Lo ha stabilito il governo e la disciplina è contenuta nella legge di conversione del decreto Milleproroghe: ai contribuenti, se in possesso dei requisiti richiesti, sarà concesso andare in pensione con sette anni di anticipo, limite massimo riconosciuto in caso di ricorso alla cd. Isopensione, modalità di uscita dal lavoro introdotta dalla Riforma Fornero e ora riconosciuta fino al 30 novembre 2026.
Ma andiamo con ordine: vediamo come funziona, chi può accedervi e quali sono le condizioni e i limiti.
Isopensione: come funziona
L'art. 4 della Legge 92/2012 (la cd. Legge Fornero) ha previsto il cd. "accordo di esodo", conosciuto anche come "isopensione".
Si tratta, nello specifico, di uno strumento che, nei casi di eccedenza di personale, permette ai datori di lavoro con non meno di 15 dipendenti (in media) di concludere anticipatamente un rapporto di lavoro, premio però apposito accordo con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello aziendale. In questo caso è possibile prevedere, al fine di incentivare l'esodo dei lavoratori più anziani e favorire il ricambio, che il datore di lavoro si impegni a:
- corrispondere ai dipendenti una prestazione di importo pari al trattamento di pensione che spetterebbe in base alle regole vigenti al momento;
- versare all'INPS la contribuzione fino al raggiungimento dei requisiti minimi per il pensionamento.
Allo scopo di dare efficacia all'accordo, è il datore di lavoro interessato che deve presentare apposita domanda all'INPS, accompagnata dalla presentazione di una fideiussione bancaria a garanzia della solvibilità in relazione agli obblighi.
A seguito dell'accettazione dell'accordo, il datore di lavoro è obbligato a versare mensilmente all'INPS la provvista per la prestazione e per la contribuzione figurativa. In ogni caso, in assenza di tale adempimento, ci pensa l'Istituto a provvedere. Tuttavia, qualora il mancato riguardasse il versamento dei contributi, sempre gli uffici INPS procedono prima a notificare un avviso di pagamento all'azienda interessata, dopo di che - decorsi 180 giorni dalla notifica senza risposta o ravvedimento - provvedono alla recessione della fideiussione.
In pensione con 7 anni di anticipo: le novità del decreto Milleproroghe
Per poter aver accesso all'Isopensione, i lavoratori coinvolti nell'accordo di esodo devono essere in possesso dei requisiti richiesti e stabiliti dalla Legge Fornero, ovvero: "Raggiungere i requisiti minimi per il pensionamento di vecchiaia o anticipato". Se inizialmente però tale condizione doveva essere fatta valere nei 4 anni successivi alla cessazione dal rapporto di lavoro, con il decreto Milleproroghe il legislatore ha deciso di cambiare questo punto, permettendo di andare in pensione con sette anni di anticipo entro il 2026.
Il pagamento della prestazione continua ad essere effettuato dall'INPS, con le modalità previste per il pagamento delle pensioni. L'Istituto provvede anche - contestualmente - all'accredito della relativa contribuzione figurativa.
La gestione delle prestazioni spetta invece al datore di lavoro, che deve continuare a utilizzare esclusivamente i seguenti ambienti di comunicazione telematica con l’INPS, e cioè:
- il “Cassetto previdenziale del contribuente”, per la presentazione dell’accordo;
- il “Portale prestazioni atipiche”, accessibile dal servizio “Prestazioni esodo dei fondi di solidarietà e accompagnamento alla pensione”, per la gestione del piano di esodo.
Al datore di lavoro, inoltre, è data la possibilità di decidere tra la fideiussione o, in alternativa, al pagamento in unica soluzione.