TikTok, Governo italiano valuta il blocco totale: il piano

Il ministro Paolo Zangrillo valuta il blocco di TikTok per una categoria di utenti italiani, e la messa al bando potrebbe avvenire già nei prossimi giorni

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Il Governo italiano sta valutando un blocco di TikTok, tra i social network più utilizzati. L’app di micro videoblogging che arriva dalla Cina è al centro dell’attenzione per via dei presunti collegamenti con l’intelligence di Pechino e i problemi che riguardano la vendita di dati all’estero. Ad annunciare una stretta è stato il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, nel corso di un’intervista a Repubblica.

Blocco di TikTok: la proposta del ministro

Il bando arriverebbe solo per i dipendenti del settore pubblico, in linea con quanto già deciso dalla Commissione Europea, dal Consiglio Europeo e dal governo degli Stati Uniti. Il tema, ha spiegato il ministro italiano, è “all’attenzione da qualche giorno”, e ci sta già lavorando il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.

Il ministero conta tuttavia 3,2 milioni di dipendenti, e le opzioni potrebbero essere quelle di far disinstallare TikTok a tutti i dipendenti e renderlo incompatibile con le applicazioni aziendali, come deciso dalle istituzioni europee, oppure muoversi in altre direzioni. La scelta non sarà compiuta dal ministro “in solitaria”, come ha spiegato nel corso dell’intervista, ma sarà necessario prima un confronto con le altre istituzioni nazionali e “insieme concorderemo una linea”.

I tempi, comunque, saranno molto stretti, e già all’inizio della settimana potrebbe tenersi un primo tavolo di confronto, e sarà cercata una sintesi già nei prossimi giorni. Bisognerà valutare gli effettivi rischi che riguardano la sicurezza nazionale, ascoltando tutti gli esperti del settore e gli enti competenti.

Matteo Salvini contro il blocco di TikTok

Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e vicepremier, su Twitter, ha espresso perplessità rispetto a un blocco totale della piattaforma per i dipendenti pubblici. La messa a bando di TikTok, ha dichiarato, presenta interrogativi che coinvolgono tanto la sicurezza quanto la democrazia. “Io sono contrario a ogni tipo di censura, e in una società liberale, prima di arrivare a blocchi radicali, bisogna riflettere bene”.

“Censurare, vietare e mettere il bavaglio a TikTok: a Bruxelles già ci stanno pensando. Io sono sempre e comunque a favore della libertà di pensiero, di parola e di espressione e contro ogni censura. Controllare sì, vigilare sì, ma la censura non mi piace mai”, ha spiegato ulteriormente attraverso un video pubblicato sui social network.

La risposta di TikTok ai dubbi di Italia e Ue

Giacomo Lev Mannheimer, responsabile delle relazioni istituzionali per il Sud Europa di TikTok, ha spiegato che i dati degli utenti italiani, così come quelli di tutti gli europei, non sono conservati nei server che si trovano in Cina, ma in questo momento si trovano fisicamente negli Stati Uniti e a Singapore. Presto dovrebbe avvenire il passaggio all’interno dell’Unione Europea, in un data center che si trova in Irlanda.

Il governo della Cina, come già dichiarato in passato, “non ha mai chiesto l’accesso ai dati dei nostri utenti”, ha spiegato Mannheimer all’Ansa. E anche se Pechino li dovesse richiedere, “non li condivideremmo”. La strategia di governance di TikTok, in conformità al Gdpr, il regolamento europeo sulla protezione dei dati (spiegato qua) ha un approccio volto a limitare il più possibile l’accesso ai dati, riducendo al minimo il flusso di informazioni al di fuori dell’Europa.

“Vorremmo rimarcare la nostra piena disponibilità a chiarire i dubbi del governo italiano”, ha dichiarato il responsabile delle relazioni istituzionali della piattaforma, “auspicando in un confronto dettato da regole e processi certi e trasparenti”. Bytedance, la società che controlla il social network, dovrà dunque fornire rassicurazioni alle istituzioni per evitare la messa al bando di TikTok.

Vi abbiamo già parlato tre anni, qua, del ban contro l’applicazione cinese proposto dall’amministrazione Trump. Un allarme era già stato lanciato in tempi non sospetti dagli hacktivist di Anonymous, che si erano scagliati contro TikTok. Qua i motivi. Nonostante i dubbi sulla vendita dei dati a Pechino, durante l’ultima campagna elettorale nazionale anche i politici italiani sono sbarcati su TikTok. Qua i promossi e i bocciati.