Morte del coniuge in comunione dei beni: cosa fare

La legge italiana prevede regole molto precise in caso di morte di uno dei due coniugi in comunione dei beni. Ecco quali sono

Foto di Pierpaolo Molinengo

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

La successione dei beni tra i coniugi in comunione dei beni non sempre è scontata come potrebbe sembrare. Il problema maggiore, il più delle volte, è che il superstite non conosce neppure quali siano i suoi diritti e non sa come fare a poterli vantare. Soprattutto se si tratta di beni di un certo valore.

È bene sottolineare che nel momento in cui si apre la successione, quando tra i coniugi c’è la comunione dei beni, alcuni di questi vi entrano immediatamente, mentre altri rimangono beni personali del coniuge che li ha acquistati. Altri ancora entreranno nelle in comunione solo e soltanto nel momento in cui viene sciolta la comunione legale. I beni personali del coniuge che è mancato entrano in successione per metà.

Ma cerchiamo di capire meglio come funziona la successione in questi casi.

Comunione dei beni: cosa succede con la morte del coniuge

Quando muore il coniuge la gestione del patrimonio del defunto è l’ultima cosa a cui pensa il sopravvissuto: le emozioni correlate a questo evento luttuoso portano spesso il coniuge in vita a trascorrere un periodo di depressione ed introversione. Fortunatamente le leggi italiane sono molto precise a riguardo della suddivisione dei beni tra gli eredi. In questo modo il coniuge superstite è sempre tutelato dalla legge, anche nel caso in cui sia presente un testamento che lo esclude dall’asse ereditario, o che i figli desiderino acquisire la casa di famiglia o altri beni di proprietà comune tra il defunto e il coniuge.

Il caso più comune si ha quando i coniugi erano in regime di comunione dei beni: tutti gli averi del defunto sono già, per la metà, di proprietà dell’altro coniuge. Il restante 50% viene suddiviso in diverso modo, a seconda del fatto che i figli, o anche il singolo defunto, abbiano dei figli. Infatti la presenza di figli in vita li rende eredi diretti della persona dipartita, e quindi loro spetta una quota dell’eredità: per la precisione la metà dei beni.

Morte del coniuge: cosa succede se ci sono dei figli

Se invece non ci sono figli il coniuge riceverà tutti i beni della persona deceduta, che diventeranno di sua proprietà. La tassa di successione ammonta al 4% del valore dei beni ereditati, che sono da pagare solo sulla quota che eventualmente dovesse eccedere il milione di euro euro. In caso contrario il coniuge non deve alcun tipo di tassa allo stato.

Al coniuge spettano anche dei particolari bonus, che dovrebbero permettergli di trascorrere la vecchiaia in serenità. Infatti gli sarà accreditato il 60% del trattamento pensionistico del defunto, che aumenta del 10% per ogni figlio in vita della coppia. Nel caso in cui il marito, o la moglie, abitasse nella casa di famiglia, anche in presenza di figli tale abitazione gli può essere ceduta con possesso indiviso fino alla sua morte. In questo modo non è necessario vendere l’abitazione principale per effettuare una corretta divisione dei beni tra tutti i parenti diretti superstiti. Nel caso in cui il defunto abbia lasciato un testamento, tale atto giuridico può disporre solo di una quota dei beni di possesso del defunto. Al coniuge spetta comunque la metà dei beni, nel caso siano presenti due o più figli i due terzi dell’eredità saranno assegnati secondo la legge, solo il restante terzo seguirà i voleri indicati nel testamento.