Reso Amazon a 14 giorni, abbreviato il periodo di restituzione

Per contrastare i furbetti e limitare le spese, Amazon ha trasformato il periodo di restituzione ma non per tutti i prodotti

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Una nuova novità alle porte per i clienti Amazon. Stavolta non si tratta di un aumento dei prezzi di Prime o del mondo streaming, bensì del sistema di resi che fino a oggi è stato attuato dalla compagnia di Jeff Bezos. Esistono però delle precisazioni da fare in merito, dal momento che il cambio di registro non riguarda tutti i prodotti in vendita. C’è già chi si chiede se tutto ciò non possa essere stato causato dai soliti “furbetti”, quelli che leggenda vuole abbiano spinto Netflix e altri a cancellare i 7/14/30 giorni di prova gratuita per i propri servizi.

Amazon, cambia il reso

A breve la politica dei resi di Amazon cambierà radicalmente. A partire dal 25 marzo 2024, infatti, non sarà più possibile restituire a costo zero quanto acquistato dopo 30 giorni. La comunicazione ufficiale del colosso dell’e-commerce sottolinea come la nuova soglia sia stata fissata a 14 giorni.

Sono già stati avvisati gli utenti tedeschi ma tutto ciò riguarderà anche quelli italiani. Tra le motivazioni, al di là delle ipotesi relative ai furbetti, ci sarebbero probabilmente i costi di gestione di tale sistema e l’impatto ambientale.

Un cambio di registro che va a colpire soprattutto i prodotti elettronici venduti da terze parti. È facile pensare come siano di fatto i più soggetti ai resi entro un mese dall’acquisto. Il colosso consente di restituire il bene per svariate ragioni, non ultima un semplice ripensamento. Se tutto ciò si ripete con costanza, scattano delle limitazioni, fino al blocco dell’account. Con una certa attenzione, però, è anche possibile attuare delle vere e proprie truffe.

Pensiamo magari d’aver bisogno di attrezzatura elettronica costosa per un lavoro. Investendo la somma iniziale, è possibile “prenderla in prestito”, adoperarla facendo attenzione a non danneggiarla, e restituirla, ottenendo l’intera somma sul conto corrente. Questo insieme di elementi può aver spinto Amazon a ricredersi sulla propria policy. Ecco cosa accadrà dal 25 marzo.

Amazon, cosa cambia

I prodotti a marchio Amazon continueranno a vantare una politica di reso basata sui 30 giorni di tempo. Questo è bene sottolinearlo. È facile pensare, poi, come nel periodo natalizio tale tempistica venga riconfermata per tutti gli acquisti. Di fatto a dicembre si garantiscono da alcuni anni ben 2 mesi per ripensarci (dicembre e gennaio nella loro interezza).

Come detto, la svolta sarà attuata a partire dal 25 marzo. Per il primo mese, però, si garantirà una sorta di proroga. Gli utenti che vorranno approfittare ancora del mese di reso dovranno richiederlo in maniera specifica. Sarà poi Amazon a valutare il tutto, sulla base anche dello storico del singolo account. Ufficialmente, dunque, ci sarà tempo fino al 25 aprile. Dal giorno dopo, però, il reso in 14 giorni diventerà obbligatorio.

Per garantire la massima trasparenza, il nuovo tempo di reso sarà indicato sotto il prezzo del prodotto. Ecco quali sono i prodotti colpiti:

  • fotocamere;
  • elettronica;
  • computer;
  • cancelleria;
  • prodotti da ufficio;
  • videogiochi;
  • musica;
  • video/DVD;
  • dispositivi wireless.

Tutto ciò riguarderà i prodotti venduti da terze parti, a prescindere da quello che è il canale di distribuzione. Vuol dire varrà anche per i rivenditori che si affidano al trasporto garantito Prime. Il reso a 30 giorni resta invece invariato per i prodotti a marchio Amazon, il che comprende anche gli Amazon Renewed, ovvero i ricondizionati a costo ridotto.

C’era da aspettarsi una mossa del genere, considerando come nel 2022 i resi sarebbero costati ai rivenditori circa 816 miliardi di dollari di mancati profitti, stando a un calcolo di Fortune. Sotto l’aspetto ecologico, invece, lo scotto pagato è di circa 24 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 nel solo 2022. Per non parlare poi dei circa 9,5 miliardi di kg di rifiuti generati, con prodotti restituiti e finiti direttamente in discarica.

L’impatto sotto questi aspetti sarà immediato ma i “resi tattici” potrebbero non essere intaccati in maniera così consistente. Non è da escludere, dunque, che nel prossimo futuro Amazon attui un nuovo cambio di politica in tal senso.