Come il Covid ha cambiato il lavoro: i mestieri più introvabili

Uno studio di Unioncamere registra un boom di estetisti e tatuatori, mentre scende il numero dei piccoli trasportatori, elettricisti, idraulici e panettieri

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Il Covid-19 ha stravolto il mercato del lavoro da diversi punti di vista, sia per la sempre maggiore diffusione dello smart working sia per la ridefinizione delle priorità che ha portato al fenomeno alla cosiddetta ‘grande fuga’ dalle proprie occupazioni. Dal dopo pandemia si è iniziato ad assistere anche al calo di attrattiva per alcune professioni, che hanno lasciato il posto ad altri mestieri più appetibili. È quanto emerge da uno studio di Unioncamere, anticipato da ‘La Stampa’, che registra negli ultimi anni un boom di estetisti e tatuatori, mentre scende sempre più il numero delle piccole ditte di trasportatori, elettricisti, idraulici e panettieri.

Lo studio di Unioncamere

Secondo l’analisi dell’associazione che riunisce le camere di commercio in Italia, nell’arco degli ultimi 5 anni, in particolare come diretta conseguenza dell’emergenza sanitaria, ci sarebbe una crescita delle professioni legate alla cura della persona e del verde, alla manutenzione della casa, mobilità e anche servizi digitali, a scapito di altri mestieri.

Dal 2018 al 2023, sono state registrate 8.802 imprese di estetiste e tatuatori in più (+24% in termini relativi nel quinquennio) e sarebbe aumentatati anche i muratori (+3.451), autisti per noleggio auto con conducente (+2.339, + 19,2%), serramentisti (+2.234) e giardinieri (1.934). In salita anche il numero di impiegati nell’e-commerce e nella cybersicurezza (+1.317, +12,5%).

Percentuali in calo invece per quel che riguarda i piccoli trasportatori (-10.784, -20,6% in cinque anni), gli elettricisti (-4.281), parrucchieri e barbieri (-4.056), i falegnami (-3.503, -19%), i calzolai (-18,1%), i panettieri (-10,9%) (qui avevamo parlato dell’allarme per la scarsità di infermieri nella Sanità italiana).

Le difficoltà delle imprese su personale

Nei suoi periodici monitoraggi Unioncamere ha appurato una generale difficoltà da parte delle imprese a trovare sul mercato personale, in quasi la metà dei casi. Tendenza che trova conferma anche a giugno, con il 46% di successo di reclutamento, sugli stessi livelli di maggio (qui per sapere quali sono i lavori più cercati nell’estate 2023).

Tra le figure che più si fatica a reperire il Borsino delle professioni del Sistema informativo Excelsior individua in particolare gli specialisti nelle scienze della vita (farmacisti, biologi, agronomi) che non si trovano nell’80,3% dei casi, seguiti dai tecnici in campo ingegneristico (68,9%) e i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (68,5%). Tra le figure degli operai specializzati sono difficili da ingaggiare gli addetti alle rifiniture delle costruzioni (72,5%) e i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (70,7%).

Le previsioni sulle assunzioni per l’estate

In vista dell’estate l’associazione delle camere di commercio registra però un leggero incremento delle assunzioni, con oltre 9mila lavoratori in più in confronto a un anno fa (+1,5%) per un totale di 568mila nuovi posti a giugno 2023 e una previsione di quasi 1,4 milioni di assunzioni nell’intero trimestre giugno-agosto, una cifra superiore di circa 37mila unità sullo stesso periodo del 2022 (+2,8%).

A sostenere la domanda di lavoro in questo mese di giugno sono soprattutto i settori manifatturiero e del turismo, con rispettivamente con oltre 7mila e 4mila assunzioni in più. Viene confermata comunque la difficoltà a trovare risorse nel settore industriale, dove si cercano circa 134mila lavoratori che salgono a 348mila nel trimestre giugno-agosto.

È il turismo a offrire le maggiori opportunità di occupazione con oltre 164mila lavoratori ricercati nel mese e circa 353mila nel trimestre, seguito dal comparto dei servizi alle persone (71mila nel mese e 165mila nel trimestre) e dal commercio (69mila nel mese e 171mila nel trimestre).