Ecco i lavori più ricercati per l’estate 2023

Migliaia di aziende a caccia di manodopera per i mesi più caldi: tutte i settori in cui le imprese assumeranno con l’arrivo della bella stagione

Foto di Federico Casanova

Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Tralasciando gli spot da campagna elettorale e le dichiarazioni sensazionalistiche sui temi che riguardano i diritti civili (dalla lotta contro l’utero in affitto alle affermazioni sulla famiglia tradizionale, fino alla denuncia di una possibile “sostituzione etnica“), se c’è un ambito che sta caratterizzando l’azione di governo in questi primi mesi di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, questo è sicuramente quello delle politiche del lavoro.

Il Consiglio dei ministri convocato nel pomeriggio del 1° maggio, proprio nel giorno della festa dei contribuenti, ha reso bene l’idea su quanto sia importante questo aspetto nelle logiche dell’esecutivo di centrodestra. Una priorità che si era già mostrata in modo palese fin dall’approvazione della legge di Bilancio di fine 2022, quando la maggioranza aveva deciso di intervenire in maniera massiccia sulla misura simbolo del precedente corso targato Movimento 5 stelle, ossia il Reddito di cittadinanza.

Dal nuovo Reddito di cittadinanza agli sgravi per le imprese: le politiche del lavoro del governo Meloni

Mentre nei ministeri guidati da Giancarlo Giorgetti (Economia e Finanza) e da Marina Elvira Calderone (Lavoro e politiche sociali) veniva delineato il nuovo lo strumento – denominato Assegno di inclusione (Adi) – che andrà a sostituire quello approvato ai tempi in cui il premier era Giuseppe Conte, parallelamente venivano studiate tutte le possibili mosse per reinserire negli ingranaggi del mondo professionale i cosiddetti “cittadini occupabili“.

Al momento il governo non è ancora riuscito a delineare nulla di ufficiale, anche se le ipotesi circolate nelle ultime ore – dai corsi di formazione obbligatori agli sgravi per le imprese che ingaggiano i cittadini disoccupati – sono tante e tutte molto articolate. L’unica cosa certa è che milioni di aziende in tutta Italia sono alle prese con una carenza di personale che porterà inevitabilmente a nuove difficoltà durante la stagione estiva alle porte, almeno secondo quanto delineato da Unioncamere nel suo ultimo report diffuso in queste ore.

Quali sono le professioni più ricercate per l’estate 2023

Ma quali sono le professioni più richieste in vista dell’estate 2023? Secondo quanto emerge dall’analisi, nel solo comparto della ristorazione (quello più bisognoso di nuova forza lavoro), mancano ben 83mila addetti. Il fatto preoccupante è che oltre il 50% degli imprenditori intervistati dice di non riuscire a reperire il personale, dichiarandosi molto preoccupate per le prospettive dei prossimi mesi. A livello territoriale pare scontato sottolineare come la mole più grande delle richieste arrivi dai territori delle grandi città, mentre dal punto di vista delle regioni l’assenza di professionisti qualificati pare essere piuttosto omogenea da Nord a Sud.

Scendendo nell’elenco stilato da Unioncamere, al secondo posto troviamo gli addetti alle pulizie (ne mancano oltre 43 mila) e quelli attivi nel settore delle vendite al dettaglio, che comprende i negozi di piccola e media grandezza, i discount e i grandi magazzini delle multinazionali: in questo case i profili ricercati sono circa 37mila. Appena fuori dal podio troviamo i conducenti di veicoli (ne mancano 21mila, ma solo il 36% delle imprese riesce a trovarli), per poi proseguire con gli addetti alla logistica (c’è una carenza di circa 20mila unità) e i lavorati che operano nei cantieri delle costruzioni (l’attuale parco di manodopera è insufficiente per il 19%).