Il piano di Crosetto in caso di guerra contro gli Houthi nel Mar Rosso: 10mila riservisti dell’esercito

Saranno 10.000 i riservisti pronti a imbracciare le armi in caso di guerra, ma Lega e ministero della Difesa si contendono la paternità del provvedimento

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto è stato ricoverato d’urgenza in ospedale nella notte, a seguito di un dolore perdurante da ieri mattina, fa sapere la Difesa. Crosetto si è presentato, solo e a piedi, al pronto soccorso del San Carlo di Nancy, con forti dolori al petto. È stato immediatamente monitorato e poi sottoposto ad una coronarografia. Non ci sono notizie sulle cause ma fonti ospedaliere dicono potrebbe trattarsi di una pericardite.

In attesa di conoscere gli sviluppi sulla sua salute, intanto è pronto il piano del governo in caso di guerra nel Mar Rosso. Gli Houthi minacciano l’Italia e maggioranza e governo corrono ai ripari pensando di riformare i riservisti delle forze armate. Lo scopo è quello di avere 10.000 riservisti sul territorio nazionale, già formati e pronti a intervenire in caso di guerra.

Minacce dei ribelli Houthi all’Italia

I ribelli yemeniti sostengono che il nostro Paese “mette a repentaglio la sicurezza delle sue navi militari e commerciali” in transito nel Mar Rosso. L’avvertimento è arrivato a poche ore dal passaggio di comando all’Italia della missione Atalanta, e a pochi giorni dall’avvio dell’operazione europea Aspides, di cui Roma assumerà il comando tattico.

Gli Houthi, sostenuti dall’Iran, nella guerra fra Israele e Hamas parteggiano per i guerriglieri palestinesi.

Legge delega sui riservisti

Fra ministero della Difesa e Lega è gara a chi arriva primo: l’idea dei riservisti piace al ministro Guido Crosetto, che ipotizza una legge delega. Ma un disegno di legge è intanto arrivato a firma del leghista Nino Minardo, presidente della Commissione Difesa di Montecitorio.

Il testo di Minardo prevede la creazione di un corpo di 10.000 riservisti da richiamare sotto le armi in caso di guerra. Da richiamare perché i soggetti da arruolare devono essere in congedo dopo avere già prestato servizio militare, come volontari in ferma triennale o come volontari in ferma iniziale. Vengono dunque automaticamente esclusi tutti quelli che non abbiano già prestato servizio sotto le armi. I 10.000 dovranno essere uomini e donne di nazionalità italiana e di età non superiore ai 40 anni.

E non opereranno esclusivamente in caso di conflitto: potranno coadiuvare polizia e carabinieri nel presidio del territorio in caso di emergenze nazionali.

Crosetto sta valutando il contenuto della proposta leghista, ma per quanto riguarda la forma pare che intenda comunque procedere con una legge delega.

Protesta delle opposizioni

Il Pd apre ai riservisti “come sostegno alla Protezione civile e per mansioni tecnico-logistiche”, come ribadisce Stefano Graziano, capogruppo in Commissione Difesa, ma chiude a qualsiasi bozza che ipotizzi l’arruolamento di civili per mandarli a combattere in zone di guerra.

La chiusura totale arriva da Alleanza Verdi e Sinistra, per bocca di Laura Zanella: “Il nostro antimilitarismo ci fa guardare alla proposta della Lega con preoccupazione anche per le questioni interne. Un gruppo armato pronto a sparare agli ordini di un premier, magari eletto dal popolo come vuole Meloni, è una ulteriore ferita alla democrazia”.

La posizione di Guido Crosetto

A chi lo accusa di militarismo, il ministro della Difesa Crosetto intervistato da La Verità risponde in questi termini: “Mettiamola così: il lavoro del ministro della Difesa consiste nel preparare la nazione a poter affrontare tutti gli scenari, anche quelli peggiori. Speriamo che le tensioni nel mondo scemino, ma se invece continuassero a salire ogni nazione dovrebbe lavorare per essere pronta a ogni evenienza. Tra le tante necessità, quella di poter attivare una riserva, al fianco delle Forze armate regolari, non è da escludere. Come avviene in Svizzera”.

E ancora: “I riservisti sono volontari che si rendono disponibili a scendere in campo per la difesa nazionale in caso serva. Prima però, servirà una legge con relativi fondi: non è una cosa che si mette in piedi dall’oggi al domani. Ci lavorerà il governo con una legge delega“.

Dopo le minacce dei ribelli Houthi all’Italia, l’intenzione è comunque quella di accelerare sul provvedimento. La crisi del Mar Rosso intanto ha già spinto al rialzo numerosi beni.