Tranciati cavi nel Mar Rosso, possibili interruzioni del traffico internet

I danni ai cavi sottomarini nel Mar Rosso stanno interrompendo le reti di telecomunicazioni e costringendo i fornitori a reindirizzare fino a un quarto del traffico tra Asia, Europa e Medio Oriente, compreso il traffico Internet

Foto di Francesca Secci

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Gli attacchi nella zona del Mar Rosso continuano senza sosta, toccando anche qualcosa a cui tutti noi siamo molto legati, cioè il web. Recenti rapporti indicano un’imponente interruzione delle reti di telecomunicazioni globali a causa del danneggiamento di cavi sottomarini appartenenti a quattro principali reti di comunicazione.

I cavi subacquei sono la forza invisibile che guida internet, e molti stati finanziati negli ultimi anni da giganti di internet come Google, Microsoft, Amazon e Meta. Questi dati li riporta la società di telecomunicazioni di Hong Kong Hgc Global Communications.

Cavi danneggiati si pensa per mano Houthi

Il danneggiamento dei cavi ha causato un’importante interruzione dei servizi di telecomunicazione. Sebbene non è ancora chiaro come i cavi siano stati danneggiati né chi sia il colpevole (Hgc non ha specificato infatti chi fosse il responsabile), i funzionari del governo yemenita hanno suggerito che i ribelli Houthi potrebbero essere coinvolti. Questa situazione ha costretto i fornitori di servizi Internet a deviare fino al 25% del traffico Internet tra Asia, Europa e Medio Oriente.

I ribelli Houthi, sostenuti dall’Iran, sono stati negli ultimi mesi associati ad attacchi nel Mar Rosso. Lo scorso novembre, il gruppo ha attaccato navi commerciali, innescando un aumento dei costi di spedizione del 600%. Il leader yemenita Abdel Malek al-Houthi ha respinto le ultime accuse, negando l’intenzione di mirare ai cavi sottomarini che forniscono Internet ai paesi della regione. Affermazioni che bisogna tenere in considerazione, anche se la distruzione dei cavi nel Mar Rosso arriva settimane dopo che il governo yemenita ha avvertito della possibilità che i ribelli Houthi prendessero di mira i cavi.

La Cnn riferisce, d’altro canto, che gli Houthi hanno incolpato le unità militari britanniche e statunitensi che operano nella zona per il danno.

Seacom, con sede in Sudafrica e che possiede uno dei sistemi via cavo interessati, ha sottolineato che le riparazioni non inizieranno prima di un mese, in parte a causa del tempo necessario per ottenere i permessi per operare nella zona.

La rete sottomarina: un quadro generale

L’incidente ha colpito diverse reti di cavi sottomarini, inclusi sistemi vitali come Asia-Africa-Europa 1 (Aae-1) con 25000 chilometri e Europe India Gateway (Eig). Questi cavi sono fondamentali per garantire la connettività tra regioni chiave come il Sud-Est asiatico, l’Europa, il Medio Oriente e l’India. Molte grandi società di telecomunicazioni dipendono da una rete di cavi sottomarini per garantire un servizio ininterrotto, e l’incidente nel Mar Rosso ha dimostrato la vulnerabilità di tali infrastrutture.

Negli ultimi anni, diverse aziende tecnologiche di spicco hanno investito nella costruzione di cavi sottomarini ad alta velocità. Ad esempio, Microsoft e Meta (precedentemente conosciuta come Facebook) hanno co-creato e finanziato il cavo Marea, che attraversa l’Oceano Atlantico. Google e Amazon hanno anch’essi investito in cavi sottomarini. L’aspetto positivo è che nessuno di questi cavi sembra essere stato influenzato dall’incidente nel Mar Rosso.

I danni a queste reti sottomarine potrebbero causare diffuse interruzioni di Internet, come è successo dopo il terremoto di Taiwan nel 2006. Tuttavia, la maggior parte delle grandi società di telecomunicazioni si affida a più sistemi via cavo sottomarini, consentendo loro di reindirizzare il traffico in caso di interruzione per garantire un servizio ininterrotto.