Allarme infermieri, l’idea del ministro: rinforzi dall’India

Il numero uno della Sanità Orazio Schillaci propone di ingaggiare infermieri all'estero per far fronte alla carenza di personale negli ospedali italiani

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Mentre la Svizzera cerca di reclutare gli infermieri italiani, l’Italia va ad arruolare gli infermieri in India. L’idea è del ministro della Salute Orazio Schillaci per sopperire alla mancanza del personale medico nel nostro Sistema sanitario nazionale. Buchi in corsia provocati dalla fuga dal Paese di sempre più professionisti che si trasferiscono nel resto d’Europa in cerca di migliori condizioni di lavoro e soprattutto stipendi più alti.

La proposta del ministro Schillaci

“Gli infermieri mancano in tutta Europa” ha spiegato a ‘Repubblica’ il ministro della Salute, “per questo stiamo pensando ad accordi con Paesi extraeuropei, che potrebbero metterci a disposizione professionisti già ben formati, dal punto di vista sanitario e della conoscenza della nostra lingua. Penso ad esempio all’India. Ha già chiuso protocolli con il Giappone e gli Usa. Hanno una scuola infermieristica di alta qualità e ovviamente tantissimi abitanti”.

Discorso diverso, secondo il responsabile della Salute, per quanto riguarda i medici: “La loro carenza è diversa. È mirata, nel senso che riguarda alcune specializzazioni che non sono attrattive, come il pronto soccorso. Abbiamo inserito in un Decreto, il 34, misure per rendere quel lavoro più remunerativo e meno pesante”.

Il cortocircuito diventa evidente se si pensa che, come affermato al ‘Corriere del Ticino’ dal rappresentante del sindacato elvetico Nursing up, Antonio De Palma, “la Svizzera ha aperto la caccia all’infermiere italiano mettendo sul piatto uno stipendio mensile che prevede almeno il doppio della retribuzione italiana”.

Si tratterebbe perlopiù di lavoratori transfrontalieri provenienti dalle province di Como, Varese, Lecco e Verbano Cusio Ossola che ogni giorno attraversano il confine in auto per andare a guadagnare fino a “3 mila euro netti di retribuzione base, per arrivare anche a picchi di 8 mila dopo anni di lavoro sul campo” (qui abbiamo parlato della Svizzera a caccia degli infermieri italiani)

Infermieri italiani all’estero

Secondo le stime fatte da ‘Repubblica’, sui 460 mila infermieri iscritti all’ordine professionale sono attivi poco meno di 400mila, dei quali circa 280mila lavorano nel servizio sanitario nazionale. Ma se si considerano le nuove leve, i 237mila laureati in infermieristica tra il 2020 e il 2021, più propensi a trasferirsi all’estero, si scopre attraverso i dati Ocse che in circa 47mila sono espatriati.

Stando ai calcoli di ‘Repubblica’, la maggior parte sarebbero volati nel Regno Unito, quasi 10mila, circa 2.700 in Germania e oltre 2.300 in Svizzera.

I numeri tengono conto solo delle uscite e quindi non dicono in quanti, dopo essersi trasferiti sono rientrati a lavorare in Italia o sono andati in pensione.

Uno scenario che preoccupa i sindacati, i quali non sembrano essere a favore della soluzione del ministro Schillaci: “All’iperattività comunicativa del ministro della Salute purtroppo non corrisponde alcuna efficacia nei provvedimenti che il governo adotta. O meglio: che non adotta” scrive in una nota Michele Vannini, segretario nazionale Fp Cgil (Area Sanità).

“Oggi si parla di reclutamento di infermieri indiani: quello che il ministro non risolve è il gigantesco tema legato all’attrattività non solo della professione infermieristica ma di tutte le professioni sanitarie nel nostro Paese, e i motivi ben li conosciamo, a partire dalle basse retribuzioni e dai carichi di lavoro troppo elevati. Circostanze arcinote che il ministro a parole dichiara di conoscere ma nei confronti delle quali non assume alcun atto concreto che possa dare un segnale nella direzione giusta” è il punto di vista del rappresentate sindacale (qui avevamo spiegato quali sono le regioni più in crisi a causa della carenza di infermieri).