Influenza B, boom di casi: picco in arrivo tra marzo e aprile. I sintomi

I sintomi sono quelli dell'influenza comune, ma colpisce di più i bambini. Il picco arriverà tra marzo e aprile. Cos'è l'influenza di tipo B, le cause, come si cura

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Con l’andare delle settimane, mentre l’influenza stagionale di tipo A sembra diminuire, si sta assistendo a un aumento dei casi determinato da un altro tipo di virus influenzale: il tipo B. Questo fenomeno, osservato nelle ultime settimane, ha attirato l’attenzione degli esperti, ma la presidente della Società Italiana di Pediatria, Annamaria Staiano, ha espresso un messaggio di tranquillità alle famiglie, spiegando in che cosa consiste questo tipo di influenza.

Cos’è l’influenza di tipo B

L’influenza B costituisce una delle principali varianti dell’influenza stagionale, posizionandosi al secondo posto in termini di incidenza e rappresentando approssimativamente il 25% di tutti i casi. Questa patologia, caratterizzata da un’origine virale, colpisce il sistema respiratorio coinvolgendo principalmente il naso, la gola e, occasionalmente, i polmoni. È più frequentemente riscontrata nei bambini di età superiore ai cinque anni e si manifesta, come spiegheremo meglio più avanti, attraverso i sintomi influenzali tipici, tra cui dolori muscolari, tosse e febbre.

Ci si deve preoccupare?

La dottoressa Staiano ha spiegato all’Ansa che questa sindrome influenzale, principalmente diffusa tra i bambini, raggiungerà il suo picco tra marzo e aprile. Nonostante l’incremento dei casi di influenza di tipo B, ha sottolineato che non c’è motivo di allarmarsi e che la situazione è gestibile. “Dopo l’influenza di tipo A, ci aspettiamo ora un nuovo picco di casi nei prossimi due mesi causato dal virus influenzale di tipo B”, ha dichiarato, aggiungendo che si tratta di un virus molto simile al tipo A e che la sua contagiosità è minore, quindi non ci si aspetta una diffusione così massiccia come quella osservata con il virus di tipo A.

Influenza B: i sintomi

La sintomatologia dell’influenza di tipo B è paragonabile a quella dell’influenza stagionale “invernale”. Come evidenziato dalla presidente della Società Italiana di Pediatria, i sintomi includono febbre, piccole difficoltà di tipo respiratorio e dolori muscolari. La dottoressa Staiano sottolinea che le complicanze sono estremamente rare e la durata dei sintomi è di solito di circa una settimana.

Come si trasmette

L’influenza B è altamente contagiosa e si diffonde facilmente da persona a persona attraverso il contatto con le goccioline di saliva e di muco emesse durante starnuti, colpi di tosse o semplicemente parlando a distanza molto ravvicinata. Una volta che i virus raggiungono le mucose delle vie respiratorie, si verifica l’infezione.

Questi virus possono anche sopravvivere per un breve periodo al di fuori del corpo umano, rendendo possibile la trasmissione indiretta tramite contatto con superfici contaminate, come maniglie, fazzoletti, interruttori della luce e rubinetti. È per questo che l’influenza si diffonde più facilmente tra familiari, compagni di scuola, colleghi e in luoghi chiusi e affollati.

Come si cura

Il virus influenzale di tipo B è coperto dalla vaccinazione antinfluenzale quadrivalente, che è stata somministrata durante la campagna vaccinale dall’ottobre precedente. Quindi, coloro che sono stati vaccinati hanno una protezione anche contro l’influenza di tipo B.

Per combattere l’influenza, vengono utilizzati antipiretici e antinfiammatori, accompagnati dal riposo. Secondo la dottoressa Staiano non dovrebbero essere utilizzati antibiotici, poiché sono efficaci solo contro le infezioni batteriche e non contro quelle virali.

Quanto è contagiosa l’influenza B

La dottoressa Staiano chiarisce che la contagiosità del virus influenzale di tipo B è inferiore rispetto al tipo A. Pertanto, non ci si aspetta di vedere i milioni di casi registrati con il virus A durante il picco tra dicembre e gennaio, anche se per ora i casi sono in aumento.