Azzerate le forniture di gas russo all’Italia: cosa succede ora

Eni ha comunicato il blocco da parte di Gazprom delle forniture della materia prima verso il nostro Paese

A partire da oggi e per un tempo indefinito, attraverso il condotto che passa dal comune friulano del Tarvisio non passerà più una goccia di gas russo verso l’Italia. Ad annunciarlo è stata l’Eni sul suo sito comunicando le forniture rimaste “a zero” da parte di Gazprom.

Azzerate le forniture di gas russo all’Italia: l’annuncio di Eni

La società energetica italiana ha scritto sul proprio sito che il colosso russo del gas “ha comunicato che non è in grado di confermare i volumi di gas richiesti per oggi, considerato che non è possibile fornire gas attraverso l’Austria“.

“Oggi, pertanto, i flussi di gas russo destinati a Eni attraverso il punto di ingresso di Tarvisio saranno nulli” si legge nella nota pubblicata intorno alle 13 di oggi dall’azienda, la quale ha aggiunto che verranno dati aggiornamenti in caso le forniture siano ristabilite.

L’interruzione delle forniture di gas all’Italia da parte della Russia era stata scongiurata in questi mesi dopo che il Cremlino aveva deciso di chiudere i rubinetti a diversi Paesi europei come Polonia, Bulgaria e Finlandia che si erano rifiutati di pagare Gazprom in rubli, come da condizioni imposte da Mosca (qui avevamo parlato del blocco del gas della Russia alla Finlandia).

La dichiarazione di Vladimir Putin dell’annessione alla Russia di quattro regioni ucraine ha probabilmente sancito una nuova fase della guerra, mutando anche lo scenario dal punto di vista delle pressioni di Mosca sull’Europa tramite appunto l’arma del ricatto energetico.

“A partire da oggi Gazprom non sta più consegnando il gas ad Eni poiché, stando alle sue comunicazioni, non sarebbe in grado di ottemperare agli obblighi necessari per ottenere il servizio di dispacciamento di gas in Austria dove dovrebbe consegnarlo” ha dichiarato ancora un portavoce dell’Eni interpellato dall’Ansa sullo stop del gas russo verso l’Italia (qui avevamo parlato del primo taglio di forniture di Gazprom al nostro Paese).

Ci risulta però che l’Austria stia continuando a ricevere gas al punto di consegna al confine Slovacchia/Austria. Stiamo lavorando per verificare con Gazprom se sia possibile riattivare i flussi verso l’Italia”, è stato aggiunto facendo intendere che non ci siano problemi tecnici alla pipeline che impediscano la fornitura di gas.

Azzerate le forniture di gas russo all’Italia: le conseguenze

La quantità di gas russo rispetto al totale ricevuto dall’Italia aveva raggiunto ormai livelli inferiori al 10%, in quanto sostituita nelle quasi totalità dalle forniture provenienti dall’Algeria, da dove l’Italia sta ricevendo volumi per oltre 80 milioni di metri cubi, dall’Azerbaigian e in parte anche da Nord attraverso Passo Gries in Piemonte.

La mossa di Gazprom non compromette dunque le operazioni di stoccaggio di gas nelle riserve italiane, che si avviano verso il 90% di riempito della capacità, come assicurato dal ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.

Per questo inverno l’Italia potrà contare su circa 4 miliardi di metri cubi addizionali dal nord Europa e sulle prime forniture addizionali di GNL, provenienti in particolare dall’Egitto, per un totale di 10 miliardi di metri cubi in più, oltre il 50% del gas russo nel portafoglio Eni.

Da qui al prossimo anno inoltre arriveranno progressivamente dall’Algeria circa 6 miliardi di metri cubi addizionali, che raggiungeranno i 9 miliardi tra il 2023 e il 2024, raddoppiando l’import di Eni dal Paese nordafricano da 9 a 18 miliardi di metri cubi all’anno a regime nel 2024.

Dalla primavera del 2023 inizieranno ad arrivare in quantità rilevanti tutto il gas naturale liquefatto addizionale da Paesi come Egitto, Qatar, Congo, Angola e Nigeria, per complessivi 4 miliardi nel 2023 e 7 miliardi nel 2024.

Entro i prossimi due anni si stima che il nostro Paese avrà a disposizione oltre 17 miliardi di metri cubi addizionali di gas rispetto a quello russo, per poi raggiungere i 22 miliardi nell’inverno 2024-2025, mentre nel frattempo il GNL (il gas liquefatto) avrà un peso sempre maggiore nelle forniture energetiche.