I pagamenti in contanti inquinano: Italia medaglia d’argento in Europa

Quanto pesano i pagamenti cash in Italia? Ecco i dati dell'inquinamento nel nostro Paese dovuto alla circolazione di moneta fisica

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Esistono differenti forme di inquinamento e una di queste è frutto della circolazione di moneta contante. Il pagamento cash ha il suo impatto notevole sulla diffusione di CO2 e ciò ha portato a una vera e propria classifica in Europa. L’Italia si è guadagnata il secondo posto, dietro soltanto alla Germania.

Inquinamento cash

Guardando alle emissioni totali di CO2, connesse unicamente ai pagamenti in contante, l’Italia è medaglia d’argento in Europa, dietro alla Germania, come detto. Le cifre indicano più di 160,8 mila tonnellate generate, con una media di 2,7 kg per singolo abitante.

Queste stime sono state elaborate da The European House – Ambrosetti. Di fatto sono state anticipate alcune delle informazioni presenti nel Rapporto della Community Cashless Society 2024. Si discuterà anche di questo e, ovviamente, dei nuovi passi verso la necessaria transizione digitale a Cernobbio, il prossimo 4 aprile. Previsto un incontro tra aziende e istituzioni della filiera cashless.

Ma pagare con carta è davvero più sostenibile? È importante non incappare nell’errore di ritenere il contante inquinante e la moneta digitale del tutto “green”. La tecnologia non è di certo sostenibile, sia chiaro, considerando i sistemi in funzione per consentire di pagare con carta. Tutto il mondo web ha una propria impronta inquinante, anche una singola mail ha il suo peso.

In termini statistici, però, il pagamento cashless ha un’impronta di carbonio inferiore del 21% rispetto al contante. Virare in questa direzione potrebbe dunque garantire anche questo vantaggio, oltre all’aiuto ben noto nella lotta all’evasione.

Pagamenti digitali in Italia

Nel corso degli ultimi anni si è assistito a un profondo cambiamento del sistema. Per quanto esistano ancora esercenti “furbetti”, che sostengono d’aver rotto proprio in tale giornata il Pos o di avere i ben noti “problemi di linea”, pagare con carta è ormai consuetudine.

Dal punto di vista sociale è molto più improbabile imbattersi in un’esperienza spiacevole alla cassa. Ciò vuol dire ritrovarsi a giustificare la propria richiesta di pagamento cashless, anche per somme piccole. Il documento ha ottenuto cifre basate sull’analisi di 500 esercenti, evidenziando come 8 su 10 accettino pagamenti digitali oltre che in contanti.

Il prossimo passo? Raggiungere una disponibilità totale in Italia, per poi ampliare la visione dei commercianti anche alla modalità P2P, con sistemi come Paypal, ad esempio, che riguardano oggi quasi soltanto gli acquisti sul web.

Interessante un ulteriore dettaglio, relativo al 58% degli esercenti. Questi hanno introdotto i pagamenti digitali per andare incontro alla richiesta crescente dei clienti. Di fatto il movimento sociale ha avuto il suo impatto. Ha senso pagare le tasse per le transazioni, soprattutto se si è ben studiato il mercato e individuato al soluzione più adatta al proprio business. Ciò perché senza l’opzione cashless si prevede una perdita media del 26% della clientela. Una statistica che aumenta enormemente in alcuni settori: alimentari, abbigliamento, hotel e strutture ricettive, bar e tabacchi. In questi casi, infatti, si può superare anche il 60%.

Chi è ancorato al passato ha sviluppato un odio ingiustificato per il sistema digitale. Più del 50% degli intervistati ha infatti registrato un aumento delle vendite dopo l’introduzione di questa ulteriore opzione. Strano però come si evidenzi una percentuale ancora bassa di soggetti che ritengono il cashless più sicuro. Si tratta soltanto del 13,7% degli intervistati in questa analisi. Per la maggior parte il contante resta la via più sicura. Per quanto metta a rischio rapine, è qualcosa di concreto e meno volatile di una transazione digitale.