Cos’era (e chi c’era) nel “cerchio magico” di Berlusconi

La parabola privata e pubblica di Silvio Berlusconi ha visto l'avvicendarsi di diversi cerchi magici, con fedelissimi che sono sempre rimasti e consiglieri che andavano e venivano

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Se ne sono sentite e lette tante su Silvio Berlusconi in questi giorni di funerali di Stato e lutto nazionale. Tante contro, tante a favore. E nei più vari ambiti: vita privata, vita imprenditoriale, vita politica. Su quest’ultimo punto, in particolare, si fronteggiano ancora opposte fazioni. Non si può negare in ogni caso che, in politica come in altri settori, l’ex Cavaliere abbia lasciato un solco gigantesco.

Un solco a forma di cerchio. Un cerchio magico per la precisione, come è stato definito da molti. Un cerchio stretto all’inizio della discesa in campo, che si è allargato negli anni successivi e si è nuovamente rimpicciolito nell’ultima fase della vita (non solo politica) di Berlusconi. Alcuni sono rimasti sempre al suo fianco. Da Fedele Confalonieri ad Adriano Galliani, da Carlo Bernasconi a Gianni Letta e Marcello Dell’Utri: amici che sono diventati collaboratori, colleghi, soci e confidenti. Ecco tutti gli uomini del presidente.

Qui abbiamo parlato della teoria dei tre “colpi di Stato” contro Berlusconi e l’Italia.

I cerchi magici di Berlusconi

In tre decenni di berlusconismo, di cerchi magici se ne sono quindi avvicendati più d’uno. Con un denominatore comune: la volontà di scalzare gli altri per arrivare in prima fila al cospetto del leader. Il primo gruppo di fedelissimi l’abbiamo annunciato, a partire dal compagno di sempre Fedele Confalonieri. Lui suonava il piano e Silvio cantava sulle navi da crociera: essenziale spalla per la narrazione da self-made man, amico e compagno di scuola ma anche uomo chiave in posizioni di comando (come alla presidenza di Mediaset). C’è poi il “tessitore” Gianni Letta, scelto fin dal 1987 in Fininvest per curare la comunicazione e la diplomazia, per poi diventate sottosegretario di Stato una volta conquistato Palazzo Chigi e fautore del Patto del Nazareno con Matteo Renzi. Niccolò Ghedini era invece l’uomo della giustizia, preposto a combattere le battaglie personali e istituzionali del Cavaliere, dal processo Mondadori al Rubygate e, una volta eletto in quota Forza Italia, chiamato a pronunciarsi su ogni questione delicata. Infine Adriano Galliani, fedelissimo nell’avventura sportiva di Berlusconi prima al Milan e poi al Monza, totem irrinunciabile per la costruzione di un presidente di tutti gli italiani, elettori e sportivi appassionati di calcio.

Le esperienze al Governo di Berlusconi, a partire dal trionfo alle elezioni del 1994, hanno visto il formarsi di un’altra tavola rotonda stretta attorno al suo Artù nelle stanze di Palazzo Grazioli, a Roma. Consiglieri più in ombra come Sestino Giacomoni e Valentino Valentini e antrustioni come Paolo Bonaiuti alla comunicazione e la segretaria “di lungo corso” Marinella Brambilla (così centrale da essere nota semplicemente come “Marinella” all’interno di Forza Italia). Senza dimenticare i fidi consiglieri Sandro Bondi, Paolo Romani, Antonio Martino, Claudio Scajola, Fabrizio Cicchitto e Denis Verdini. Nel cerchio più stretto del Cavaliere va sicuramente nominato Niccolò Ghedini, scomparso nel 2022. Dai primi anni sino agli ultimi giorni è stato l’avvocato personale di Berlusconi, colui al quale tutti gli altri collaboratori (anche i più in vista) si rivolgevano anche solo per un consiglio.

I grandi consulenti

È risaputa l’attenzione spasmodica, quasi maniacale, che Silvio Berlusconi dedicava ai dettagli dell’immagine pubblica sua e degli eventi che lo riguardavano. Due consulenti “con pieni poteri” in questo ambito, con licenza di contraddire il Cavaliere, sono sempre stati Miti Simonetto e Roberto Gasparotti. Dal 2006 anche Maria Rosaria Rossi si aggiunge al gruppo delle “pubbliche relazioni” e, dopo essere entrata nel Parlamento nel 2008, diventa un’aiutante inseparabile dell’ex premier, restando al suo fianco a Palazzo Grazioli fino al 2016. Tra le sue dita e sotto i suoi occhi passavano tutti i contatti e gli appuntamenti dell’agenda di Berlusconi. Una presenza pervasiva, al punto da essere soprannominata “la badante” dagli avversari politici.

