Obbligo di pannelli solari sui tetti: i piani dell’UE

Secondo la bozza del piano REPowerEU, per dire addio alla dipendenza dal gas russo, l'UE sta valutando l'obbligo di installazzione di pannelli solari sui tetti

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

La bozza del piano REPowerEU per porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili russi prevede lo stanziamento di 195 miliardi di euro. Secondo quanto trapelato la Commissione europea promuoverà l’installazione di pannelli solari sui tetti di ogni edificio pubblico entro il 2025 e allenterà la politica ambientale in modo da rendere più rapida l’approvazione di nuovi impianti di energia rinnovabile.

Obiettivo 500 GW per la capacità totale di energia solare entro il 2030

La Commissione europea potrebbe fissare gli obiettivi per la capacità di energia solare a 300 GW per il 2025 e a 500 GW per il 2030. L’installazione di pannelli solari sui tetti è una componente importante e gli edifici con il più alto consumo energetico, avrebbero la priorità secondo i piani UE.

Cinque stati membri dell’UE hanno però alzato ulteriormente l’asticella e hanno chiesto di porre come obiettivo entro il 2030 il raggiungimento di 1 TW proveniente da energia solare. Si tratta di Austria, Belgio, Lituania, Lussemburgo e Spagna che hanno recentemente comunicato alla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che l’obiettivo 2030 dovrebbe appunto essere il raggiungimento di 1 TW.

Quali edifici dovrebbero dotarsi di pannelli solari

Dalla bozza non è ancora chiaro quali saranno gli edifici interessati. L’obbligo di installare impianti fotovoltaici sui tetti dovrebbe riguardare tutti i nuovi edifici e quelli già esistenti con classe energetica D e superiore (i più energivori). Inoltre, se la proposta venisse approvata, i governi nazionali dovrebbero ridurre a tre mesi i tempi di autorizzazione per l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti e consentire l’installazione di tali dispositivi su tutti gli edifici pubblici, laddove sia possibile, entro il 2025.

La bozza del piano REPowerEU rivela una spinta ad accelerare le autorizzazioni per gli impianti di energia rinnovabile, alleggerendo le norme di protezione ambientale nelle “aree di libero accesso” che gli Stati membri sarebbero obbligati a determinare.

La Commissione europea promuoverà la formazione dei lavoratori del settore solare e sosterrà i progetti di produzione di apparecchiature fotovoltaiche. L’organo esecutivo dell’UE sta valutando la possibilità di proporre obiettivi più elevati per l’espansione delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica, con una quota del 45% di energie rinnovabili entro il 2030, in sostituzione dell’attuale proposta del 40%. È in discussione anche una riduzione del 13% del consumo energetico dell’UE entro il 2030, rispetto al consumo previsto, in sostituzione dell’attuale proposta del 9%.

Il piano originario dell’UE

La Commissione europea aveva posto come obiettivo di ridurre entro il 2030 le emissioni di carbonio del 55% rispetto ai livelli del 1990 e il raggiungimento del 40% di energia proveniente da fonti rinnovabili. La guerra in Ucraina ha però spinto Bruxelles ad accelerare i tempi e a porre obiettivi più ambiziosi, con lo scopo di raggiungere l’indipendenza energetica dalla Russia che, al momento copre una quota del 40% del gas europeo e circa il 20% per le forniture di petrolio.

Il documento REPowerEU, che potrebbe ancora essere modificato prima della sua pubblicazione nei prossimi giorni, afferma che le rinnovabili sono il modo migliore per combattere il cambiamento climatico e raggiungere l’indipendenza energetica, insieme al gas naturale liquefatto (GNL) e all’idrogeno generato da fonti rinnovabili.

L’indipendenza dal gas

Il piano affronta anche i punti critici dell’infrastruttura del gas dell’UE che impediscono agli Stati membri di inviare gas importato ai paesi vicini in caso di interruzione delle forniture russe. Gazprom, la società statale, ha già interrotto le forniture a Polonia e Bulgaria dopo che queste si sono rifiutate di saldare i conti in rubli. I due Paesi si riforniscono di gas dai paesi vicini, ma la capacità di approvvigionamento in tutto il blocco è limitata.

I progetti più importanti sono:

  • la modifica dei requisiti tra Francia e Germania sull’odorizzazione del gas per motivi di sicurezza
  • il collegamento dei gasdotti che vanno dalla Germania all’Europa centrale alle importazioni di GNL
  • il miglioramento delle interconnessioni in Polonia
  • un nuovo collegamento dalla Grecia per importare GNL, al resto d’Europa

Secondo il piano UE, se la Russia decidesse di tagliare completamente le forniture, sarebbe necessario un razionamento del gas. Secondo il documento, i settori più colpiti sarebbero quelli dell’industria chimica, del vetro e della ceramica, che rappresentano la metà del consumo di gas industriale.

Secondo le stime, la piena attuazione delle proposte di REPowerEU ridurrebbe il consumo di gas del 30%, pari a 100 miliardi di metri cubi, entro il 2030.

Molte delle proposte richiederanno l’approvazione dei governi nazionali e del Parlamento europeo.