Quest’anno la scadenza per la presentazione del Modello 730 è il 2 ottobre 2023 (la scadenza, almeno in teoria, sarebbe il 30 settembre ma cade di sabato). Entro questa data, i contribuenti devono inviare la documentazione necessaria, in forma ordinaria o utilizzando il Modello 730 precompilato. Nella maggior parte dei casi, ad utilizzare questa formula sono i lavoratori dipendenti ed i pensionati, ma anche i coniugi, che hanno la possibilità di presentare il Modello 730 congiunto.
Se a presentare la dichiarazione dei redditi sono imprese, società, liberi professionisti e lavoratori autonomi è necessario utilizzare il Modello Redditi Pf. Sono diverse le strade da percorrere per poter presentare la propria dichiarazione dei redditi in modo corretto e non sbagliare: è possibile appoggiarsi su un professionista abilitato o su un centro Caf. In alternativa è possibile utilizzare la dichiarazione precompilata dall’Agenzia delle Entrate. Ad ogni modo, qualsiasi strada si dovesse decidere di intraprendere, è necessario conservare una serie di documenti utili, che servono a documentare tutte le informazioni relative ai redditi percepiti e alle spese sostenute. Ma non solo.
Indice
Modello 730: le date da ricordare
È importante ricordare che la dichiarazione dei redditi deve essere presentata nel momento in cui si verificano determinate circostanze. Ma soprattutto è necessario rispettare alcune scadenze importanti. Partiamo dalla data più importante: il Modello 730 precompilato è disponibile dal prossimo 30 aprile 2023. Al momento, comunque, non è stata ancora fornita una data ufficiale dalla quale sarà possibile apportare le modifiche ed inviare la dichiarazione dei redditi. Generalmente, questo avviene quindi giorni dopo rispetto al momento in cui è disponibile.
Sia il Modello 730 precompilato che quello ordinario devono essere inviati all’Agenzia delle Entrate entro e non oltre il 2 ottobre 2023 (la scadenza naturale sarebbe il 30 settembre 2023, ma quest’anno cade di sabato). Il Modello Redditi PF, invece, deve essere inviato entro il 30 novembre: l’invio deve essere effettuato online o attraverso un Caf o dei professionisti abilitati. Nel caso in cui dovesse optare per l’invio cartaceo, la presentazione deve essere effettuata presso un ufficio postale entro e non oltre il 30 giugno 2023.
Documenti necessari per inviare la pratica
Come abbiamo anticipato in precedenza il Modello 730 può essere inviato:
- nel caso in cui si tratti di quello precompilato, direttamente dal contribuente;
- nel caso del modello ordinario (e anche per quello precompilato) attraverso un Caf, un professionista abilitato o tramite il proprio sostituto d’imposta.
Nel caso in cui si dovesse optare per l’invio online, il contribuente dovrà accedere alla propria area riservata dell’Agenzia delle Entrate utilizzando le credenziali dei seguenti servizi:
- SPID, Sistema Pubblico di Identità Digitale;
- CIE, Carta d’Identità Elettronica;
- CNS, Carta Nazionale dei Servizi.
Per poter procedere all’invio della documentazione il contribuente deve essere in possesso della seguente documentazione:
- codice fiscale del dichiarante, del coniuge e dei familiari a carico;
- dichiarazione dei redditi dell’anno precedente;
- carta di identità del dichiarante e del coniuge;
- dati identificativi del datore di lavoro (o altro sostituto d’imposta);
- certificazione Unica;
- F24 o bollettini postali per attestare il versamento di eventuali acconti o dei contributi previdenziali e assistenziali;
- tessera per l’assistenza sanitaria, con la quale siano attestati eventuali patologie che possono dar diritto all’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria pubblica;
- visure catastali e atti di acquisto, vendita o donazione relativi a terreni e fabbricati;
- certificazioni dei redditi di capitale percepiti e delle plusvalenze realizzate;
- indirizzo di posta elettronica, numero di telefono cellulare o fisso.
