Con l’avvicinarsi di Euro 2032, che l’Italia ospiterà insieme alla Turchia, torna centrale il tema degli stadi nel nostro Paese. La Figc dovrà garantire almeno cinque impianti a norma UEFA, ma ad oggi sono solo tre quelli sicuri.
La Serie A, considerata una delle cinque leghe più importanti d’Europa, si trova a confrontarsi con un parco impianti spesso inadeguato, costruito in epoca passata o legato a restyling datati. A rendere più complesso il quadro, iter burocratici lunghi, progetti sulla carta mai realizzati e difficoltà nei rapporti tra club e istituzioni locali. Del resto uno dei problemi dell’intero movimento calcistico nazionale è l’assenza di impianti moderni.
Negli ultimi decenni sempre più campionati hanno superato i ricavi della Serie A, grazie soprattutto alla capacità di sfruttare pienamente le occasioni come Europei e Mondiali. Realtà che abbracciano pienamente il concetto di stadio fruibile non solo il giorno della partita.
La Premier League ha alzato notevolmente l’asticella ma anche la Bundesliga e la Liga non sono da meno, con impianti che permettono in ogni posto di poter godere di una visuale perfetta. L’Italia resta ancora molto indietro nonostante siamo passati 35 anni da Italia 90, manifestazione che avrebbe dovuto proiettare gli stadi del nostro Paese nell’epoca moderna e fare addirittura da esempio per le altre nazioni.
Lo stadio del Napoli
Tra gli stadi al centro dell’attenzione, anche in ottica Europei 2023, c’è sicuramente lo stadio Diego Armando Maradona, ex stadio San Paolo, dove gioca la squadra campione d’Italia 2024-25. La situazione del Napoli è da tempo oggetto di discussione tra la società e il Comune.
Il presidente De Laurentiis ha più volte espresso la volontà di costruire un nuovo impianto da oltre 60mila posti, con un investimento stimato di circa 250 milioni di euro, perché ritiene impossibile poter effettuare lavori di riammodernamento nell’attuale stadio.
Dopo anni di tira e molla e discussioni, soprattutto durante gli anni del sindaco De Magistris, ad oggi manca un progetto ufficiale e non è stata individuata un’area adatta per l’idea del presidente del club azzurro.
Per questo una possibile alternativa, che sembra sempre più concreta, sarebbe un restyling dello stadio Diego Armando Maradona, con una cifra ipotizzata superiore ai 100 milioni di euro. L’intervento prevederebbe il mantenimento della pista d’atletica, ma comporterebbe lavori di almeno due anni, eventualmente compatibili con la disputa delle partite a capienza ridotta.
L’oggetto di discussione principale è il terzo anello e che in questo momento frena Aurelio De Laurentiis. Il sindaco Manfredi ha sottoposto al presidente “lo studio tecnico di un gruppo di studiosi coordinati dall’assessore Edoardo Cosenza sulla possibile riapertura del terzo anello dello Stadio Maradona mediante adeguate lavorazioni, nell’ottica di una complessiva riqualificazione dell’intero impianto”.
Un passo fondamentale per la necessità di garantire alla squadra di poter continuare a giocare anche durante i lavori. Proprio il terzo anello fa parte dell’ammodernamento avvenuto per Italia 90, un’aggiunta che in realtà si è trasformata in un problema strutturale e che ha portato poi dopo pochi anni alla sua chiusura.
Inter e Milan: progetto per l’area San Siro
Le due squadre di Milano stanno trovando un’intesa con il Comune per l’acquisto dell’area di San Siro, dove sorge l’attuale stadio Giuseppe Meazza. La finalità è aggirare il possibile vincolo della Soprintendenza sul secondo anello, che diventerà vincolabile da luglio 2025. Il progetto prevede un nuovo impianto da 71.500 posti, con:
- spazi commerciali;
- musei;
- hotel;
- uffici;
- cittadella dello sport.
L’investimento previsto è di circa 1,2 miliardi di euro, con conclusione dei lavori dello stadio entro il 2031 e completamento dell’intera area entro il 2035. Il progetto verrà avviato solo in caso di cessione definitiva dell’area alle due società.
È stata indetta una gara per scegliere lo studio di architettura, che disegnerà il futuro impianto di Milano e a metà giugno dovrebbe arrivare la decisione. Nel frattempo Milan e Inter lavorano con l’amministrazione comunale per trovare un accordo e dedurre le spese per la demolizione dell’impianto attuale.
Roma e Lazio: tra Olimpico e Flaminio
A Roma la situazione si divide tra l’Olimpico, condiviso da Lazio e Roma, e i progetti separati delle due società. La Roma punta alla realizzazione di un nuovo impianto a Pietralata da 55mila posti.
L’investimento previsto è di 1 miliardo di euro, ma al momento l’iter è bloccato da vincoli archeologici presenti nell’area. Per la Lazio, il presidente Lotito guarda al Flaminio, impianto abbandonato da anni.
Il progetto prevede una capienza di circa 50mila posti e un investimento di oltre 400 milioni di euro. La realizzazione è subordinata all’ottenimento di una concessione o del diritto di superficie di lungo termine.
