PNRR, ecco le modifiche “verdi” del nuovo Piano di Ripresa e Resilienza

REPowerEU, Transizione 5.0 e sostegno alle aziende per la transizione verde: il 39,5% dei fondi del nuovo PNRR è destinato a iniziative a favore degli obiettivi climatici

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Alessandro Mariani

Giornalista

Nato a Spoleto, dopo una laurea in Storia e una parentesi in Germania, si è stabilito a Milano. Ha avuto esperienze in radio e in TV locali e Nazionali. Racconta la società, con un focus sulle tematiche ambientali.

Pubblicato: 13 Dicembre 2023 21:33

Non c’è nulla di immutabile, tranne l’esigenza di cambiare. La Commissione Europea ha dato il via libera alle revisioni, fortemente incentrate sulla transizione verde, presentate dal governo italiano alla fine di agosto per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che guida l’utilizzo dei finanziamenti europei del programma Next Generation EU.

Molte delle modifiche, che coinvolgono 145 degli originari 349 obiettivi del piano, riguardano l’efficientamento energetico e la sostenibilità ambientale. In generale, progetti per un valore di 15,89 miliardi di euro escono dal PNRR saranno finanziati tramite altre fonti, in particolare i fondi di coesione e sviluppo, con scadenza nel 2026. Le modifiche sono diventate necessarie a causa di ritardi accumulati nell’ultimo anno e del mancato raggiungimento di alcuni traguardi intermedi previsti dal PNRR. Il governo ha quindi escluso dal PNRR i progetti in bilico.

Cinque nuove riforme per il capitolo REPowerEU

La modifica prevede il finanziamento del nuovo piano REPowerEU, pensato per accelerare la transizione energetica e promuovere l’autosufficienza in Italia. Con il 39,5% dei fondi a disposizione destinato a iniziative a favore degli obiettivi climatici, percentuale in aumento rispetto al 37,5% del piano iniziale, la versione modificata del piano è orientata alla transizione verde. Le nuove riforme e gli investimenti potenziati, inclusi nel capitolo dedicato a REPowerEU, apportano un contributo significativo alla componente ecologica del piano.

Queste riforme accelereranno la diffusione delle energie rinnovabili attraverso semplificazioni nelle procedure di autorizzazione, ridurranno le sovvenzioni ambientalmente dannose, agevoleranno la produzione di biometano e intensificheranno l’offerta e la diffusione delle competenze necessarie per la transizione verde. Le riforme sono affiancate da una serie di investimenti nuovi o rafforzati, mirati ad aumentare l’efficienza, l’affidabilità e la sicurezza della rete elettrica, ad incrementare la produzione di idrogeno e a potenziare il parco veicolare ferroviario e degli autobus a zero emissioni. Ulteriori investimenti offrono supporto alle imprese private per migliorare l’efficienza energetica nei processi produttivi.

Efficientamento energetico: il Piano Transizione 5.0

Il Piano Transizione 5.0 è un programma, con un finanziamento di 6,3 miliardi di euro, volto a promuovere gli investimenti nell’efficientamento energetico, nell’utilizzo di energie rinnovabili e nella formazione del personale per migliorare l’efficienza energetica e preservare l’ambiente, nell’ambito della transizione verso un’economia a zero emissioni. Il programma Transizione 5.0 introduce incentivi sotto forma di crediti d’imposta per le imprese che effettueranno investimenti in uno dei seguenti ambiti nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025:

  • Acquisto di beni strumentali, sia materiali che immateriali, di tipo 4.0.
  • Acquisto di beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili, escludendo le biomasse.
  • Spese per la formazione del personale in competenze legate alla transizione verde.

Le attività intraprese dovranno generare risultati misurabili in termini di efficienza energetica o risparmio energetico, con l’entità del beneficio fiscale correlata agli eventuali miglioramenti ottenuti.

