L’Italia anche nel 2024 preferisce pagare in contanti: la ricerca

L'Italia avanza verso il cashless, guadagnando posizioni. Persistono preoccupazioni sulla sicurezza e preferenze per il contante in alcune zone e fasce d'età

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

L’Italia continua a muoversi verso una società senza contanti, anche se i progressi sono ancora lenti. Secondo la nona edizione del rapporto “Verso un’Italia Cashless” curato dalla community cashless society di The European House – Ambrosetti, nel 2024 l’Italia si è guadagnata quattro posizioni nell’indice che misura lo sviluppo dei pagamenti digitali, piazzandosi al ventunesimo posto, il più alto mai raggiunto. Il nostro paese ha quindi compiuto un balzo in avanti significativo rispetto al 2023.

L’Italia preferisce (ancora) il contante

Il transato delle operazioni cashless è cresciuto fino a raggiungere i 400 miliardi di euro alla fine del 2022 e si stima che abbia superato i 450 miliardi alla fine del 2023, con un peso sui consumi superiore al 40%.

Ma non tutto è rose e fiori. L’Italia rimane ancora tra le 30 peggiori economie con alta incidenza del contante, secondo il cash intensity index. Questo indice, che misura la dipendenza dal contante, indica che c’è ancora molta strada da fare per ridurre l’utilizzo del denaro contante nel paese.

C’è, però, odore di ottimismo. L’Italia ha guadagnato quattro posizioni nel Cashless Society Index, attestandosi al 21esimo posto nell’Unione Europea, il valore più alto mai raggiunto. Questo miglioramento è dovuto a una maggiore connettività, al progresso nei valori transati e all’abitudine al cashless degli italiani. La velocità di sviluppo dell’Italia si è raddoppiata nell’ultimo anno, raggiungendo valori in linea con la media europea.

La ricerca ha coinvolto un campione di 1,000 cittadini, e ha rivelato alcuni dati interessanti. Ad esempio, nel 2024 si conferma il consolidamento iniziato nel 2020 con oltre il 70% dei cittadini italiani che dichiara di voler aumentare il ricorso al cashless. Questo posiziona l’Italia in una fase di adozione di massa dei pagamenti digitali.

L’incremento della preferenza verso i pagamenti digitali è trainato principalmente dai pagamenti come i digital wallet e peer-to-peer (P2p), che si sono quintuplicati negli ultimi 5 anni, passando dal 2% al 10,7%. Tre italiani su 5 hanno aumentato l’utilizzo dei pagamenti cashless rispetto all’anno precedente e più della metà afferma di voler ridurre l’utilizzo del contante nei prossimi anni.

L’e-commerce è il principale fattore trainante della crescita dei pagamenti digitali, seguito dai pagamenti peer-to-peer e dalla soluzione di pagamento Buy Now Pay Later.

Chi è che preferisce pagare col bancomat

La fascia di età più propensa all’uso dei pagamenti digitali è quella compresa tra i 18 e i 24 anni, i cosiddetti GenZ, con una frequenza del 63,4% durante l’anno.

Dai dati si evince anche la persistenza di una certa preferenza per il contante tra gli over-60 e in alcune aree geografiche del Sud Italia. Ciò è attribuibile anche a bias culturali che vedono nel digitale un rischio maggiore di frodi. Infatti, nonostante la crescente adozione del cashless, persistono preoccupazioni sulla sicurezza.

Il livello di sicurezza dei pagamenti digitali è ancora percepito come pari a quello del contante e il timore di possibili frodi rappresenta ancora un ostacolo per la diffusione del pagamento col bancomat per il 40% degli italiani.

Pagare col bancomat fa bene all’ambiente

L’adozione del cashless offre anche vantaggi ambientali, con un impatto ambientale inferiore del 21% rispetto ai pagamenti in contanti. Inoltre, si sta aprendo un dibattito sull’implementazione di una Central Bank Digital Currency, una nuova forma di valuta digitale emessa dalle banche centrali per semplificare le transazioni e i trasferimenti digitali.