L’Europa bastona TikTok: la multa è da brividi

TikTok ha violato la privacy dei minori e per questo l'Europa ha comminato una maxi multa da 345 milioni di euro. Non si tratta della prima mazzata per il social cinese

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

TikTok non ha rispettato il Gdpr, il regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali, e l’Europa ha fatto scattare una sanzione da 345 milioni di euro. A essere state violate, in particolare, le normative a protezione degli utenti minorenni. Poiché la sede principale di TikTok in Europa è in Irlanda, l’Unione ha agito tramite la Dpc, la Commissione irlandese per la protezione dei dati.

Dall’Europa maxi multa a TikTok

Ai gestori del social network più gettonato dai giovanissimi è stato concesso un limite di tre mesi per adeguarsi ai regolamenti europei. L’indagine della Dpc irlandese è partita nel settembre del 2021. La Commissione ha puntato i fari, in particolare, sul modo in cui vengono protetti i dati dei minorenni che utilizzano TikTok. Quella comminata è una sanzione che riguarda violazioni che vanno dal 31 luglio al 31 dicembre 2020.

Fra le inosservanze contestate ce n’è una in particolare che ha messo a rischio la privacy degli utenti minorenni: quella secondo la quale i giovani utenti hanno potuto iscriversi alla piattaforma con account pubblici di default. E ancora: nella fase di registrazione TikTok ha permesso ai minori di registrarsi associando al proprio account anche quello di un genitore. Ma la piattaforma non ha obbligato l’utenza a step successivi finalizzati a verificare se l’account associato fosse effettivamente quello di un genitore o di un tutore.

Minorenni e social network: quali rischi

L’Europa impone che la privacy dei minorenni venga protetta in maniera particolarmente stringente per diverse finalità: per difendere i minori da contenuti non adatti alla loro età (come ad esempio challenge pericolose), per metterli al riparo da eventuali attenzioni morbose di altri utenti e per fare in modo che non vengano esposti a messaggi pubblicitari che, data la loro giovane età, non hanno la maturità per poter gestire. Ma non solo: nella cronaca non sono mancati anche casi di bullismo e violenze, con conseguenze anche fatali, scatenatisi da contenuti inizialmente pubblicati sui social network.

TikTok si difende dicendo che “le critiche della Cpd si concentrano su caratteristiche e impostazioni che erano in vigore tre anni fa e che” sono state adeguate agli standard europei “poco dopo”. TikTok sostiene inoltre di aver cancellato 17 milioni di account in tutto il mondo nel primo trimestre del 2023 perché sospettati di appartenere a utenti dai 12 anni in giù.

I precedenti

Il social network cinese è oggi utilizzato da 134 milioni di europei e 150 milioni di statunitensi. Per la piattaforma cinese non si tratta della prima contestazione per il modo in cui sono stati gestiti i dati dei minorenni: nel 2019 gli Stati Uniti hanno multato TikTok per 5,7 milioni. Nel 2021 è arrivata la multa da 750mila euro dai Paesi Bassi. Nello stesso anno la Gran Bretagna ha fatto scattare una sanzione da 12,7 milioni.

In Europa fra le legislazioni più stringenti c’è quella francese, secondo la quale un minore di 15 anni che voglia iscriversi a un social network è obbligato a compiere una serie di passaggi per verificare la propria età e ad ottenere il consenso dei genitori. In Italia il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo sta valutando una stretta su TikTok. Il motivo riguarda presunti collegamenti con l’intelligence cinese e il sospetto di vendita di dati all’estero. In Occidente i primi a dichiarare guerra a TikTok sono stati gli Usa ai tempi dell’amministrazione Trump.