Il Piano Transizione 5.0 prevede la definizione di almeno tre aliquote, strettamente connesse a due potenziali benefici:

  • Per gli investimenti in beni 4.0, l’entità del risparmio energetico raggiunto nei processi specifici. Questo risparmio deve attestarsi almeno al 5% rispetto ai consumi precedenti per gli stessi processi.
  • Per le attività non legate a processi specifici, la riduzione del consumo finale di energia deve essere almeno del 3%.

Sostegno alle aziende per la transizione ecologica

L’investimento, con una dotazione di 2,5 miliardi di euro, sostiene lo sviluppo delle filiere strategiche attraverso Contratti di Sviluppo e il Fondo per la Trasformazione Industriale. Ciò include il solare fotovoltaico, l’eolico, le batterie, le pompe di calore, gli elettrolizzatori e le tecnologie di cattura, stoccaggio e utilizzo dell’anidride carbonica, promuovendo l’efficienza energetica e la sostenibilità dei processi produttivi. Contratti di filiera è invece un fondo di 2 miliardi di euro, che è destinato al finanziamento dei contratti nei settori agroalimentare, pesca, acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo. Questa misura sosterrà investimenti finalizzati a ridurre le emissioni di gas serra, gli sprechi alimentari, l’uso di pesticidi e antimicrobici, migliorare l’efficienza energetica e aumentare l’adozione di energie rinnovabili da parte delle imprese nei settori coinvolti.

Già prevista nel Piano, il Parco Agrisolare ha ricevuto un feedback positivo da parte delle imprese, contribuendo in modo significativo all’ottimizzazione dell’efficienza energetica. Con un investimento di 852 milioni di euro aggiuntivi, mira a sostenere l’installazione di pannelli fotovoltaici, sistemi di gestione intelligente dei consumi elettrici e accumulatori. Al contempo, promuove il rinnovo dei tetti per incrementare il risparmio energetico nelle aziende agricole e di allevamento. Il Piano Materie prime critiche, con un finanziamento di 50 milioni di euro, mira a supportare la ricerca e lo sviluppo delle materie prime critiche necessarie per stimolare la crescita e la competitività del sistema produttivo. Saranno messe poi in atto iniziative per formare i lavoratori, acquisendo le nuove competenze richieste dal mercato nell’ambito della transizione ecologica. Le amministrazioni locali, considerato il loro ruolo cruciale nello sviluppo delle iniziative territoriali riguardanti l’efficienza energetica e la produzione da fonti rinnovabili, vedranno un potenziamento delle competenze specialistiche nel settore.

La Commissione UE approva il piano modificato dell’Italia

La Commissione Europea ha dichiarato che queste modifiche sono inevitabili a causa di “circostanze oggettive”, che hanno reso impossibile il completamento degli investimenti secondo i piani originali. Tra queste circostanze vengono citate l’alta inflazione nei periodi 2022-2023 e le complicazioni nei commerci mondiali causate dall’invasione russa dell’Ucraina. La Commissione ha sottolineato che le modifiche mirano a promuovere la sostenibilità ambientale e la digitalizzazione.

Il governo italiano ha dichiarato che con questo nuovo piano, nei prossimi anni, 12 miliardi di euro saranno destinati alle imprese. La necessità di rivedere il PNRR era stata annunciata in primavera, con la terza relazione sullo stato di avanzamento presentata a fine maggio, che definiva la rinegoziazione complessiva come “ineludibile”. In risposta all’approvazione della Commissione Europea, il ministro agli Affari Europei, Raffaele Fitto, ha affermato che il governo si propone di finalizzare entro il 31 dicembre gli ultimi dettagli che consentiranno lo sblocco del pagamento della quarta rata del PNRR. La quinta rata sarà influenzata dalle modifiche al piano e dovrà essere approvata dal Consiglio dell’UE entro quattro settimane. Finora, l’Italia ha ricevuto un totale di 85,4 miliardi di finanziamenti europei dal programma Next Generation EU, di cui 24,9 miliardi come “anticipo” e 60,5 miliardi attraverso le prime tre rate.