Lavoro e pensione: le informazioni più importanti
Nel momento in cui si procede con la dichiarazione dei redditi, è necessario essere in possesso di alcuni documenti, che devono essere raccolti e conservati nel corso dell’anno. Deve essere, infatti, conservata tutta la documentazione che attesti i lavori svolti nel corso del 2022 e una copia della precedente dichiarazione dei redditi, ovviamente se questa risulta essere presente. Per quanto riguarda la documentazione relativa al lavoro, è necessario conservare:
- la certificazione unica, nella quale vengono riportate le informazioni sul lavoro dipendente. Questo documento deve essere consegnato direttamente dal datore di lavoro o dall’Inps e deve essere consegnato prima del periodo necessario per procedere compilare la dichiarazione dei redditi;
- un documento relativo al contratto di lavoro in essere, nel quale siano riportati i dati relativi al datore di lavoro ed i principali redditi, che sono stati percepiti nel corso del 2022;
tutte le pensioni percepite nel corso del 2022; - eventuali documenti sanitari che possano attestare la presenza di eventuali patologie per le quali si ha diritto ad ottenere un sostegno da parte della sanità pubblica.
Ricordiamo che tutti questi documenti devono essere diligentemente conservati e custoditi, anche successivamente all’invio della dichiarazione dei redditi. Devono essere conservati anche quelli di eventuali familiari a carico conviventi.
Immobili, fabbricati e terreni
Oltre alla documentazione più strettamente connessa al lavoro svolto nel corso del 2022, è necessario comunicare tutte le informazioni relative ad eventuali proprietà immobiliari, terreni, fabbricati e proprietà fondiarie.
Per assolvere a questo obbligo è necessario essere in possesso delle visure catastali di terreni e fabbricati. Nel caso di variazioni, è necessario essere in possesso dell’atto del notaio che riporti le informazioni sulle proprietà acquistate, ereditate o sulle quali si possiede un qualsiasi diritto.
È necessario, inoltre, presentare, tutte le informazioni che attestino informazioni relative a contratti di locazione per immobili di proprietà: è quindi opportuno conservare copia del contratto di locazione, anche quando si è optato per la cedolare secca.
Altri redditi percepiti nel 2022
Oltre ai redditi che provengono dal lavoro dipendente, è necessario conservare le informazioni relative ad altri redditi percepiti nel corso del 2022, come ad esempio:
- la certificazione unica che non attesti unicamente il lavoro dipendente, ma anche eventuali integrazioni salariali, disoccupazione o compensi per lavoro a collaborazione coordinata e continuativa;
- eventuale documentazione che attesti pensioni percepite all’estero;
- assegni periodici ricevuti dal coniuge separato o divorziato;
- indennità di diverso tipo: per le funzioni pubbliche, per cariche elettive;
- utili derivati dalle società e similari;
- redditi derivanti da attività autonome senza partita IVA;
- borse di studio, compensi per attività sportive;
- plusvalenze derivate da partecipazioni societarie.
Spese sostenute: i documenti da conservare
I contribuenti devono conservare, inoltre, conservare gli scontrini e le fatture che servono per attestare l’effettiva spesa sostenuta per determinati servizi o prodotti che hanno permesso di accedere a determinate agevolazioni fiscali. In questo caso è opportuno anche conservare la documentazione bancaria, che attesti la tracciabilità del pagamento. Ricordiamo, infatti, che per riuscire ad ottenere queste agevolazioni è necessario pagare con sistemi tracciabili.
Relativamente alle spese sostenuto è necessario conservare ricevute, scontrini o fatture (e la relativa documentazione che attesti i pagamenti) delle seguenti spese:
- spese sanitarie, tra queste rientrano le visite mediche, acquisto di farmaci, visite specialistiche, interventi chirurgici, assistenza a soggetti portatori di disabilità, assistenza riabilitativa e infermieristica, spese mediche sostenute presso una casa di riposo, spese per veicoli per portatori di disabilità;
- spese per l’acquisto di un immobile da destinare a prima casa;
- spese per la ristrutturazione di un immobile di proprietà;
- premi assicurativi;
- spese sostenute per il pagamento dell’asilo nido dei figli, per la scuola dell’infanzia, fino all’università e ai conservatori di musica;
- spese per il trasporto pubblico, sostenute per l’acquisto di abbonamenti;
- fatture relative a spese funebri;
- spese per l’iscrizione dei figli ad associazioni sportive;
- spese universitarie degli studenti fuori sede, e spese relative all’affitto;
- spese per le erogazioni liberali, anche verso enti e partiti politici;
- spese veterinarie.