Affitti brevi e Airbnb, serve autorizzazione Comune. La sentenza Ue

La Corte di giustizia dell’Unione Europea a Lussemburgo ha sostenuto le misure delle autorità francesi riguardo alle norme per gli affitti di breve periodo ai turisti, in particolare sulla piattaforma online Airbnb.

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Redazione

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Doccia fredda sui possessori di case e appartamenti che si appoggiano alle varie piattaforme per affittarle secondo la formula degli affitti brevi, la cui più nota è Airbnb. Secondo una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea, potrebbero essere infatti soggetti ad autorizzazione del Comune in cui l’immobile è situato.

I Comuni, sulla base di una legge nazionale, potranno chiedere legalmente che gli affitti brevi delle seconde case siano soggetti ad una autorizzazione, limitando così il fenomeno della desertificazione delle case in affitto per lungo periodo che affligge soprattutto le grandi città turistiche.

La sentenza della Corte è relativa a un caso francese

Il Tribunale nazionale aveva condannato due proprietari che avevano utilizzato AirBnB per affittare abitazioni a Parigi senza autorizzazione, condanna che era stata successivamente impugnata. Ma per i due proprietari non c’è stato niente da fare: le autorizzazioni per gli affitti brevi sono compatibili con il diritto comunitario, è il verdetto della Corte del Lussemburgo:

“Un regolamento nazionale che assoggetti ad autorizzazione l’affitto, in forma ripetuta, di locali destinati ad alloggi per brevi periodi di tempo ai clienti chi non vi prende la residenza è conforme al diritto dell’Unione”. E ancora: “La lotta contro la carenza di alloggi destinati alla locazione a lungo termine costituisce un motivo imperativo di interesse generale che giustifica tale normativa”.

La Corte europea quindi ha confermato che, in conformità con le norme dell’UE, i comuni hanno il diritto di imporre un “regime di autorizzazione”. In questo modo le autorità locali possono regolarizzare l’esercizio di attività di locazione di breve durata. Tale misura ha come obiettivo quello di tutelare la locazione di lunga durata.

Le autorità parigine hanno anche chiamato in causa Airbnb ed ora la compagnia rischia una multa di 12,5 milioni di euro. Secondo il sindaco di Parigi Anne Hidalgo, “i proprietari affittano appartamento per tutto l’anno, non lo dichiarano e la piattaforma li aiuta in questo”.

La reazione di AirBnB

La piattaforma “regina” degli affitti brevi AirBnB, pur non essendo parte in causa nella disputa giudiziaria parigina (che riguardava proprietari e Comune) ha dichiarato di “accogliere con favore questa decisione che aiuterà a chiarire le regole applicabili agli ospiti che condividono le seconde case a Parigi”, ha affermato alla Afp, rendendosi disponibile a “lavorare a stretto contatto con le autorità locali su una regolamentazione proporzionata che metta le famiglie e le comunità locali in prima linea e lavori per tutti”.