Modello ISA 2023: chi è esonerato dalla sua presentazione

Non tutti i contribuenti sono tenuti alla presentazione del Modello ISA. Scopriamo chi non è tenuto a farlo.

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Gli Indicatori Sintetici di Affidabilità, meglio conosciuti come ISA, costituiscono, a tutti gli effetti, uno strumento di compliance il cui scopo è quello di far emergere spontaneamente eventuali basi imponibili. Il loro scopo, in estrema sintesi, è quello di stimolare nei contribuenti l’assolvimento degli obblighi tributari, ma soprattutto servono a rafforzare la collaborazione tra la Pubblica Amministrazione e i contribuenti.

Cosa sono gli ISA? Sono degli indici attraverso i quali viene calcolata l’affidabilità fiscale di un determinato contribuente, che, nella maggior parte delle occasioni è un lavoratore autonomo o un libero professionista. O, in molti casi, è un’impresa. Attraverso gli ISA, l’Agenzia delle Entrate indica quale sia l’affidabilità di un determinato contribuente.

Alcuni contribuenti, però, sono esclusi dall’applicazione degli Indicatori Sintetici di Affidabilità e quindi non devono presentare il relativo modello. Nel caso in cui il diretto interessato dovesse trovarsi in questa situazione, è tenuto ad indicare a rigo RF1 / RG1 / RE1 del Modello Redditi il motivo che ha portato all’esclusione. Ma cerchiamo di entrare nel dettaglio e cerchiamo di comprendere quali siano i contribuenti esonerati dalla presentazione del Modello ISA.

ISA: ecco cosa sono

Attraverso l’introduzione degli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA), il legislatore ha voluto introdurre uno strumento attraverso il quale migliorare la trasparenza fiscale. L’obiettivo di questo strumento, in estrema sintesi, è quello di andare a migliorare il rapporto che intercorre tra il fisco ed i contribuenti, che avranno la possibilità di dichiarare in maniera spontanea i redditi che hanno percepito e pagare, quindi, le relative imposte.

Gli ISA sono costituiti da una scala da 1 a 10 – che funziona come i voti scolastici – che viene assegnata ad un determinato contribuente e grazie al quale è possibile determinare il suo grado di affidabilità fiscale. Il voto viene tiene conto di una serie di parametri di riferimento. Stando a quanto riferisce direttamente l’Agenzia delle Entrate, gli ISA sono a tutti gli effetti uno strumento attraverso il quale si vogliono migliorare i rapporti tra i contribuenti ed il fisco:

L’istituzione degli indici per gli esercenti di attività di impresa, arti o professioni, rappresenta un’ulteriore iniziativa che mira, utilizzando anche efficaci forme di assistenza (avvisi e comunicazioni in prossimità di scadenze fiscali) ad aumentare la collaborazione fra contribuenti e Amministrazione finanziaria.

Grazie ad un metodo matematico ed economico, gli ISA riescono a stabilire quale sia l’affidabilità di ogni singolo contribuente e, soprattutto, riescono ad individuare quelli che sono meno affidabili e che rientrano in una situazione di maggior rischio.

Indicatori sintetici di affidabilità: chi li deve applicare

Sono tenuti all’applicazione degli ISA i titolari di partita Iva che stiano esercitando l’attività di impresa o di lavoro autonomo. Sono tenuti alla loro applicazione quanti stiano svolgendo un “attività prevalente” per la quale sia stato approvato un ISA e che non presentano una causa di esclusione.

Che cosa si intende per attività prevalente? Con questo termine si fa riferimento a quell’attività per la quale, nel corso del periodo d’imposta, viene maturato il volume maggiore di ricavi o compensi. Per individuare correttamente quale ISA debba essere applicato in relazione all’ISA si deve andare a considerare il complesso delle attività che sono considerate direttamente dal medesimo indicatore sintetico di affidabilità.

Nel caso in cui un contribuente stia svolgendo più attività deve preliminarmente valutare quali delle tante attività esercitate siano comprese all’interno dello stesso ISA. In questo, per determinare l’attività prevalente, sarà necessario sommare i compensi o i ricavi che provengono dalle differenti attività che rientrano all’interno del campo di applicazione del medesimo ISA.

Le cause di esclusione

Alcuni soggetti, però, risultano essere esclusi dall’applicazione degli indici sintetici di affidabilità. In questo caso i diretti interessati dovranno andare a compilare il Modello Redditi SC, quadro RF, rigo RF1.

Ma quali sono i soggetti che vengono esclusi dall’ISA? Tra i contribuenti che sono esentati da questa operazione ci sono quanti hanno iniziato l’attività professionale ed imprenditoriale nel corso del periodo d’imposta per il quale deve essere presentato il Modello ISA. Attraverso la risposta all’interpello n. 479 del 11 novembre 2019, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che la causa di esclusione ISA relativa all’inizio dell’attività trova la propria applicazione nel momento in cui il contribuente ha aperto la partita IVA, indipendentemente dal fatto che abbia realmente avviato la propria attività o da un’eventuale attivazione dell’impresa presso la locale Camera di Commercio. In questo caso, nel momento in cui dovrà dichiarare i propri redditi, il contribuente non è tenuto a compilare il modello ISA.

Altro motivo per il quale un titolare di partita IVA è esonerato dagli ISA è quando cessa l’attività. Nel momento in cui viene chiusa la partita IVA, il contribuente è esonerato dall’applicazione ISA. Nel 2023, quindi, sono esonerati da questa operazione i soggetti che hanno cessato l’attività nel corso del 2022.

Attività non normale

Uno dei casi per i quali è possibile essere esonerati dalla presentazione degli ISA coinvolge direttamente i soggetti che stiano svolgendo un’attività non in modo normale, a seconda di diverse eventualità. Ma che cosa si intende con attività non normale?

All’interno di questa casistica rientrano i periodi di imposta nelle quali le società sono in liquidazione o quando l’impresa non ha ancora avviato la propria attività. Vi rientrano anche i periodi nei quali l’attività ha avuto una sospensione a causa della ristrutturazione degli immobili adibiti all’attività aziendale.

Come “attività non normale” rientra anche il caso in cui il proprietario dell’azienda dovesse decidere di cederla in affitto a soggetti terzi o se l’attività viene sospesa a seguito di una comunicazione alla Camera di commercio.

Questa esenzione viene applicata anche quando l’attività viene modificata nel corso dell’anno, purché non siano presenti due diverse attività che rientrano all’interno dello stesso indice. Sono inclusi anche i casi nei quali i professionisti devono sospendere le attività a seguito di un provvedimento disciplinare o perché sono avvenuti particolari eventi naturali, come un sisma o un’alluvione.

Il regime forfettario

Un caso che porta all’esenzione del Modello ISA è quando vengono svolte più attività dallo stesso soggetto. Quando le attività svolte non rientrano nello stesso modello ISA e se i ricavi superano il 30% del totale del fatturato, è possibile essere esclusi, secondo le regole dettate dalla multiattività. Non sono, inoltre, tenuti ad inviare il modello ISA i contribuenti che superano i 5.164.569 euro di fatturato annuo.

Ad essere esclusi dagli ISA sono anche i lavoratori autonomi che hanno aderito al regime forfettario.