La regione che spende di più in Viagra: quanto vale il giro d’affari

I paesi più ricchi acquistano significativamente più Viagra e altri farmaci per la DE rispetto ai meno sviluppati, ma quali sono i dati delle vendite in Italia?

Foto di Federica Petrucci

Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Le statistiche dicono che i paesi più ricchi, rispetto a quelli più sviluppati, acquistano significativamente più Viagra e generalmente altri farmaci per la disfunzione erettile (DE). E forse è facile capire perché: di fatto, le persone con un reddito disponibile extra possono permettersi questi farmaci, mentre chi deve scegliere tra curare la sua disfunzione o pagare le bollette, probabilmente, non spenderà i risparmi per acquistare la famosa pillola blu. Ma cosa dicono i dati delle vendite in Italia? 

La regione in Italia che spende di più in Viagra

L’interesse e le richieste per i farmaci destinati alla cura della disfunzione erettile stanno crescendo negli ultimi tempi probabilmente perché anche gli atteggiamenti tradizionalmente più conservatori nei confronti della salute sessuale sono diversi rispetto al passato. Oggi, però, c’è una crescente consapevolezza sul fatto che disfunzione erettile debba essere trattata come una vera e propria patologia, che si verifica anche negli uomini più giovani, di solito a causa di fattori psicologici come l’ansia o lo stress.

Secondo le statistiche di Google trend, il traffico più alto legato alla ricerca di informazioni relative al Viagra (o a altri farmaci generici simili) si è registrato negli ultimi anni negli Stati Uniti, a seguire troviamo Canada, Australia, Regno Unito, India e Grecia.

E in Italia? Per rispondere a questa domanda ci vengono in aiuto i dati del rapporto Osmed, dedicato all’uso dei medicinali in Italia e presentato dall’Aifa, secondo cui – nel 2021 – la regione dove sono stati richiesti, comprati (e presumibilmente assunti) farmaci contro la disfunzione erettile, tra cui il Viagra, è la Campania. Sono 7,3 persone ogni mille che prendono la pillola blu, quasi il 50% in più della media italiana. A seguire troviamo invece la Liguria e la Toscana.

In totale, mediamente, sono circa 66 mila le persone che assumono la pillola blu ogni giorno. Considerando quelli che sono i prezzi attuali del viagra (in farmacia la confezione da due pillole viene venduta a poco più di 25 euro, quella da 4 a quasi 50 e quella da otto a poco più di 92), si tratta di un giro d’affari che solo in Italia – facendo una media – vale dai 750 a più di 800 mila euro al giorno, considerando il costo di una singola assunzione giornaliera.

Quanto vale il business della famosa “pillola blu”

Il mercato dei farmaci per la disfunzione erettile (DE) è in espansione dall’anno in cui Pfizer ha introdotto il Viagra come primo trattamento orale per la disfunzione erettile. La storia del Viagra (noto anche con il suo nome chimico sildenafil) è una storia di improbabili coincidenze. Notoriamente sviluppato come trattamento per la pressione sanguigna, il Viagra ha presto dimostrato di avere un effetto collaterale sessuale inaspettato e altamente redditizio, aiutando gli uomini a mantenere l’erezione. Ciò ha portato al suo successo travolgente dall’approvazione della FDA il 27 marzo 1998.

Sebbene diverso da nazione a nazione, l’interesse per il Viagra continua a crescere non solo in Italia, ma in molti altri paesi sviluppati e in via di sviluppo in tutto il mondo. Con un valore di mercato globale che dovrebbe superare i 5 miliardi di euro entro il 2023, le vendite di farmaci per la disfunzione erettile in altri paesi stanno iniziando a crescere a un ritmo più rapido.

Guardando al passato, e quindi ai dati certi e confermati, il Viagra ha fatturato 28 miliardi in 17 anni (dal 2003 al 2021) grazie alla sua rete di vendita globale. Secondo i numeri resi noti dall’azienda, l’Italia è al secondo posto in Europa per volumi di vendita (con 86 milioni di confezioni acquistate in 15 anni), nonostante negli ultimi 3 anni la domanda in tutto il mondo sia scesa del 73%, complice anche la pandemia e le restrizioni (come potrebbero cambiare di nuovo le regole della quarantena).

Il gigante farmaceutico Pfizer, ancora oggi, detiene un vantaggio nel mercato della disfunzione erettile, anche se la concorrenza dei generici ha eroso le vendite del suo trattamento, un tempo unico sul mercato.

Aumentano le richieste e aumentano anche le truffe: attenzione ai finti siti web

I tabù che spesso accompagnano il tema della salute sessuale hanno spinto molti uomini, soprattutto a seguito all’avvento di internet, a cercare online una soluzione contro l’impotenza e la disfunzione erettile. Già in passato, diverse volte, è stata denunciata dalle autorità sanitarie la vendita illegale sul web di diversi farmaci, e a tal proposito il ministero della Salute ha ricordato in più occasioni che in Italia non è consentita la vendita online di farmaci che richiedono la prescrizione medica.

La vendita online è possibile solo per i farmaci senza obbligo di prescrizione, cosiddetti SOP, che comprendono i farmaci da banco, anche detti OTC (Over The Counter), che sono medicinali da automedicazione e che come tali vengono indicati solitamente per disturbi di lieve entità. Sono usati per un breve periodo di tempo e per essi non è necessario l’intervento del medico. Un bollino sulla loro confezione li rende facilmente riconoscibili.

Sono autorizzate a vendere “medicinali senza obbligo di prescrizione” on line solo le farmacie e gli esercizi commerciali parafarmacie” o “corner della salute” della Grande distribuzione organizzata (individuati dall’articolo 5, comma 1, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223). I distributori all’ingrosso di medicinali non possono effettuare la vendita online e la violazione del suddetto disposto si configura come vendita illecita di farmaci al di fuori dei canali autorizzati.

L’Ufficio competente del ministero, fatti i dovuti accertamenti, provvede a registrare quelli che hanno richiesto e ottenuto l’autorizzazione nell’elenco apposito (consultabile qui) e, tramite PEC dedicata, a consegnare alla farmacia o esercizio commerciale un’unica copia digitale, non trasferibile, del relativo logo identificativo nazionale, nonché il collegamento ipertestuale che deve essere contenuto nel logo.

È cura del venditore comporre l’immagine del logo con il collegamento ipertestuale consegnato in modo tale che chiunque clicchi sul logo stesso venga reindirizzato sul portale del ministero: il logo deve essere chiaramente visibile su ciascuna pagina del sito web della farmacia o dell’esercizio commerciale in cui si vendono i medicinali.