Il presidente della Lazio crede di poter costruire “un punto di aggregazione quotidiana per tutte le persone”, tramite anche la creazione di una zona pedonale.
Il caso Bologna
Tra le società più attive nel rinnovamento delle proprie infrastrutture spicca il Bologna, con il restyling del Renato Dall’Ara. Il nuovo impianto avrà una capienza di 30mila posti tutti coperti e costerà circa 200 milioni di euro. Il progetto prevede anche uno stadio provvisorio.
I lavori sono in ritardo rispetto alla tabella iniziale perché rispetto alla presentazione del progetto, il Bologna ha aumentato il numero di abbonati e tifosi oltre ad aver migliorare notevolmente le proprie prestazioni sul campo. Negli ultimi due anni la squadra ha ottenuto la sua prima storica qualificazione in Champions League e conquista la Coppa Italia.
La presenza in Europa obbliga il Bologna a rivedere i piani per il nuovo stadio considerando che quello provvisorio non potrebbe ospitare partite di manifestazioni europee. Un’ipotesi è quella di demolire lo stadio Caab, previsto inizialmente come provvisorio, e lasciare intatto il Dall’Ara.
Un modo per permettere alla squadra di poter continuare a giocare e ai tifosi ovviamente di poter assistere alle partite. Un cambio di programma che obbliga ovviamente la società a rivedere gli accordi con l’amministrazione comunale considerando un aumento dei costi.
Stadi da rinnovare, i lavori annunciati
Il Como ha avviato un percorso per la riqualificazione del Sinigaglia, in collaborazione con lo studio Populous. Il progetto prevede un impianto da 15mila posti con servizi commerciali e sanitari. I lavori dovrebbero concludersi entro il 2028.
A Venezia, appena retrocessa in serie B, il nuovo stadio da 18mila posti sorgerà nel Bosco dello Sport. Il costo stimato è di 90 milioni di euro, parte di un investimento più ampio da 300 milioni per l’intera area multifunzionale.
L’Empoli ha presentato un progetto per il rinnovamento del Castellani da 15.800 posti. L’investimento sarà di 45 milioni di euro e trasformerà lo stadio in una struttura all’inglese, aperta tutti i giorni. La Fiorentina gioca attualmente con capienza ridotta per via dei lavori al Franchi, finanziati con fondi del Pnrr. Il nuovo stadio avrà 40mila posti e un impianto fotovoltaico per l’autonomia energetica. I lavori dovrebbero terminare entro il 2029.
Il Parma prevede il restyling del Tardini, con un impianto da 20mila posti e un investimento di 170 milioni. I lavori inizieranno nel 2026. Il Lecce ha avviato interventi minori al Via del Mare in vista dei Giochi del Mediterraneo, tra cui una nuova copertura e il rifacimento del terreno di gioco.
I lavori già conclusi, dall’Atalanta all’Udinese
Tra gli esempi già conclusi si evidenziano l’Atalanta, che ha terminato nel 2024 il restyling del Gewiss Stadium, e l’Udinese, che ha ristrutturato il Bluenergy Stadium tra il 2014 e il 2016. Anche il Monza ha portato avanti lavori sul Brianteo, oggi U-Power Stadium, completati nel 2022. Restano invece casi critici quelli del Torino, con l’Olimpico Grande Torino in attesa di interventi, del Verona con il Bentegodi, del Genoa con il Ferraris e di Palermo con il Barbera. Strutture datate, che necessitano di rinnovamenti non ancora avviati.
Sul fronte della proprietà, solo l’Atalanta possiede lo stadio. Juventus e Udinese hanno il diritto di superficie per 99 anni. Gli altri impianti sono comunali, con concessioni a breve o lungo termine. Tra le concessioni più longeve si segnalano quella del Monza fino al 2062 e quella del Como fino al 2032.
A oggi, solo tre impianti superano i 50mila posti: Meazza, Olimpico e Maradona. Tra gli stadi di nuova generazione, l’Allianz Stadium di Torino è l’unico costruito da zero nel nuovo millennio. La maggior parte degli stadi ha una capienza compresa tra 20 e 38mila posti. Alcuni, come Sinigaglia e Penzo, non raggiungono i 18mila.
Il Decreto Sport atteso per maggio potrebbe liberare fondi pubblici tra i 5 e i 10 miliardi di euro, con l’obiettivo di sbloccare investimenti fermi da decenni. La sfida resta quella di passare dai rendering ai cantieri, superando ostacoli burocratici e indecisioni croniche.
Euro 2032
È importante ricordare quali sono le città candidate per il sogno Euro 2032. Non tutto è deciso per quanto riguarda gli stadi da proporre, ma al momento le città in lizza sono dieci:
- Bari (ristrutturazione);
- Bologna (ristrutturazione);
- Cagliari (nuovo);
- Firenze (ristrutturazione);
- Genova (ristrutturazione);
- Milano;
- Napoli (ristrutturazione);
- Roma;
- Torino (Allianz Stadium);
- Verona (ristrutturazione).
Gli slot disponibili sono cinque ma i cantieri dovranno partire tra aprile e maggio 2027. Ad oggi solo Milano, Roma e Torino sono certe di un posto.