Contro la Dengue il Brasile userà milioni di zanzare modificate dal batterio Wolbachia

Le zanzare Aedes Aegypti responsabili dell'epidemia di Dengue in Brasile si accoppieranno con insetti infettati in laboratorio. La loro progenie morirà prima di riuscire a raggiungere l'età adulta

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Contro l’epidemia di Dengue il Brasile ha deciso di passare alle maniere forti: nelle prossime settimane 6 città dello stato sudamericano rilasceranno milioni di zanzare modificate in laboratorio. Gli insetti verranno infettati dal batterio Wolbachia, che non è nocivo per l’uomo. Il Brasile punta a creare una campagna di contenimento attivando un processo di incompatibilità citoplasmatica con lo scopo di porre un freno ai quasi 2 milioni di contagi da Dengue.

Cos’è l’incompatibilità citoplasmatica

Il rilascio delle zanzare infette si affianca alle più tradizionali disinfestazioni e agli appelli alla popolazione a utilizzare repellenti, zanzariere, vestiti coprenti e a evitare ristagni d’acqua nei sottovasi. Tutti accorgimenti utili, ma insufficienti in uno stato come il Brasile, in cui le piogge si alternano a lunghi periodi di caldo creando così le condizioni ideali per la proliferazione delle zanzare.

Le autorità sanitarie hanno dunque deciso di ricorrere all’escamotage della incompatibilità citoplasmatica: in sintesi, non potendo sterilizzare le zanzare Aedes Aegypti che vivono in natura, si punterà a farle accoppiare con zanzare la cui capacità riproduttiva è stata alterata in laboratorio. Secondo i piani, gli embrioni nati da questi accoppiamenti non riusciranno a svilupparsi correttamente e moriranno prima di raggiungere l’età adulta. Considerato il breve ciclo vitale delle zanzare, la strategia di questo progetto potrebbe sortire effetti determinanti e fungere da input per altri interventi simili in altri Paesi del Sudamerica flagellati dalla Dengue.

Altri interventi simili

Non si tratta di una novità, per la verità: l’idea è stata sviluppata nell’ambito del World Mosquito Program ed è già stata applicata in diversi Paesi, fra i quali Australia, Messico, Colombia e Honduras. Il progetto è stato avviato negli anni passati anche in Brasile, ma senza darvi continuità: una prima sperimentazione era stata avviata nel 2015 a Niterói, città di mezzo milione di abitanti sulla baia di Guanabara vicino a Rio de Janeiro. Niterói era così diventata la prima città con copertura completa di Wolbachia, cosa che ha contribuito a mantenere bassa per un certo periodo la diffusione di Dengue nel circondario. Ma l’intervento non reiterato nel tempo e circoscritto a una sola città non è bastato a raggiungere risultati determinanti e lo stato di Rio ha dichiarato ufficialmente l’emergenza Dengue il mese scorso.

Secondo gli scienziati, proseguendo con il programma Wolbachia al fine di bloccare i contagi da Dengue, entro 10 anni potranno essere protetti circa 70 milioni di brasiliani in varie città.

Batterio Wolbachia, di che si tratta

I Wolbachia appartengono a un genere di batteri Gram-negativi parassiti intracellulari che infettano diverse specie di artropodi, fra i quali anche molti insetti. Gli organismi infettati dal batterio Wolbachia rispondono riportando alterazioni alla capacità riproduttiva, fra le quali quella incompatibilità citoplasmatica sulla quale puntano le autorità sanitarie brasiliane.

Vaccino Dengue

Intanto è stato sviluppato, ed è arrivato anche in Italia, il vaccino per la Dengue. Notizia che ha conquistato le prime pagine, a seguito della diffusione di alcuni casi di Dengue in Italia. Al momento la diffusione del vaccino negli ospedali italiani avviene a macchia di leopardo. Matteo Bassetti, direttore del reparto Malattie infettive al Policlinico San Martino di Genova, spiega che la vaccinazione è consigliata a “chi ha già avuto una prima infezione, ma anche a chi si reca in zona endemiche dove sta per lungo tempo”. In sintesi, “se uno va a fare una settimana di vacanze a Rio de Janeiro non consiglierei la vaccinazione per la Dengue, ma se va a lavorare stabilmente in Brasile o in Argentina in questo periodo sì”.