Le donne e i “ribaltoni”

Negli stessi anni si assiste all’ascesa, nella galassia Berlusconi, anche di Francesca Pascale, che dopo il divorzio del Cavaliere con Veronica Lario diventerà la compagna del leader di Forza Italia per un decennio. Un cambiamento enorme nella vita dell’uomo, ma anche in quella del partito. Perché nel 2016, tra l’altro in concomitanza con un altro ricovero del Cavaliere al San Raffaele, i vertici di Forza Italia “spezzano” il cerchio magico. Ne nasce un ribaltone: Mariarosaria Rossi, Deborah Bergamini e Alessia Ardesi vengono allontanate per essere sostituite da berlusconiani della vecchia guardia. La Rossi, in particolare, ricopriva più ruoli centrali: tesoriera, amministratrice unica e plenipotenziaria con diritto di firma. Una pennellata in più per suggerire la portata del cambiamento.

I manovratori sono i “fedelissimissimi”: Fedele Confalonieri, Gianni Letta e Nicolò Ghedini, coadiuvati anche da Marina Berlusconi. Il rinnovamento del partito avviene nel segno delle donne ed emerge anche Licia Ronzulli, che dall’estate del 2016 in poi diventerà la nuova ombra istituzionale del Cavaliere. Un suo “successo” è il sodalizio politico tra Berlusconi e Matteo Salvini, che cambierà del tutto la parabola politica del centrodestra italiano. Intanto accade un altro “terremoto”: finisce la relazione tra Francesca Pascale e Silvio Berlusconi, che poi si legherà sentimentalmente Marta Fascina, anche lei poi deputata e compagna dell’ex presidente del Consiglio fino all’ultimo giorno.

È dunque un’altra donna a prendere le redini del berlusconismo, affiancata a un altro fedelissimo che negli anni ha acquistato sempre più peso politico e autorevolezza internazionale: la colonna azzurra Antonio Tajani, che già nel 1994 sostituì Jas Gawronsky in qualità di portavoce. Altro giro, altro ribaltone. Stavolta cadono grandissimi nomi come quello dell’onnipresente Licia Ronzulli, alla quale tolgono la guida del partito in Lombardia. Alessandro Cattaneo è invece invitato a lasciare la presidenza del gruppo di Forza Italia alla Camera.

Il nuovo centrodestra

Nel segno delle donne è anche il nuovo assetto del centrodestra, nel quale aumenta la propria influenza anche Giorgia Meloni. Con l’ultimo sconvolgimento di Forza Italia, dopo la Lega si apre un canale di dialogo diretto anche con Fratelli d’Italia. Il cerchio magico si rinnova ancora una volta. Sarà l’ultimo, a livello politico, prima della dipartita del Cavaliere. Le chiavi di casa Forza Italia sono sempre saldamente in mano alla Fascina, con Pier Silvio e Marina Berlusconi di vedetta. Grazie all’intercessione della fidanzata di Silvio Berlusconi, si consuma anche il ritorno di Maria Rosaria Rossi nel cerchio, dopo l’estromissione all’inizio dell’era Ronzulli.

Prende piede la linea governista all’interno del partito, che evidenzia come il “cerchio magico” sia una struttura osmotica ed esclusivista in cui far entrare e uscire figure anche di spicco con la massima naturalezza. Chi esce non è però mai definitivamente epurato: la Ronzulli mantiene infatti il suo ruolo di capogruppo alla Camera, mentre Cattaneo viene sostituito come capogruppo alla Camera da Paolo Barelli e viene “compensato” con la promozione (più onorifica, ma meno decisionale) a vice-coordinatore del partito. Una decisione, anche questa, pilotata – si dice – da Marina Berlusconi e “legittimata” da una presunta raccolta firme tra i deputati azzurri (33 voti contro Cattaneo su 44). A moanovrare e osservare tutto dall’alto anche gli immancabili Antonio Tajani e Gianni Letta, fautori dell’altro grande passaggio forzaitalista che aveva visto neanche un anno prima la rottura delle righe da parte di altri fidi scudieri di Berlusconi: da Renato Brunetta a Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini (i cosiddetti “draghiani”).

Tutto, compreso l’ultimo cerchio magico, era stato apparecchiato per saldare il sodalizio con Giorgia Meloni in vista delle elezioni europee del 2024. Forza Italia e Fratelli d’Italia avrebbero camminato insieme sulla scia del parallelo accordo tra Partito popolare europeo (formazione in cui Forza Italia è forza trainante) e Partito conservatore (di cui la presidente del Consiglio è guida). La morte di Berlusconi ha lasciato tutto in sospeso, privando del polo gravitazionale questo fluido sistema solare di pianeti ed esopianeti politici. Qualcuno dovrà prendere le redini del partito, per proseguire o rivoluzionare la linea. Con ogni probabilità Tajani. Vedremo dopo cosa succederà.