A quanto ammontano le emissioni di CO2 delle auto

Scopri in che modo si può calcolare il valore dell'emissioni di CO2 di un'auto e perché è importante

L’urgenza di rendere più efficace la lotta all’inquinamento ha reso ancor più stringenti le normative europee in materia di emissioni di CO2 delle auto, tanto che i costruttori, in questi ultimi anni, sono stati costretti a investire maggiormente nella realizzazione di motori elettrici o, più in generale, di motori poco inquinanti.

Alla luce di ciò è diventato ormai fondamentale, anche per chi utilizza quotidianamente la propria automobile o per chi ha intenzione di acquistarne una, sapere a quanto ammontano esattamente le emissioni di anidride carbonica dei veicoli e quali effetti fortemente negativi esse hanno sull’ambiente e sul clima (ma non solo).

Il ruolo della anidride carbonica sulla Terra

Fino a questo momento abbiamo dato per scontato una nozione generale che sta alla base di ogni ragionamento sulle emissioni di CO2 delle auto: per CO2 si intende la formula chimica dell’anidride carbonica, la cui molecola è per l’appunto composta da un atomo di carbonio (C) legato a due atomi di ossigeno (O).

L’anidride carbonica, che è presente naturalmente sulla Terra, è una componente fondamentale dell’atmosfera terrestre in quanto, assieme ad altri gas, contribuisce a intrappolare all’interno di essa una parte dell’energia termica derivante dal Sole, consentendo l’ingresso della radiazione solare e ostacolando la fuoriuscita della radiazione infrarossa che viene riemessa dalla superficie della Terra. L’effetto che questi particolari gas determinano è il cosiddetto “effetto serra”, che riveste un ruolo cruciale nella determinazione delle condizioni ottimali per vivere sul nostro Pianeta.

A partire dalla rivoluzione industriale si è osservato, però, un eccessivo aumento della concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera, collegato alle attività umane. L’effetto generato è un surriscaldamento anomalo della Terra, che ha conseguenze devastanti sull’ambiente e sul clima (e, come già detto, non solo). Tra queste, spiccano gli eventi estremi catastrofici (come, per esempio, le frane e le alluvioni), lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello del mare, la modifica degli habitat naturali e la conseguente estinzione di diverse specie viventi.

Il principale metodo esistente in natura per smaltire l’enorme quantità di anidride carbonica presente nell’atmosfera terrestre è la fotosintesi clorofilliana svolta dai vegetali. Per questo motivo, tra le misure previste anche dal Protocollo di Kyoto per tenere sotto controllo le emissioni di CO2 c’è la piantumazione di foreste e la loro preservazione da deforestazioni e incendi. La Terra, però, ha una capacità limitata di assorbire questo gas.

Il settore dei trasporti è tra i principali responsabili dell’eccesso di emissioni di CO2. Proprio questo ambito è l’unico dell’Unione Europea a non aver registrato un calo significativo delle emissioni di gas serra dal 1990. Non è un caso, quindi, che il Parlamento europeo ha deciso di intervenire in modo specifico su questo settore, tra le cause anche dell’inquinamento atmosferico, fissando, in vista del 2030, l’obiettivo della riduzione delle emissioni di CO2 del 37,5% per le auto nuove e del 31% per i furgoni nuovi.

Ciò significa che, in vista del 2030, le automobili di nuova immatricolazione potranno emettere mediamente solo 59 g/km di anidride carbonica. Le aziende automobilistiche sono state già avvisate: chi non si atterrà ai limiti fissati dal Parlamento europeo dovrà pagare una sanzione.

Emissioni di CO2 di un’auto: cosa sapere

Al giorno d’oggi, proprio a causa dei più recenti interventi normativi sulle emissioni di CO2 delle auto, le aziende automobilistiche devono sottoporre i loro veicoli a nuovi test di omologazione, denominati WLTP (Worldwide harmonized Light vehicles Test Procedure), più rigorosi rispetto alle vecchie procedure chiamate NEDC (New European Driving Cycle).

Si tratta di test finalizzati alla misurazione del consumo di carburante, delle emissioni di CO2 e degli inquinanti regolamentati dei veicoli leggeri in condizioni normalizzate di laboratorio. Queste nuove procedure permettono di ottenere dati più precisi e consentono, inoltre, un più efficiente sistema di classificazione ambientale delle automobili.

Ciò significa che ora, quando si è in procinto di acquistare un veicolo, è possibile conoscere i suoi dati relativi alle emissioni di anidride carbonica, con la specifica indicazione dei grammi di CO2 emessi per ogni chilometro percorso (g/Km). Il parametro indicato è inteso come un valore medio per il ciclo combinato, cioè rappresenta la media tra le emissioni di CO2 dell’auto in città, sulle strade extraurbane e in autostrada.

Come si calcola l’emissione di CO2 di un’auto

Il calcolo delle emissioni di CO2 di un’auto, in conseguenza di quanto poc’anzi detto, appare piuttosto semplice: basta, infatti, moltiplicare il valore indicato dal costruttore sul libretto di circolazione del veicolo (espresso in g/km) per i chilometri percorsi mediamente nell’arco di un anno. A titolo di esempio, se un’automobile ha un valore di emissioni di CO2 pari a 50 g/km e, in un anno, si percorrono mediamente 20mila chilometri, la quantità di anidride carbonica immessa nell’aria annualmente da quel veicolo sarà pari a 1000 chilogrammi.

