capacità di spesa, come studenti, non occupati e gli anziani che, sottolinea Agcom, acquistano ricariche di piccolo taglio a causa di una disponibilità economica limitata.

Come sottolinea Agcom, si tratta di una discriminazione delle fasce più deboli, che spesso non possono spendere per ricariche di taglio superiore o non hanno facile accesso alle ricariche via app o web. Questi costi aggiuntivi per i servizi normalmente non richiesti vengono inoltre addebitati in maniera poco trasparente.

Con la diffida Agcom ha dato agli operatori 30 giorni per bloccare la pratica commerciale scorretta. “A prescindere dal canale utilizzato dall’utenza per l’operazione di ricarica”, la società telefonica, chiede Agcom, “proceda ad adottare modalità di ricarica che non comportino necessariamente, per determinati tagli, la contestuale attivazione di pacchetti o opzioni tariffarie, così da rendere evitabile, per quegli stessi tagli, tale attivazione e superare al contempo la possibile confusione tra le operazioni di ricarica e l’acquisto di pacchetti o offerte commerciali”.