Perché è importante calcolare l’emissione di CO2 di un’auto

Conoscere il valore di anidride carbonica emessa da una vettura è importante per diversi motivi, legati alla salvaguardia del Pianeta ma anche più “pratici”. Saper calcolare le emissioni di CO2 delle automobili, infatti, permette di guadagnare soldi e tempo nella vita quotidiana. I veicoli più inquinanti sono soggetti a diverse limitazioni alla circolazione. Inoltre, il governo italiano ha previsto diversi incentivi e agevolazioni per la rottamazione di queste automobili e per l’acquisto di veicoli a basse emissioni di CO2.

Nello specifico, attraverso il Decreto Sostegni Bis, il governo presieduto da Mario Draghi ha rifinanziato nell’estate 2021 gli incentivi auto, col duplice obiettivo di sostenere il settore automobilistico (fortemente colpito dalla crisi dovuta alla pandemia di Coronavirus) e di dare un ulteriore impulso alla transizione ecologica. Gli incentivi auto riguardano l’acquisto di automobili nuove (con o senza rottamazione) con emissioni di CO2 fino a 135 g/km e l’acquisto (con rottamazione) di automobili usate Euro 6D con emissioni di anidride carbonica fino a 160 g/km.

Tramite il Decreto Infrastrutture, il governo ha poi rifinanziato l’Ecobonus, riallocando 57 milioni di euro nel fondo che prevede incentivi fino a 6mila euro per l’acquisto di auto a basse emissioni di anidride carbonica. Dal 14 settembre 2021 sono così ripartiti gli incentivi per l’acquisto di veicoli con emissioni fino a 60 g/km di CO2. Gli oltre 290 milioni di euro messi a disposizione dal governo italiano nel gennaio 2021 per l’Ecobonus relativo all’acquisto di vetture elettriche e plug-in a basse emissioni di anidride carbonica nelle fasce 0-20 g/km e 21-60 g/km erano terminati ad agosto 2021, certificando il successo di questa iniziativa (poi, come detto, riattivata).

Emissioni di CO2: quali sono le auto più ecologiche

Il dibattito su quali siano le automobili più ecologiche è molto serrato, in quanto è necessario distinguere tra emissioni di CO2 dirette (cioè quelle generate dalla combustione del carburante) ed emissioni indirette (ossia quelle che scaturiscono nel corso dell’intero processo produttivo del veicolo, ma anche quelle legate al suo smaltimento).

Ancora una volta è il Parlamento europeo a far chiarezza: la produzione e lo smaltimento di un’automobile elettrica sono da considerarsi meno “green” di quelli dei veicoli con motore a combustione interna. I livelli delle emissioni di CO2 prodotta dalle automobili elettriche variano in base al modo in cui l’elettricità viene prodotta. Nonostante ciò, tenendo conto del mix energetico medio in Europa, i veicoli elettrici hanno dimostrato di essere più ecologici rispetto alle vetture a benzina o alimentate con altri carburanti derivati dal petrolio. In aggiunta a questo, ci si attende anche una crescita dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e, pertanto, le automobili elettriche diventeranno ancora meno dannose per l’ambiente.

Una ricerca pubblicata nel 2021 dall’Icct (International Council on Clean Transportation), che si occupa di fornire analisi tecnico-scientifiche su trasporti e ambiente, ha confermato che le automobili elettriche rappresentano la strada più efficiente nella lotta per la salvaguardia dell’ambiente. L’Icct ha verificato che le auto alimentate esclusivamente a batteria sono le più virtuose in termini di emissioni di CO2 durante l’intero ciclo di vita (produzione, uso e smaltimento).

I veicoli che producono più emissioni di CO2, secondo lo studio condotto dall’Icct, sarebbero quelli alimentati a gas naturale CNG (con una media superiore ai 250 g/km di CO2). In questa speciale classifica seguono i veicoli con motori tradizionali a combustione interna (media leggermente inferiore ai 250 g/km di CO2). Neanche i biocarburi, stando a quanto emerso da questa analisi, rappresenterebbero una soluzione più green.

Lo studio dell’Icct ha rilevato che le emissioni diminuiscono in maniera proporzionale all’aumentare dell’elettrificazione delle automobili. I veicoli full hybrid riducono di circa il 20% le emissioni di CO2 rispetto alle auto termiche, quelli plug-in consentono una riduzione pari al 25-27% e i modelli a batteria, addirittura, permettono di ridurre le emissioni di CO2 del 66-69% rispetto alle vetture termiche (e fino all’81% se si utilizza esclusivamente energia elettrica prodotta da fondi rinnovabili).

Una menzione a parte la meritano i veicoli a idrogeno: stando all’analisi dell’Icct, questa soluzione rappresenta un “plus” evidente in termini di riduzione di emissioni di CO2 delle auto solo se l’idrogeno utilizzato è “verde” (cioè prodotto da energie rinnovabili): in questo caso la riduzione raggiunge il 76% rispetto alle vetture a benzina, gasolio o metano, contro il 26% in caso di idrogeno “blu” (cioè prodotto da gas naturale).